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Una voce libera per tutti. Sono Antonio Gabriele Fucilone e ho deciso di creare questo blog per essere fuori dal coro.

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Il mio libro, in collaborazione con Morris Sonnino

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mercoledì 26 marzo 2014

Negazionismo della Shoah, un problema storico, religioso e culturale



Cari amici ed amiche.

Leggete l'articolo del sito "Leonardo.it" che è intitolato "Il negazionismo della Shoah".
Il negazionismo della Shoah, ossia la negazione dell'Olocausto dei ebrei nei campi di concentramento, è un problema storico, religioso e culturale.
In realtà, tra l'aspetto religioso e quello culturale vi è un profondo legame.
Nell'idea di certi ambienti "cattolici conservatori" (in particolare, al giorno d'oggi,  tra i sedevacantisti ed alcuni lefebvriani), vi era (e vi è tuttora) la visione dell'ebreo assassino di Cristo o dell'ebreo massone e pronto a controllare il mondo.
Questa visione era (e tuttora è) limitata, errata e pericolosa e non rispecchiava ( tuttora non rispecchia) né l'idea della Chiesa cattolica prima del Concilio Vaticano II né quella successiva a tale concilio.
Questi ambienti "cattolici conservatori" agiscono in totale disaccordo con il dettato della Bibbia.
Ricordo un discorso di Papa Pio XI (1857-1939) che condannò l'antisemitismo.
Da lì si può capire il livello di ignoranza che regnava (e che ancora oggi regna) in questi ambienti.
Personaggi come re Davide, re Salomone e Gesù Cristo non erano forse ebrei?
Da questa atavica ignoranza che regnava (e che regna) in questi ambienti poteva nascere il negazionismo?
La risposta è affermativa!
Questa idea spinse questi ambienti cattolici a sposare l'ideologia nazista. Il negazionismo di oggi è un prodotto di ciò.
L'ideologia nazista, però, si sposò anche con certe correnti del mondo islamico.
Il nazista Heinrich Himmler (1900-1945) definì l'Islam una "religione che manteneva l'ordine".
Da qui gli venne l'idea di creare le SS musulmane in Bosnia.
Un altro legame che riguardava il rapporto tra Islam e nazismo fu quello stabilito dal Gran Muftì di Gerusalemme Amin-al Husseini (1895-1974) ed Adolf Hitler.
Nel nascente Stato israeliano, Husseini si avvicinò ad Hitler in funzione anti-ebraica.
Husseini vide negli ebrei degli "invasori che rubavano le terre di Palestina".
In realtà, gli ebrei non rubarono nulla.
Le terre furono acquistate legalmente dagli ebrei.
Husseini, invece, diffuse l'idea degli ebrei che volevano distruggere gli arabi.
Da qui nacque quell'ostilità dei popoli islamici (o meglio di una certa parte molto consistente di loro) verso gli ebrei, quell'ostilità che portò al negazionismo della Shoah, quelle posizioni che vengono espresse (per esempio) dall'ex-presidente iraniano Mahmud Ahmadinejad o dai terroristi di Hamas e quelli dei Fratelli Musulmani.
Oggi, l'antisemitismo ha assunto il nome di anti-sionismo.
Si attacca Israele semplicemente perché è uno Stato formato da ebrei.
In tanti Stati si commettono atti di violenza e molti tacciono.
Invece, quando Israele si difende dagli attacchi di Hamas, ecco che c'è un "coro" pronto ad attaccare lo Stato ebraico.
Questo coro è costituito dagli ambienti "cattolici conservatori" di cui ho parlato prima, dagli ambienti islamici fondamentalisti, da quelli neonazisti e da quelli marxisti, che vedono negli ebrei e in Israele l'imperialismo americano.
Questi sono anche pronti a negare la Shoah oppure, con una certa ipocrisia, a tirare fuori qualche lacrima per il ricordo della Shoah e a bruciare le bandiere israeliane subito dopo.
La Shoah è una cosa seria.
Le camere a gas ed i forni ci furono per davvero e tanta gente innocente morì per davvero.
Ricordiamocelo!
Cordiali saluti.




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Ringrazio l'amico Morris Sonnino di questo screemshot de "Il Corriere della Sera".