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Una voce libera per tutti. Sono Antonio Gabriele Fucilone e ho deciso di creare questo blog per essere fuori dal coro.

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Il mio libro, in collaborazione con Morris Sonnino

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mercoledì 28 settembre 2016

Le grandi opere non escludono quelle piccole

Cari amici ed amiche,

durante il viaggio di ritorno della gita a Bologna, a cui ho partecipato domenica, ho avuto una discussione (molto civile e pacata, anche perché c'era un bel clima) con un mio compagno di viaggio.
Lui ha sostenuto che le opere per il territorio debbono venire prima delle grandi opere.
Io, invece, ho sostenuto che le grandi opere e quelle per il territorio sono due cose che non debbono escludersi.
Gli ho citato come esempio proprio l'autostrada che stavamo percorrendo, l'Autostrada A1 Milano-Napoli.
Gli ho citato come esempio proprio il tratto che stavamo percorrendo, il tratto compreso tra Modena e Bologna.
Quel tratto è stato ampliato da tre a quattro corsie per ogni senso di marcia. Inoltre, è stato costruito anche  il nuovo svincolo di Valsamoggia, il quale va a decongestionare il traffico sugli snodi di Bologna.
Ora, quando si potenzia un'infrastruttura come, nel caso specifico,  un'autostrada si coinvolge il territorio e si fanno delle opere di compensazione, come, sempre nel caso specifico, lo svincolo di Valsamoggia.
In  altri casi, si sono fatte o si è contribuito a fare strutture pubbliche, come scuole ed altri edifici di pubblica utilità.
Dunque, fare le grandi opere nazionali non esclude la realizzazione di opere al servizio del territorio.
Non deve essere così.
Qualcuno dirà: "Le grandi opere alimentano le corruttele".
Io rispondo dicendo che si deve bloccare la corruzione e non la realizzazione delle grandi opere.
Per bloccare la corruzione, prima di tutto, serve un cambio nelle nostre istituzioni.
Per esempio, si potrebbe iniziare a fare dei tagli alla burocrazia ed una seria riforma della giustizia, oltre a garantire sanzioni severe contro la corruzione.
Così, si renderebbe meno "conveniente" la corruzione.
Bloccare un'opera pubblica importante perché c'è la corruzione, a mio modesto parere, è una sconfitta per le istituzioni.
Cordiali saluti.




4 commenti:

  1. In Calabria e in sicilia mancano infrastrutture elementari. Dato che i soldi pubblici non sono infiniti (abbiamo già un debito enorme e ormai insostenibile), sarebbe più ragionevole stanziare soldi per quelle o per il ponte?
    Certo, sarebbe bellissimo poter stanziare per le une e le altre, ma non viviamo nel mondo dei sogni per le ragioni sopra dette.
    Dunque, dovendo all'oggi (il domani è un altro giorno) scegliere, lei sceglierebbe per la Sicilia e la Calabria strade/autostrade/ferrovie/porti/aeroporti oppure il ponte?
    Non può dire entrambi, ne scelga una.
    Per me il ponte è una grande idea, ma all'oggi ci sono ben altre priorità al sud.
    Per lei invece?
    Lo chiedo pacatamente, naturalmente senza polemiche. Voglio capire le ragioni del sì.
    Ps prescindo dal fatto che si tratta di una boutade: sono 50 anni che si parla di ponte sullo stretto.

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  2. Prima di tutto, non è una questione di nord e di sud.
    E' una questione italiana.
    Tanto al nord quanto al sud servono infrastrutture.
    Servono opere grandi (come TAV, Viariante di Valico e Ponte sullo Stretto) ed opere minori.
    Ce lo chiede il mercato, il "brutto e cattivo" mercato.
    Se si vuole competere servono le infrastrutture.
    Il modello migliore è quello di "Autostrade per l'Italia", che è una società privata.
    Si deve ricorrere anche ai privati.
    Quanto al debito, basterebbe staccarsi dai vincoli europei.
    La realtà dice che le grandi opere creano indotti e posti di lavoro.

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    Risposte
    1. Bloccare un'opera perché c'è la corruzione è una sconfitta per le istituzioni, questo non si discute, ma sta di fatto che in Italia la corruzione è ai massimi livelli, quindi un'opera del genere nella situazione attuale non mi pare opportuna. Ma potremmo discuterne all'infinito. Ribadisco solo che il nostro paese cade a pezzi da tutte le parti, e che prima di permettersi un'opera che sarebbe più un lusso che una necessità, ci sono milioni di interventi da fare a livello capillare sul territorio che sono molto più urgenti per la sicurezza di tutti noi. Mi rincresce ricordalo, ma in Italia ogni volta che la terra trema muoiono centinaia di persone, ogni volta che piove, muore qualcuno! Le strade a livello locale sono a livello del medioevo, se non peggio, e considerando tutto questo, la sparata del ponte sullo stretto la trovo un insulto a tutti noi che conviviamo con questa situazione. Senza contare che tutta questa faccenda mi sa tanto di "opera di distrazione di massa", fatta solo per allentare l'attenzione da qualcosa o per guadagnare tempo, così mentre noi discutiamo come allocchi, loro organizzeranno indisturbati, qualcosa che gli sta più a cuore o meglio a poltrona, che è l'unica cosa che gli interessa.

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  3. E' inammissibile il fatto che quando cadono tre gocce d'acqua o quando la terra trema un pochino succeda una catastrofe e muoia tanta gente.
    Il problema della corruzione è generale, tanto per la grande opera quanto per quella piccola.
    Pensiamo alla Casa dello Studente a L'Aquila.
    Pensiamo anche ai palazzi di Roma che crollano e che sono stati fatti con malte scadenti.
    Queste non sono "grosse opere" ma anch'esse hanno risentito della speculazione di qualcuno.
    Posso farti tantissimi altri esempi di opere importanti (come l'Autostrada A20 Messina-Palermo) e minori.
    Noi siamo di fronte ad un Paese in cui lo Stato non funziona correttamente.
    Tra il suo fisco, la sua burocrazia e la sua giustizia che non funziona, la corruzione diventa "conveniente".
    E' brutto da dire ma è così.
    Come dice Papa Francesco, la corruzione è un "pane sporco".
    Io dico che ciò è vero ma è anche un "pane che conviene".
    Se non cambia questo trend delle istituzioni (il male è prima di tutto lì) la corruzione sarà sempre "conveniente".
    Poi, c'è anche il privato.
    Se lo Stato funziona male, il privato si adegua.
    Che noi abbiamo dei politici deboli e che pensano solo alle poltrone è certamente vero.
    Essi cercano il consenso.
    L'uscita di Renzi sul ponte sullo Stretto (opera a cui per altro sono favorevole) è un'uscita elettorale, vista la tempistica.
    Questo è il dramma.

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Ringrazio l'amico Morris Sonnino di questo screemshot de "Il Corriere della Sera".