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Il mio libro, in collaborazione con Morris Sonnino

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venerdì 23 settembre 2016

Lu dimoniu 'n cunventu et lu santu pirdutu/ Il demonio in convento e il santo perduto

Quannu monacu fari si vosì...
cun Santu Girolamu ntâ la sò citati...
Carlu, nobbili napulitanu,

ma...cà vuci tanta jittau...comu 'n terra tutti li robbi...
da lu 'Nfernu lu diavulu 'nchianau...
e li libbri dî monaci rumpìu puru...
et lu sonnu ci livau...et mancu 'na provula ci lassau!
Et pirchì 'n tintazziuni iddu cascau...
li tri voti nun facennu...a lu munnu accussì turnatu...
chiddu razia nun pigghiau! Chiddu omu santu nun divintau...
forsi...pirchì dû munnu nun fu iddu munnatu!

Italiano:

Quando monaco fare si volle...
con San Girolamo nella sua città...
Carlo, nobile napoletano,
ma...che voce tanta gettò...come in terra tutte le cose...
dall'Inferno salì il diavolo...
e dei monaci i libri ruppe pure...
ed il sonno gli levò...e manco una provola gli lasciò!
E..perché in tentazione cascò...
i tre voti non facendo...al mondo così tornato...
quello grazia non pigliò! Quell'uomo santo non diventò...
forse...perché del mondo egli non fu mondato!

Questa poesia parla di una storia che riguarda un luogo di culto napoletano, il Convento dei Girolamini.Il fatto raccontato dalla storia risale al XVII secolo.
Don Carlo Maria Vulcano (o Ulcano) era un nobile della città di Napoli che, spinto dal rigore paterno, per imparare l’arte della meditazione e sfuggire alle tentazioni entrò nel Convento dei Gerolamini giovanissimo. Mentre egli dormiva nella sua cella la notte del 4 maggio 1696, fu svegliato bruscamente da un grande fracasso e gli apparvero delle ombre tanto orrende che scappò fuori invocando aiuto.
Il maestro dei novizi Gerolamini, Niccolo Squillante, si precipitò in aiuto del giovane convincendolo di essere stato ingannato da incubi e lo persuase a riaddormentarsi.
Purtroppo, le cose non migliorarono ed il maestro si sbagliò.
Infatti, era il diavolo che stava agendo per impedire a Carlo di diventare monaco.
Le apparizioni non ebbero tregua, da quella notte e per più di un anno il novizio tirocinante fu perseguitato da inquietanti fenomeni con singolare insistenza: lancio di pietre, rotture di mobili, colpi alle porte e furti di oggetti , apparizioni spaventose, scritte misteriose che comparivano e sparivano dai muri, abati presi a calci nelle terga.
I monaci tentarono l'esorcismo ed il diavolo si dichiarò.
Cercarono di cacciarlo via ma non vi riuscirono.
Addirittura, il diavolo si accanì sulle provole, rubandole.
Permettetemi una piccola pausa umoristica. Facciamo un po' di cultura, con un po' di simpatico umorismo.
Debbo dire che al diavolo andò di lusso perché io non ero presente in quel posto e in quel periodo.
Per chi tocca le provole sono guai! 
Io ne sono molto ghiotto e tra i miei amici siciliani qualcuno ne sa qualcosa. 
Perciò, cari amici siciliani, se mi invitate a cena, mi raccomando la provola!
Sia chiaro è una battuta! Prendetela come tale.
Ora, torniamo seri e torniamo alla storia.
Esasperati, i monaci allontanarono don Carlo e lo mandarono a Capri, al Convento di San Salvatore.
Era il 20 settembre 1696.
Purtroppo, il demonio agì anche lì.
Alla fine, il 30 marzo 1697, don Carlo abbandonò l'abito.
Il diavolo se ne andò e lasciò il convento.
Ora, questa storia mi è piaciuta e ne ho fatto una poesia.
Don Carlo Vulcano (o Ulcano, come dir si voglia) fece (per certi versi) quello che non fece San Pio da Pietrelcina (1887-1968), il santo festeggiato oggi.
Ora, gli esorcisti parlano dei vari modi in cui il maligno interviene e fa del male.
Si parla (per esempio) della possessione, ossia l'intervento del maligno che prende possesso di una persona e le fa dire e fare ciò che vuole lui.
Questo è l'intervento più grave.
Però, il demonio può intervenire in altri modi, con il maleficio, l'ossessione, l'infestazione e la vessazione.
Il caso di don Carlo fu un caso di vessazione.
Ora, nella storia si parla di santi che furono attaccati dal demonio per farli allontanare dalla retta via.
In questi casi, Dio permette ciò per mettere alla prova la fede di queste persone.
San Pio di Pietrelcina

I casi noti possono essere quelli del profeta Giobbe, di Sant'Antonio Abate e di San Pio di Pietrelcina.
Queste persone resistettero alle malefatte del demonio ed oggi noi le ricordiamo come santi, persone da imitare.
Don Carlo Vulcano (o Ulcano) non fu certamente come loro.
Quest'ultimo non può essere ricordato come un esempio positivo.
Termino, augurando buona festa di San Pio da Pietrelcina. 
Cordiali saluti. 







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