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venerdì 28 marzo 2014

Negazionismo, il caso del vescovo Williamson e di padre Abrahamowicz

Vescovo Richard Williamson
Cari amici ed amiche.

Ho deciso di dare un seguito all'articolo intitolato "Negazionismo della Shoah, un problema storico, religioso e culturale", parlando di due casi, quello dell'ex vescovo della Fraternità di San Pio X Richard Williamson e quello dell'ex prete della Fraternità di San Pio X don Florian Abrahamowicz.

Williamson (nato nel 1940) è un vescovo inglese.
Questi faceva parte della Fraternità di San Pio X, presso la quale fu ordinato vescovo nel 1988 senza mandato pontificio da monsignor Marcel Lefebvre, nel 1988.
Il Papa dell'epoca, il Beato Giovanni Paolo II, lo scomunicò, come scomunicò Lefebvre e gli altri vescovi ordinati da lui.
Il 21 gennaio 2009, Papa Benedetto XVI ritirò la scomunica ma scoppio il caso Williamson.
Poco dopo, infatti, saltò fuori un'intervista rilasciata da Williamson ad una TV svedese il 1 novembre 2008, in cui egli disse:

"Io credo che le prove storiche siano fortemente in contrasto con l'idea che sei milioni di ebrei siano stati uccisi nelle camere a gas, a seguito di un'indicazione di Adolf Hitler. Io credo che non siano esistite le camere a gas.".

Inoltre, in un'intervista al "Catholic Herald",  Williamson disse che gli ebrei erano: "nemici di Cristo" e che gli attentati dell'11 settembre 2001 furono orditi dagli Stati Uniti d'America per invadere l'Afghanistan  e citò come fonte veritiera i "Protocolli dei Savi Sion" , un documento falso diffuso dall'Okhrana (la polizia segreta zarista) nel 1903, secondo cui vi sarebbe stato (o vi sarebbe) un complotto ordito da lobbies giudaico-massoniche.
Inutile dire che vi fu un mare di polemiche, tanto che la Segreteria di Stati del Vaticano, il 4 febbraio 2009, pubblicò questa nota:

"Le posizioni di Mons. Williamson sulla Shoah sono assolutamente inaccettabili e fermamente rifiutate dal Santo Padre, come Egli stesso ha rimarcato il 28 gennaio scorso quando, riferendosi a quell'efferato genocidio, ha ribadito la Sua piena e indiscutibile solidarietà con i nostri Fratelli destinatari della Prima Alleanza, e ha affermato che la memoria di quel terribile genocidio deve indurre "l'umanità a riflettere sulla imprevedibile potenza del male quando conquista il cuore dell'uomo", aggiungendo che la Shoah resta "per tutti monito contro l'oblio, contro la negazione o il riduzionismo, perché la violenza fatta contro un solo essere umano è violenza contro tutti"".

"Il vescovo Williamson, per una ammissione a funzioni episcopali nella Chiesa - aggiunge la nota - dovrà anche prendere in modo assolutamente inequivocabile e pubblico le distanze dalle sue posizioni riguardanti la Shoah, non conosciute dal Santo Padre nel momento della remissione della scomunica
".

La Fraternità di San Pio X espulse il vescovo, che fu anche cacciato dall'Argentina, ove dirigeva un seminario.
Ora, parliamo del caso di don Abrahamowicz.

Don Florian Abrahamowicz

Questi è un prete austriaco, nato a Vienna nel 1961.
Suo padre era un pastore protestante di origini ebraico-rumene.
Florian era uno dei cinque figli di questo pastore, tre dei quali divennero preti cattolici.
Florian, a differenza dei suoi due fratelli, si legò alla Fraternità di San Pio X, in nome della "difesa della tradizione cattolica" contro "l'eresia del Concilio Vaticano II".
Essendo sua madre italiana, don Abrahamowicz ha cittadinanza italiana ed era diventato Superiore della Fraternità Sacerdotale di San Pio IX nel Nord-Est.
Il 4 febbraio 2009, egli disse del Concilio Vaticano II:

"Il Concilio Vaticano II è stato peggio di un'eresia... San Pio X ci spiega che il modernismo è la 'cloaca maxima' delle eresie e non si capisce niente in questo modernismo: una pagina dice la verità, giri la pagina c'è l'errore. In questo senso dico che il Concilio Vaticano II è una cloaca maxima.".

