forse, noi faremmo miglior cosa a rivalutare Israele.
Tre attentati in due giorni sono davvero tanti.
Anzi, sono troppi.
Sto parlando delle bombe nello zaino vicino alla stazione di Elizabeth, l'esplosione del Seaside Park nel New Jersey, e nel quartiere di Chelsea, a Manhattan.
L'ultima scoperta ha bloccato la strada per l'aeroporto di Newark, ha messo in difficoltà i passeggeri dei treni Amtrak, ha gettato il Paese in quel senso di deja vu che assomiglia alla sconfitta.
Così è la sindrome che investe ogni società sconvolta dal terrorismo: esso vuole sorprendere le sue vittime, confonderle, creare una crisi di fiducia. Gli Usa dall'11 di settembre ad ogni attacco vivono con lo choc una regale sensazione di oltraggio, da cui la crisi isterica simile all'assedio in casa per lunghissime ore di tutti i cittadini di Boston, asserragliati mentre la polizia continuava la sua caccia ai terroristi.
L'ultima scoperta ha bloccato la strada per l'aeroporto di Newark, ha messo in difficoltà i passeggeri dei treni Amtrak, ha gettato il Paese in quel senso di deja vu che assomiglia alla sconfitta.
Così è la sindrome che investe ogni società sconvolta dal terrorismo: esso vuole sorprendere le sue vittime, confonderle, creare una crisi di fiducia. Gli Usa dall'11 di settembre ad ogni attacco vivono con lo choc una regale sensazione di oltraggio, da cui la crisi isterica simile all'assedio in casa per lunghissime ore di tutti i cittadini di Boston, asserragliati mentre la polizia continuava la sua caccia ai terroristi.
Ora, c'è uno Stato che con il terrorismo vive ogni giorno.
Questo Stato è Israele.
Ogni giorno, Israele vive sotto la minaccia del terrorismo di chi ne vuole la distruzione.
Viene minacciato dai terroristi arabo-palestinesi e viene minacciato anche dall'Iran e dai suoi alleati.
Eppure, Israele vive la sua vita.
Il popolo di Israele sa della minaccia ma vive la sua vita e non arretra riguardo ai suoi costumi "in nome del dialogo" o "per non fare arrabbiare i fanatici islamici".
Israele è questo.
Forse, noi dovremmo "israelizzarci".
Perdonatemi il neologismo.
Ergo, dovremmo essere sempre allerta, sempre pronti a difenderci (anche usando la forza) e vivere la nostra vita senza arretrare neppure di un micrometro riguardo ai nostri costumi e ai nostri valori.
Così, noi potremmo vincere.
Se facessimo il contrario, la nostra sconfitta sarebbe inevitabile.
Cordiali saluti.
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