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Una voce libera per tutti. Sono Antonio Gabriele Fucilone e ho deciso di creare questo blog per essere fuori dal coro.

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Il mio libro, in collaborazione con Morris Sonnino

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giovedì 20 marzo 2014

Gesù e la samaritana

Gesù e la samaritana-Antonio De Bellis (XVII secolo AD), Galleria Napoli Nobilissima


Cari amici ed amiche.

Ecco i brani che saranno letti nelle sante messe di sabato sera e domenica mattina:
Dal libro dell'Esodo, capitolo 17, versetti 3-7:

[3] In quel luogo dunque il popolo soffriva la sete per mancanza di acqua; il popolo mormorò contro Mosè e disse: "Perché ci hai fatti uscire dall'Egitto per far morire di sete noi, i nostri figli e il nostro bestiame?". 

[4] Allora Mosè invocò l'aiuto del Signore, dicendo: "Che farò io per questo popolo? Ancora un poco e mi lapideranno!". 

[5] Il Signore disse a Mosè: "Passa davanti al popolo e prendi con te alcuni anziani di Israele. Prendi in mano il bastone con cui hai percosso il Nilo, e va! 

[6] Ecco, io starò davanti a te sulla roccia, sull'Oreb; tu batterai sulla roccia: ne uscirà acqua e il popolo berrà". Mosè così fece sotto gli occhi degli anziani d'Israele. 

[7] Si chiamò quel luogo Massa e Meriba, a causa della protesta degli Israeliti e perché misero alla prova il Signore, dicendo: "Il Signore è in mezzo a noi sì o no?". 


Salmo 95:

[1] Venite, applaudiamo al Signore, 
acclamiamo alla roccia della nostra salvezza. 
[2] Accostiamoci a lui per rendergli grazie, 
a lui acclamiamo con canti di gioia. 

[3] Poiché grande Dio è il Signore, 
grande re sopra tutti gli dei. 

[4] Nella sua mano sono gli abissi della terra, 
sono sue le vette dei monti. 

[5] Suo è il mare, egli l'ha fatto, 
le sue mani hanno plasmato la terra. 

[6] Venite, prostràti adoriamo, 
in ginocchio davanti al Signore che ci ha creati. 

[7] Egli è il nostro Dio, 
e noi il popolo del suo pascolo, 
il gregge che egli conduce. 

[8] Ascoltate oggi la sua voce: 
"Non indurite il cuore, 
come a Meriba, come nel giorno di Massa nel deserto, 

[9] dove mi tentarono i vostri padri: 
mi misero alla prova 
pur avendo visto le mie opere. 

[10] Per quarant'anni mi disgustai di quella generazione 
e dissi: Sono un popolo dal cuore traviato, 
non conoscono le mie vie; 

[11] perciò ho giurato nel mio sdegno: 
Non entreranno nel luogo del mio riposo". 


Dalla lettera di San Paolo Apostolo ai Romani, capitolo 5, versetti 1-2, 5-8:

[1] Giustificati dunque per la fede, noi siamo in pace con Dio per mezzo del Signore nostro Gesù Cristo; 

[2] per suo mezzo abbiamo anche ottenuto, mediante la fede, di accedere a questa grazia nella quale ci troviamo e ci vantiamo nella speranza della gloria di Dio. 

[5] La speranza poi non delude, perché l'amore di Dio è stato riversato nei nostri cuori per mezzo dello Spirito Santo che ci è stato dato. 

[6] Infatti, mentre noi eravamo ancora peccatori, Cristo morì per gli empi nel tempo stabilito. 

[7] Ora, a stento si trova chi sia disposto a morire per un giusto; forse ci può essere chi ha il coraggio di morire per una persona dabbene. 

[8] Ma Dio dimostra il suo amore verso di noi perché, mentre eravamo ancora peccatori, Cristo è morto per noi. 

Dal Vangelo secondo San Giovanni, capitolo 4, versetti 5-42:

[5] Giunse pertanto ad una città della Samaria chiamata Sicàr, vicina al terreno che Giacobbe aveva dato a Giuseppe suo figlio: 

[6] qui c'era il pozzo di Giacobbe. Gesù dunque, stanco del viaggio, sedeva presso il pozzo. Era verso mezzogiorno. 

[7] Arrivò intanto una donna di Samaria ad attingere acqua. Le disse Gesù: "Dammi da bere". 

[8] I suoi discepoli infatti erano andati in città a far provvista di cibi. 

[9] Ma la Samaritana gli disse: "Come mai tu, che sei Giudeo, chiedi da bere a me, che sono una donna samaritana?". I Giudei infatti non mantengono buone relazioni con i Samaritani. 

[10] Gesù le rispose: "Se tu conoscessi il dono di Dio e chi è colui che ti dice: "Dammi da bere!", tu stessa gliene avresti chiesto ed egli ti avrebbe dato acqua viva". 

[11] Gli disse la donna: "Signore, tu non hai un mezzo per attingere e il pozzo è profondo; da dove hai dunque quest'acqua viva? 

[12] Sei tu forse più grande del nostro padre Giacobbe, che ci diede questo pozzo e ne bevve lui con i suoi figli e il suo gregge?". 

[13] Rispose Gesù: "Chiunque beve di quest'acqua avrà di nuovo sete; 

[14] ma chi beve dell'acqua che io gli darò, non avrà mai più sete, anzi, l'acqua che io gli darò diventerà in lui sorgente di acqua che zampilla per la vita eterna". 