Poco prima, però, egli disse delle cose che fecero ancora più orrore.
Egli disse che le camere a gas dei lager nazisti furono usate per disinfettare e che il numero degli ebrei uccisi non corrispose a 6.000.000 poiché questo numero fu riportato dal capo degli ebrei tedeschi.
Inoltre, egli non trovò giusto esaltare tanto la Shoah poiché vi erano stati altri genocidi.
Egli dichiarò anche:

" Inizialmente il popolo di Dio, ... diventarono quindi il popolo del deicidio, e ... alla fine dei tempi si riconvertiranno a Gesù Cristo.".

Il Sindaco di Verona Flavio Tosi definì mostruose queste parole.
Nel febbraio del 2009, Abrahamowicz fu espulso dalla Fraternità Sacerdotale di San Pio X.
Di recente, Abrahamowicz è tornato alla ribalta per una messa in suffragio del criminale nazista Erich Priebke (1913- 2013) celebrata in una villetta di Paese, un Comune della Provincia di Treviso.
Ora, analizziamo questi due casi.
Il vescovo Williamson e don Abrahamowicz facevano parte della Fraternità di San Pio X.
La Fraternità di San Pio X fu fondata nel 1970 da monsignor Marcel Lefebvre, contro il Concilio Vaticano II, che egli ritenne un'eresia, soprattutto per la riforma liturgica.
Nel 1988, Lefebvre ordinò dei vescovi senza il mandato papale, incorrendo nella scomunica.
Nella Fraternità di San Pio X entrarono sempre più elementi antisemiti.
Essi, infatti, appoggiandosi ad espressioni come quella che parla dei  "perfidi giudei" (espressione usata nella liturgia tridentina, prima del pontificato di Papa Giovanni XXIII, ma che in origine indicava solo il fatto che gli ebrei non avessero creduto in Gesù Cristo e non il "deicidio" da parte del popolo ebraico) poterono "fare coincidere con la fede" le loro errate posizioni.
Quindi, in varie componenti della Fraternità di San Pio X, vi fu un certo anti-giudaismo, per non dire antisemitismo vero e proprio.
Inoltre, la posizione intransigentemente ostile verso il Concilio Vaticano II, fece aumentare questo anti-giudaismo in modo netto.
Vedendo nel Concilio Vaticano II il "male assoluto" nella Chiesa ed un'eresia frutto di chissà quale complotto ordito da massoni, modernisti ed ebrei e non semplicemente un Concilio che riformò ma che non stravolse la Chiesa, questi elementi assunsero posizioni di palese antisemitismo.
Essi educarono sé stessi e coloro che impararono da essi ad essere ostili verso gli ebrei, visti come "nemici di Cristo" e minaccia per la Chiesa e coloro che idearono l'eresia del Concilio Vaticano II.
Ricordo che queste posizioni non sono del cattolicesimo attuale né della maggioranza di quello preconciliare.
Basti ricordarsi di Papa Pio XI (1857-1939) che condannò l'antisemitismo.
Questo volere "difendere a tutti i costi la "Tradizione" altro non è che un'accettazione della sua esteriorità (con la liturgia) ma rifiutando quello che è il suo vero significato, che annovera anche l'obbedienza al Papa.
Ergo, Williamson ed Abrahamowicz non rappresentano il cattolicesimo.
Cordiali saluti.
















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Ringrazio l'amico Morris Sonnino di questo screemshot de "Il Corriere della Sera".