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mercoledì 26 marzo 2014

Il leader dell'Ikea era nazista?

Cari amici ed amiche.

Leggete l'articolo de "La Stampa" che è intitolato "Mr. Ikea, un vero nazista anche dopo la guerra".

Nel suo libro intitolato "E nel Weinerwald sono rimasti gli alberi", la giornalista svedese Elisabeth Aasbrink ha rivelato dati scioccanti per quanto riguarda il fondatore di Ikea, il noto colosso svedese del mobile, Ingvar Kamprad.
Secondo quanto riportato, l'ottantacinquenne Ingvar Kamprad, era stato un iscritto al partito nazista svedese, con la tessera 4.014, ma faceva parte del gruppo di azione delle Sss ed arruolava nuovi camerati.
Egli ammirava il leader del partito nazista svedese, Engdahl, che fu il fondatore un partito neonazista,  Nysvenska Rörelsen, di cui Kamprad fece parte fino al 1945.
Tuttavia, Kamprad restò amico di Engdhal fino alla morte di quest'ultimo, negli anni '50.
L'articolo de "La Stampa" riporta:

"Durante gli Anni Cinquanta, il Movimento nuovo svedese non seguiva le classiche linee naziste e anziché sulle differenze razziali si basava sulla cultura, attenuando l’atteggiamento antisemita. Heléne Lööw, docente di storia all'università di Uppsala, spiega: "Intorno agli Anni Trenta-Quaranta, erano molti i giovani che cercavano un’identità politica ed erano facili prede della propaganda. Anche nei primi Anni cinquanta, si verificò un sbandamento sulla scia del contrasto fra Est ed Ovest. Ma il fatto che Kamprad abbia aderito, fino al 1955, al movimento neonazista approfondisce la conoscenza del suo carattere ed è strano che egli non ne abbia parlato prima, quando furono rivelate le sue simpatie giovanili per il nazismo. L' Ikea è quasi un'istituzione nazionale svedese ed è interessante discutere di questa materia".
Nel libro si parla di un ragazzo ebreo che, sfuggito allo sterminio, fu assunto come garzone dalla famiglia Kamprad e di come Ingvar fosse rimasto legato a lungo a lui da una profonda amicizia. "E io volevo sapere spiega la Aasbrink - come fosse possibile essere amico fraterno di un ragazzo ebreo e allo stesso tempo ammirare un tipo come Engdahl che era il massimo esponente svedese dell’antisemitismo e un acerrimo nemico della democrazia. Ma Kamprad mi disse: lo considero un grande uomo e continuerò a farlo per tutta la vita". Sarebbe stata la nonna di Ingvar, Fanny Kamprad, originaria dei Sudeti, a destare nel futuro fondatore del colosso mondiale Ikea l’ammirazione per Adolf Hitler, che aveva restituito alla Germania la sua terra natale, ridando ordine al Paese. Kamprad ricorda che in casa della nonna giungevano riviste eleganti a colori che, sotto la regia di Joseph Goebbels, illustravano i miracoli del nazismo. L’impegno politico fra i 15 e i 26 anni viene definito dallo stesso Kamprad "un peccato di gioventù" e qui in Svezia sono in tanti a dire che la ragione della "persecuzione" di Kamprad affonderebbe le radici nel desiderio di mettersi in mostra da parte di giornalisti e scrittori e nell'invidia.".

Definire l'adesione al nazismo un semplice "peccato di gioventù" non è il massimo.
Una cosa del genere non va minimizzata.
Se fu vero che ci furono adesioni al partito nazista che furono forzate (ricordo che il partito nazista era un partito-stato e chi non era iscritto ad esso non poteva accedere a molti servizi) fu altrettanto vero che Kamprad non solo aderì al partito nazista ma prese anche parte attiva in esso, favorendo il reclutamento di altre persone in esso. 
Una persona può anche redimersi ma la redenzione deve essere un atto autentico in cui la stessa persona che ha commesso certi atti si penta sinceramente di ciò e prenda parte attiva contro quelle idee che in passato egli sosteneva.
Kamprad ha fatto ciò?
Non basta, per esempio, fare costruire un deposito in Israele ma bisogna condannare con tutte le forze quelle idee naziste e fare compagne contro di esse.
Cordiali saluti.




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