[15] "Signore, gli disse la donna, dammi di quest'acqua, perché non abbia più sete e non continui a venire qui ad attingere acqua". 

[16] Le disse: "Va a chiamare tuo marito e poi ritorna qui". 

[17] Rispose la donna: "Non ho marito". Le disse Gesù: "Hai detto bene "non ho marito"; 

[18] infatti hai avuto cinque mariti e quello che hai ora non è tuo marito; in questo hai detto il vero". 

[19] Gli replicò la donna: "Signore, vedo che tu sei un profeta. 

[20] I nostri padri hanno adorato Dio sopra questo monte e voi dite che è Gerusalemme il luogo in cui bisogna adorare". 

[21] Gesù le dice: "Credimi, donna, è giunto il momento in cui né su questo monte, né in Gerusalemme adorerete il Padre. 

[22] Voi adorate quel che non conoscete, noi adoriamo quello che conosciamo, perché la salvezza viene dai Giudei. 

[23] Ma è giunto il momento, ed è questo, in cui i veri adoratori adoreranno il Padre in spirito e verità; perché il Padre cerca tali adoratori. 

[24] Dio è spirito, e quelli che lo adorano devono adorarlo in spirito e verità". 

[25] Gli rispose la donna: "So che deve venire il Messia (cioè il Cristo): quando egli verrà, ci annunzierà ogni cosa". 

[26] Le disse Gesù: "Sono io, che ti parlo". 

[27] In quel momento giunsero i suoi discepoli e si meravigliarono che stesse a discorrere con una donna. Nessuno tuttavia gli disse: "Che desideri?", o: "Perché parli con lei?". 

[28] La donna intanto lasciò la brocca, andò in città e disse alla gente: 

[29] "Venite a vedere un uomo che mi ha detto tutto quello che ho fatto. Che sia forse il Messia?". 

[30] Uscirono allora dalla città e andavano da lui. 

[31] Intanto i discepoli lo pregavano: "Rabbì, mangia". 

[32] Ma egli rispose: "Ho da mangiare un cibo che voi non conoscete". 

[33] E i discepoli si domandavano l'un l'altro: "Qualcuno forse gli ha portato da mangiare?". 

[34] Gesù disse loro: "Mio cibo è fare la volontà di colui che mi ha mandato e compiere la sua opera. 

[35] Non dite voi: Ci sono ancora quattro mesi e poi viene la mietitura? Ecco, io vi dico: Levate i vostri occhi e guardate i campi che già biondeggiano per la mietitura. 

[36] E chi miete riceve salario e raccoglie frutto per la vita eterna, perché ne goda insieme chi semina e chi miete. 

[37] Qui infatti si realizza il detto: uno semina e uno miete. 

[38] Io vi ho mandati a mietere ciò che voi non avete lavorato; altri hanno lavorato e voi siete subentrati nel loro lavoro". 

[39] Molti Samaritani di quella città credettero in lui per le parole della donna che dichiarava: "Mi ha detto tutto quello che ho fatto". 

[40] E quando i Samaritani giunsero da lui, lo pregarono di fermarsi con loro ed egli vi rimase due giorni. 

[41] Molti di più credettero per la sua parola 
[42] e dicevano alla donna: "Non è più per la tua parola che noi crediamo; ma perché noi stessi abbiamo udito e sappiamo che questi è veramente il salvatore del mondo". ".

I brani sono stati presi dal sito della Santa Sede.
Queste letture si ricollegano a quanto detto ieri da suor Elena Bosetti, durante gli esercizi spirituali che si sono tenuti qui nella parrocchia di San Giovanni Battista di Roncoferraro (Mantova).
I Samaritani credettero a quello che disse loro Gesù Cristo.
Essi, però, non credettero per ingenuità ma perché videro che in Gesù Cristo vi era effettivamente qualcosa in più, quel qualcosa che, per esempio, andava ben oltre la divisione dell'epoca tra Giudei e Samaritani.
I Samaritani erano discendenti coloro che rimasero nella Terra Santa durante il periodo della deportazione operata dagli Babilonesi (VII-VI secolo BC) e dagli Assiri di re Saragon II (721-705 BC) .
Quando i deportati tornarono, i Samaritani furono visti come eretici, poiché sposarono con non ebrei.
I Samaritani venerarono (e tuttora i loro discendenti venerano) Dio sul Monte Garizim.
Tra i Giudei (i discendenti dei deportati) ed i Samaritani non correva buon sangue.
Il fatto che i Samaritani avessero iniziato a credere ad un giudeo, qual era Gesù, fu una dimostrazione vera della Sua natura divina e della presenza dello Spirito Santo, lo Spirito che favorisce il discernimento.
Questo discernimento fu avvertito dalla donna samaritana incontrata da Gesù, donna a cui egli disse dei suoi cinque matrimoni e della sua convivenza con un altro uomo, senza che fosse informato. 
Questa donna divenne messaggera di Gesù tra i Samaritani in quella zona.
Anche qui agì lo Spirito Santo. 
Gesù stesso disse: "Dio è spirito, e quelli che lo adorano devono adorarlo in spirito e verità".
L'azione dello Spirito Santo permette la conversione.
La vera conversione, però, non è tanto il cambio di religione ma il cambio di vita.
Cordiali saluti.






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Ringrazio un caro amico di questa foto.