in un suo articolo su "Panorama", Claudio Martelli fa l'elogio a Stefano Parisi, l'uomo designato dal presidente Berlusconi per rilanciare il centrodestra.
Egli ha parlato della convention fatta da Parisi qualche settimana fa al Megawatt di Milano dicendo che essa poteva finire in un flop (tenendo conto della dialettica in Forza Italia, dei problemi del presidente Berluscon e dello scetticismo della Lega Nord, che si è riunita a Pontida) e invece (a detta di Martelli) è andata bene.
Per Martelli, bisogna "alzare lo sguardo, mira e audience, compattare politica e società civile, vecchio e nuovo".
Sono le parole testuali di Martelli.
Ora, io penso che il problema del centrodestra sia l'identità.
Quale identità vogliamo dare al centrodestra?
Vogliamo un centrodestra più centrista o più di destra e vicino alla Lega Nord?
Io penso che serva un centrodestra simile al Grand Old Party americano, una grande forza politica che metta insieme liberal-conservatorismo, conservatorismo-liberale, autonomismo, conservatorismo e cattolicesimo.
In un centrodestra simile potrebbero coesistere Matteo Salvini (che sarebbe un po' come Donald Trump nel GOP americano) e gli esponenti più liberali.
Il candidato premier si potrebbe scegliere con le primarie all'americana.
Com'è noto, le quello delle primarie è un discorso "scivoloso".
Basti guardare quello che accade nel Partito Democratico.
Nella storia americana, le prime elezioni primarie erano del tipo "chiuso", ossia alle primarie di un partito potevano votare solo i membri di quel partito. Negli anni '70 del XX secolo si sono diffuse le primarie di tipo "aperto", che consentono il voto a tutti i cittadini. In un sistema bipartitico (o bipolare) la primaria aperta tende a selezionare candidati più centristi rispetto all'elettorato (non rispetto ai militanti) e a favorire maggiormente la partecipazione alle elezioni, ma è aperta al rischio di "inquinamento" da parte dei sostenitori del partito avversario.
Per questa ragione si è affermato un tipo intermedio di primarie, che consente il voto anche ai cittadini non iscritti al partito, ma potenzialmente sostenitori dei suoi candidati. In questo terzo tipo, i cittadini per poter votare alle elezioni devono "iscriversi" in un apposito registro presso uno dei partiti in lista. L'iscrizione può aver luogo in qualità di aderente o indipendente.
L'iscrizione, qualsiasi sia la qualifica scelta (aderente o indipendente), non obbliga certamente il cittadino a votare solo per il partito presso il quale si è iscritto. Permette, invece, la possibilità di partecipare alle primarie del partito prescelto.
Sarebbe , a mio modesto avviso, una valida soluzione.
Cordiali saluti.
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