nel duello in TV andato in onda tra Hillary Clinton e Donald Trump non sono mancati i colpi bassi.
I sondaggi dicono che tra i due vi è un testa a testa.
E' durato qualche minuto in più rispetto ai novanta previsti il primo atteso dibattito tra Hilary Clinton e Donald Trump, sul palco della Hofstra University di New York. Un confronto acceso, dove non sono mancate scintille e colpi bassi, tenuti a bada non senza difficoltà dal moderatore, Lester Holt, anchorman della Nbc.
Al centro del dibattito l'economia e la sicurezza, fino agli scambi di accuse personali sulla mancata presentazione della dichiarazione dei redditi da parte di Trump e lo scandalo delle email per la Clinton.
La candidata democratica è partita subito all'attacco ricordando che il suo rivale "è stato molto fortunato nella vita... ha preso in prestito 14 milioni da suo padre e crede seriamente che più si aiuta la gente ricca e meglio si sta". Trump ha replicato ammettendo di aver preso in prestito "una piccola somma" dal padre negli anni Settanta e di averla trasformata in palazzi. Poi è partito in quarta affermando che per sostenere l'economia "non bisogna lasciar andare via le società". Ed ha citato il Messico, un paese che spesso è finito al centro dei suoi dibattiti per la proposta di erigere un muro volto ad arginare il flusso di immigrati clandestini. Trump ha ricordato che in Messico "stanno riducendo tremendamente le tasse e questo creerà posti di lavoro".
Paesi come il Messico o la Cina "stanno usando il nostro Paese come un salvadanaio a forma di porcellino". "Gli Stati Uniti - ha detto Trump - devono fermare i furti di posti di lavoro rinegoziando gli accordi commerciali". A quel punto Trump provocatoriamente ha chiesto: "Perché Hillary non ha fatto nulla sino ad ora per questi problemi?". Clinton ha replicato facendo una premessa: "Dobbiamo ricordare la gravissima crisi da cui siamo usciti, quella del 2008". Poi ha affondato il colpo: "Gli esperti dicono che se il suo piano (di Trump, ndr) fosse attivato perderemmo 3 milioni di posti di lavoro". Lui ribatte: "Non ho mai sostenuto queste cose". E controbatte: "L'amministrazione Obama ha raddoppiato il debito in 8 anni. Lei (Hillary, ndr) è in politica da 30 anni, perché fa solo ora queste proposte?".
La domanda di Trump mi pare più che legittima.
Prendiamo, ad esempio, la riforma ObamaCare.
Inoltre, con Obama, gli Stati Uniti d'America hanno condotto una politica estera schizofrenica.
Io mi ricordo che dei democratici che durante l'amministrazione del presidente George W. Bush criticavano la guerra in Iraq.
L'amministrazione Obama (che ha anche ricevuto un premio Nobel per la pace) ha fatto di peggio.
Ha destabilizzato il Medio Oriente ed il Nord Africa, incoraggiando le "Primavere arabe" e favorendo così l'Isis.
Obama ha anche rotto i rapporti con la Russia e ha spaccato di fatto l'Europa.
Con le amministrazioni democratiche, gli USA ed il mondo sono meno sicuri.
Inoltre, sappiamo tutti che l'immigrazione clandestina è un problema grande come una casa.
Termino dicendo che Hillary Clinton si è espressa con la tipica spocchia delle persone di sinistra, quelle persone che giudicano i propri avversari perché sono "ricchi imprenditori".
Io dico che preferisco cento volte un "ricco imprenditore" ad un politicante di professione che ha già operato facendo non pochi danni.
Quando Obama fece quel casino in Libia, la signora Clinton era segretaria di Stato.
Se fossi americano, io voterei Donald Trump.
Cordiali saluti.
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