Nel 328 BC, fu costruito il Tempio sul Monte Garizim, un monte che si trova nell'attuale Cisgiordania, uno dei territori con cui si vorrebbe fare lo Stato di Palestina e che dovrebbe fare parte di Israele.
Ora, sul Monte Garizim vi era il famoso Pozzo di Giacobbe, il pozzo di cui parla il brano del Vangelo secondo San Giovanni (capitolo 4, versetti 5-42) che recita:
"[5] Giunse pertanto ad una città della Samaria chiamata Sicàr, vicina al terreno che Giacobbe aveva dato a Giuseppe suo figlio:
[6] qui c'era il pozzo di Giacobbe. Gesù dunque, stanco del viaggio, sedeva presso il pozzo. Era verso mezzogiorno.
[7] Arrivò intanto una donna di Samaria ad attingere acqua. Le disse Gesù: "Dammi da bere".
[8] I suoi discepoli infatti erano andati in città a far provvista di cibi.
[9] Ma la Samaritana gli disse: "Come mai tu, che sei Giudeo, chiedi da bere a me, che sono una donna samaritana?". I Giudei infatti non mantengono buone relazioni con i Samaritani.
[10] Gesù le rispose: "Se tu conoscessi il dono di Dio e chi è colui che ti dice: "Dammi da bere!", tu stessa gliene avresti chiesto ed egli ti avrebbe dato acqua viva".
[11] Gli disse la donna: "Signore, tu non hai un mezzo per attingere e il pozzo è profondo; da dove hai dunque quest'acqua viva?
[12] Sei tu forse più grande del nostro padre Giacobbe, che ci diede questo pozzo e ne bevve lui con i suoi figli e il suo gregge?".
[13] Rispose Gesù: "Chiunque beve di quest'acqua avrà di nuovo sete;
[14] ma chi beve dell'acqua che io gli darò, non avrà mai più sete, anzi, l'acqua che io gli darò diventerà in lui sorgente di acqua che zampilla per la vita eterna".
[15] "Signore, gli disse la donna, dammi di quest'acqua, perché non abbia più sete e non continui a venire qui ad attingere acqua".
[16] Le disse: "Va a chiamare tuo marito e poi ritorna qui".
[17] Rispose la donna: "Non ho marito". Le disse Gesù: "Hai detto bene "non ho marito";
[18] infatti hai avuto cinque mariti e quello che hai ora non è tuo marito; in questo hai detto il vero".
[19] Gli replicò la donna: "Signore, vedo che tu sei un profeta.
[20] I nostri padri hanno adorato Dio sopra questo monte e voi dite che è Gerusalemme il luogo in cui bisogna adorare".
[21] Gesù le dice: "Credimi, donna, è giunto il momento in cui né su questo monte, né in Gerusalemme adorerete il Padre.
[22] Voi adorate quel che non conoscete, noi adoriamo quello che conosciamo, perché la salvezza viene dai Giudei.
[23] Ma è giunto il momento, ed è questo, in cui i veri adoratori adoreranno il Padre in spirito e verità; perché il Padre cerca tali adoratori.
[24] Dio è spirito, e quelli che lo adorano devono adorarlo in spirito e verità".
[25] Gli rispose la donna: "So che deve venire il Messia (cioè il Cristo): quando egli verrà, ci annunzierà ogni cosa".
[26] Le disse Gesù: "Sono io, che ti parlo".
[27] In quel momento giunsero i suoi discepoli e si meravigliarono che stesse a discorrere con una donna. Nessuno tuttavia gli disse: "Che desideri?", o: "Perché parli con lei?".
[28] La donna intanto lasciò la brocca, andò in città e disse alla gente:
[29] "Venite a vedere un uomo che mi ha detto tutto quello che ho fatto. Che sia forse il Messia?".
[30] Uscirono allora dalla città e andavano da lui.
[31] Intanto i discepoli lo pregavano: "Rabbì, mangia".
[32] Ma egli rispose: "Ho da mangiare un cibo che voi non conoscete".
[33] E i discepoli si domandavano l'un l'altro: "Qualcuno forse gli ha portato da mangiare?".
[34] Gesù disse loro: "Mio cibo è fare la volontà di colui che mi ha mandato e compiere la sua opera.
