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Il mio libro, in collaborazione con Morris Sonnino

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venerdì 23 settembre 2016

Il derby della maleducazione


Cari amici ed amiche,
ieri, nella trasmissione "Otto e Mezzo", trasmissione televisiva di Lilli Gruber che va in onda su "La 7 " c'è stato uno scontro "epico" tra il premier Matteo Renzi ed il giornalista Marco Travaglio.
Il video mostra la scena.
Come riporta "Il Giornale", il tutto è iniziato dietro le quinte.
E così emerge un retroscena curioso che precede l'ingresso in studio del premier e del direttore del Fatto. Travaglio arriva negli studi di La7 dopo Renzi. I due si incontrano nei corridoi per qualche istante e Renzi comincia subito a pungere Travaglio. Come riporta "Il Giornale" (che ha preso tutto dall'Huffungton Post), il premier lasciando il suo camerino si è diretto verso Travaglio e quando lo ha avvicinato avrebbe detto: "Ero di là, stavo finendo di leggere tutte le c….e che scrivi su di me”. Una frase che scalda subito gli animi. Travaglio risponde con una stretta di mano e si va in studio. Lì il duello è sempre più acceso e iniziano i "fammi parlare, non mi interrompere". Poi c'è spazio per qualche battuta al veleno. Travaglio attacca il premier: "Con lei si perdono i posti di lavoro". Il premier ribatte infastidito: "Non pensare ai posti di lavoro, ma pensa soprattutto alle copie perse dal Fatto".
Non mi piace Marco Travaglio come non mi piace Matteo Renzi.
Questo scontro è stato per me un "derby della maleducazione".
Travaglio ha contestato la riforma costituzionale.
Ora, che questa riforma (voluta tanto da Renzi) sia pessima è vero.
E' vero che essa ridurrà il Senato a cento senatori (contro i 315 attuali) ma lo renderà non più eleggibile dal popolo.
Inoltre, le funzioni che gli verranno date potrebbero essere svolte benissimo da organi come la Conferenza Stato-Regioni.
Si sarebbe potuto abolire il Senato (con tutta la sua burocrazia, che è un costo peggiore anche della politica) e sostituirlo con quest'ultimo.
Inoltre, manca un vero federalismo che riequilibri i rapporti tra Stato e Regioni, poiché ad oggi la Corte Costituzionale è intasata da ricorsi delle Regioni per via del Titolo V della Costituzione che fu riformato malamente nel 2001.
Inoltre, la Camera dei Deputati sarà sempre con 630 deputati, troppi.
La riforma di Renzi è un pastrocchio.
Per questo, io voterò "no".
Per contro, Renzi e chi la pensa come lui dicono che chi voterà "no" la pensa come Travaglio e chi non vuole nessuna riforma e vuole mantenere questo sistema politico costoso.
Io mi sentirei di respingere al mittente questa accusa.
La Costituzione così com'è non va ma va riformata con criterio.
Dunque, Travaglio ha sì contestato la riforma ma lui è tra quelli che effettivamente pensano che la Costituzione sia un Moloch intoccabile. Travaglio sbaglia.
Dall'altra parte, Renzi difende questa pessima riforma che non porterà nessuna governabilità.
Infatti, quello della governabilità è un problema complesso, dovuto anche a problemi delle forze politiche.
Pensiamo ai mal di pancia nel Partito Democratico e nel Movimento 5 Stelle e alle divisioni nel centrodestra.
Se fosse stato serio, per esempio, Renzi avrebbe introdotto nella riforma un sistema simile a quello che c'è in certe democrazie anglosassoni, come quella australiana.
Con questo sistema, se un governo va in crisi, la maggioranza può sfiduciare il premier per nominarne un altro.
Renzi non ha introdotto ciò.
Insomma, quello tra Renzi e Travaglio è stato uno scontro tra maleducati.
Travaglio è pieno di furore ideologico.
Renzi dovrebbe imparare ad ascoltare anche gli altri e dovrebbe capire che un leader vero non dovrebbe mai perdere le staffe di fronte ai provocatori.
Renzi non è un leader.
Cordiali saluti. 


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Ringrazio l'amico Morris Sonnino di questo screemshot de "Il Corriere della Sera".