alla Grande Moschea di Roma noi cattolici non siamo benvenuti.
Sono più di duemila le adesioni da parte delle associazioni che hanno aderito all'iniziativa lanciata dalle comunità arabe in Italia di aprire le porte ai cristiani per dire "no" a ogni forma di terrorismo.
Non tutte le comunità islamiche hanno seguito il presidente delle Comunità arabe in Italia, Foad Aodi, il medico palestinese fondatore e presidente dell'Associazione dei Medici di Origine Straniera in Italia (Amsi). Tra tutti i "no" arrivati ce n'è uno davvero pesante. E cioè quello della Grande Moschea di Roma.
Questo è un "no" che pesa molto sulla riuscita di questa manifestazione.
Ora, vorrei ricordare che, a seguito dell'uccisione di padre Jacques Hamel ad opera di terroristi islamici, i musulmani vollero venire nelle nostre chiese, durante le messe, e vollero dire la loro dai nostri pulpiti, spesso dicendo cose discutibili.
Adesso, quelli della Grande Moschea di Roma non vogliono che noi entriamo.
Questo sarebbe il dialogo?
A casa mia, il dialogo richiede la reciprocità.
Senza reciprocità non ci può essere dialogo.
Cordiali saluti.
Guardi che nelle moschee gli infedeli non possono entrare perché impuri e blasfemi, al massimo ti fanno entrare in una sconsacrata e puzzolentissima come è capitato a me a Skopjie, così tanto per......io manco l'avrei fatta costruire a Roma davanti a S.Pietro, ma io sono un terrorista politicamente scorretto, ma quale dialogo......à la guerre comme à la guerre, altro che pace amore e ramadan.
RispondiEliminaLo vada a dire a quei preti che hanno fatte entrare gli islamici nelle chiese durante le messe e che hanno permesso a loro di dire ciò che hanno voluto.
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