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Il mio libro, in collaborazione con Morris Sonnino

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domenica 30 marzo 2014

Erzsébet Bathory, la contessa Dracula

Cari amici ed amiche.

Vi parlo della contessa Erzsébet Bathory (7 agosto 1560-21 agosto 1614).
Ella fu una nobildonna ungherese. Nacque a Nyirbàtor (in Ungheria) ma fu allevata ad Ecsed, in Transilvania, oggi in Romania.
La sua famiglia, Bathory Ecsed faceva parte delle casate protestanti ungheresi.
Quella dei Bathory fu una famiglia che annoverava eroi di guerra, un cardinale ed un re di Polonia, Stefano I (1533-1586).
Fin da bambina, ella dava segni di squilibrio.
All'età di sei anni, un gruppo di zingari venne alla sua corte e uno di loro fu condannato a morte per avere venduto i figli ai turchi.
Le grida dell'uomo arrivarono fino al castello. Erzsébet sentì tutto e fuggì per vedere la condanna a morte, che fu orribile.
I soldati aprirono il ventre di un cavallo e vi misero il condannato dentro, per poi ricucire tutto.
All'età di 11 anni si fidanzò con Ferenc Nadadsy (di sette anni più grande di lei) e andò a vivere con lui nel castello di Nadadsy, vicino al confine austriaco.
All'età di 13 anni incontrò il cugino, il principe di Transilvania, il quale, sotto i suoi occhi, fece tagliare naso ed orecchie a 54 persone sospettate di avere fomentato una rivolta di contadini.
L'8 maggio 1575, Erzsébet sposò il promesso sposo.
Venne invitato al matrimonio anche l'imperatore Massimiliano II d'Asburgo che non venne ma fece recapitare un gioiello.
La sua vita mostrò il suo lato più oscuro.
Il marito era sadico.
Egli amava fare cospargere delle ragazze nude di miele e legarle vicino alle sue arnie.
Essendo impegnato nella lotta contro i Turchi, il marito stava fuori e la moglie controllava le proprietà.
Erzsébet si vestiva di maschio e verso i 18-19 anni ebbe una figlia illegittima, figlia che fu affidata ad un contadino.
Si racconta che poi quest'ultima fosse progenitrice di importanti famiglie, come quella dei Mansfeld.
Nei primi dieci anni di matrimonio non ebbe figli ma nei nove seguenti ebbe partorì tre figlie ed un figlio.
Fu una madre protettiva.
Quando il marito era lontano da casa, per passare il tempo, Erzsébet andò dalla zia, la contessa Karla, ed iniziò a partecipare ad orge organizzate da lei.
Qui iniziò a fare vedere ancora di più la pazzia.
Lì conobbe anche Dorothea Szentes, un'esperta di magia nera, che le insegnò certe pratiche.
Ci fu anche un servo di nome Thorko che le insegnò la stregoneria.
Al marito, ella scrisse:

"Ho appreso da Thorko una nuova deliziosa tecnica: prendi una gallina nera e la percuoti a morte con la verga bianca; ne conservi il sangue e ne spalmi un poco sul tuo nemico. Se non hai la possibilità di cospargerlo sul suo corpo, fai in modo di procurarti uno dei suoi capi di vestiario e impregnalo con il sangue.".

Ella ritenne intollerabile la fuga di una serva.
Una sera una dodicenne di nome Dora fuggì dal castello, con indosso solo una camicia bianca.
Fu presa e condotta dalla contessa, la quale la fece entrare in una gabbia troppo stretta per sedersi e troppo bassa per stare in in piedi.
Fu sollevata con delle carrucole e fatta oscillare contro paletti appuntiti.
La poveretta morì dissanguata e fatta a pezzi.
In un'altra occasione era pieno inverno e fece condurre delle ragazze denudate al cortile.
Fece versare su di loro dell'acqua e queste morirono assiderate.
Il marito non era da meno in fatto di sadismo.
Una volta ai due sposi venne il sospetto che una serva si fosse finta malata, le fecero così infilare tra le dita dei pezzi di carta impregnati d'olio a cui fu poi dato fuoco; dopo questo fatto ben pochi osarono dichiararsi ammalati. I segni della sua pazzia si palesavano sulle sue serve, punite sempre più duramente per i loro errori.
La cosa peggiore, però, avvenne quando ella schiaffeggiò una serva.
Una goccia di sangue uscì dal naso di quest'ultima e cadde sulla sua mano.
Ella ritenne che la mano fosse ringiovanita.
Alla fine, Erzsébet si convinse che il sangue avesse il potere di tenerla giovane ed iniziò a fare abluzioni di sangue di giovani vergini ed arrivò a berlo.
Si calcola che dal 1585 al 1610, ella abbia iniziato ad uccidere.
Nel suo castello venne istituita un'accademia in cui si facevano educare le ragazze.
In realtà, le poverette venivano spogliate, legate, incatenate e seviziate.
Le loro gole venivano recise ed il sangue veniva usato dalla contessa.
Si racconta che la contessa abbia fatto costruire un marchingegno chiamato "Vergine di ferro".
Questo marchingegno era una statua a forma di donna.
Appena una ragazza si avvicinava ad essa, la macchina alzava le braccia ed abbracciava la malcapitata che veniva trafitta da coltellacci che uscivano dal petto.
Le denunce di sparizioni delle signorine aristocratiche arrivarono all'orecchio dell'imperatore Mattia II e della Chiesa cattolica.
Gli inviati dell'imperatore colsero la contessa sul fatto a
Ella fu processata e condannata a vivere murata viva in una cella,  con un foro in cui fare passare il cibo, a Cachtice
Era il 1610.
Quattro anni dopo morì suicida, lasciandosi morire di fame.
Anche chi collaborò con lei fu condannato.
Il nano Fizko fu decapitato e bruciato.
La fedele domestica Ilona Joo ebbe le dita amputate e fu arsa viva insieme a Thorko.
Anche l'amante Laszlo fu torturato.
Katalyna Beniezky ebbe una condanna mite. Ella, infatti, occultava i cadaveri e qualche volta provava a dare da mangiare alle malcapitate.
Secondo gli storici, pare che ella abbia ucciso tra 100 e 300 persone ma le vittime potrebbero essere state di più.
La sua famiglia aveva avuto casi di malattie mentali (come la schizofrenia) ed il fatto che essa ebbe molti consanguinei sposati tra loro aggravò la situazione.
Fu lei la vera ispiratrice della leggenda del conte Dracula.
Cordiali saluti. 




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