[35] Non dite voi: Ci sono ancora quattro mesi e poi viene la mietitura? Ecco, io vi dico: Levate i vostri occhi e guardate i campi che già biondeggiano per la mietitura.
[36] E chi miete riceve salario e raccoglie frutto per la vita eterna, perché ne goda insieme chi semina e chi miete.
[37] Qui infatti si realizza il detto: uno semina e uno miete.
[38] Io vi ho mandati a mietere ciò che voi non avete lavorato; altri hanno lavorato e voi siete subentrati nel loro lavoro".
[39] Molti Samaritani di quella città credettero in lui per le parole della donna che dichiarava: "Mi ha detto tutto quello che ho fatto".
[40] E quando i Samaritani giunsero da lui, lo pregarono di fermarsi con loro ed egli vi rimase due giorni.
[41] Molti di più credettero per la sua parola [42] e dicevano alla donna: "Non è più per la tua parola che noi crediamo; ma perché noi stessi abbiamo udito e sappiamo che questi è veramente il salvatore del mondo".
Ora, dove si trova il Pozzo di Giacobbe?
Il sito di Donato Calabrese parla di questo pozzo.
Esso si trova presso l'antica città di Sichem, che in lingua aramaica si chiamava Sicar e le cui rovine sono presso l'antica Flavia Neapolis, che oggi noi conosciamo come Nablus.
Al tempo di Gesù, il pozzo era un grosso buco nel terreno in cui ci si calava per prendere l'acqua.
Pochi anni dopo la morte e (resurrezione) di Cristo, San Filippo Diacono evangelizzò molti samaritani nella città samaritana di Sebaste ed i discepoli di San Pietro e quelli di San Giovanni evangelizzarono molte borgate di samaritani, come scrisse San Luca negli Atti degli Apostoli (capitolo 8, versetto 25).
San Giustino (100-162 AD o 168 AD), che era nativo di Flavia Neapolis, ricordò che le comunità samaritano-cristiane erano sorte in mezzo a giudei e cristiani.
Questo ci deve fare riflettere su una cosa.
Poiché l'evangelizzazione di Sichar ebbe i suoi effetti, quel pozzo di Giacobbe potrebbe essere diventato un luogo di Battesimo, dato che ivi stette Gesù Cristo.
Un anonimo pellegrino di Bordeaux, Francia, lo menzionò nel 333 AD, con le parole: "Balneus qui de eo puteo lavantur".
Ho trovato questa frase nel Corpus Corporum.
Certo, ho dei dubbi sull'anno. Io penso che in realtà il numero 333 non sia casuale.
Il tre indica la Santissima Trinità.
Sul luogo del pozzo venne fatta una chiesa.
Con la I Crociata (1095-1099) il luogo fu preso dai Latini che costruirono una chiesa al posto di quella bizantina andata in rovina.
Con la caduta del Regno di Gerusalemme, nel 1187, anche questa chiesa cadde in rovina.
Nel 1347, frate francescano padre Niccolò da Poggibonsi, documentò lo stato di rovina della chiesa.
Il pozzo era pieno di rottami e detriti.
Tre secoli dopo, padre Quaresimi scrisse che il luogo fu preso dai cristiani greco-ortodossi che celebravano le loro funzioni.
Nel 1860, i greci divennero proprietari del luogo e ripulirono il pozzo.
Nel 1914 fu iniziata una chiesa che ancora oggi è da finire.
La chiesa conserva un singolare sarcofago decorato da festoni ed Amazzoni nel lato e da una croce in rilievo nel lato corto.
Esso risale al II o al III AD.
Questo sarcofago potrebbe essere testimonianza di una presenza cristiana antecedente al regno dell'imperatore romano Costantino I (274 AD-337 AD).
Anzi, potrebbe esserci stata una chiesa o un edificio in cui si faceva il culto.
Tutte queste nozioni ci debbono dare l'idea di quello che fu Sichem al tempo di Gesù.
Sichem doveva essere una prospera città fatta sul modello di Gerusalemme, con il Tempio sull'altura.
Quando fu distrutto, la zona del Tempio potrebbe avere fatto la fine dell'Haram di Gerusalemme.
Nel VII secolo AD gli Arabi fecero una moschea, come la Moschea della Roccia, in Gerusalemme.
Questa però è oggi in rovina.
Cordiali saluti.
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