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Una voce libera per tutti. Sono Antonio Gabriele Fucilone e ho deciso di creare questo blog per essere fuori dal coro.

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Il mio libro, in collaborazione con Morris Sonnino

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mercoledì 13 novembre 2013

Stilicone e Alarico

Cari amici ed amiche.

Vi voglio parlare di un argomento di storia romana.
L'ultimo periodo dell'Impero Romano fu caratterizzato da un forte declino.
Dalla morte dell'imperatore Alessandro Severo (235 AD) per l'impero iniziò il declino.
Avendo perso la loro autonomia, Roma e l'Italia iniziarono ad ingurgitare ricchezze dalle province.
A ciò, si unì una vera e propria instabilità politica.
L'esercito, di fatto, comandava e nominava e deponeva gli imperatori.
Varie terre diventarono indifendibili dagli attacchi dei barbari che premevano sempre più alle porte.
Per cercare di gestirlo meglio, l'imperatore Diocleziano (294-311) istituì la tetrarchia. L'impero fu diviso in due parti (Oriente ed Occidente) e poi venne diviso in quattro.
Ciascuna delle due parti, infatti, era governata da un "Augusto" ed un "Cesare" in due aree distinte.
Con l'imperatore Costantino I (274-337) ci fu il ricompattamento sociale sotto la bandiera del Cristianesimo ma le istituzioni erano deboli. 
La corruzione dilagava e molti giovani (tramite la corruzione) non entravano nell'esercito.
Alla fine, i Romani incominciavano ad aprire ai barbari e li fecero "foederati" dell'esercito.
Molti di questi salirono di grado.
Alla morte dell'imperatore Teodosio I (395 AD) l'impero venne diviso in due tra i due figli.
Arcadio (377-408) divenne imperatore dell'Impero Romano d'Oriente, con capitale Costantinopoli, che comprendeva la Penisola Balcanica, l'Anatolia, la Siria, il territorio di Israele (che veniva chiamato Palestina) e l'Egitto.
Onorio (384-423) governò l'Impero Romano d'Occidente, con capitale Milano (fino al 402) e poi Ravenna, che comprendeva la Penisola Iberica, la Gallia (oggi Francia), parte dell'attuale Germania, il Belgio, il Lussemburgo ed i Paesi Bassi, la Britannia, i territori delle attuali Svizzera ed Austria, i territori delle attuali Slovenia, Croazia ed Ungheria (Pannonia), l'Italia ed i territori che corrispondevano alle attuali Libia, Tunisia, Algeria, Marocco e Mauritania, oltre all'Italia.
Le due parti dell'impero ebbero storie diverse.
L'Impero Romano d'Occidente si sgretolò dopo nemmeno un secolo.
L'Impero Romano d'Oriente durò mille anni in più, fino a quando i Turchi Ottomani non conquistarono Costantinopoli (29 maggio 1453).
L'Impero Romano d'Occidente risentiva maggiormente dei problemi prima descritti.
Nel 407 AD, le legioni romane iniziarono ad abbandonare la Britannia, per difendere Roma.
L'inizio della storia di questo impero fu caratterizzato da tre personaggi, l'imperatore Onorio, il Magister Militum Stilicone e Alarico.
Stilicone (in latino Flavius Stilicho, 359-408) fu un militare di origine vandala.
Fu ariano (seguace dell'arianesimo) ma rispettò il cattolicesimo e le istituzioni romane.
Sposò Serena, una nipote dell'imperatore Teodosio ed ebbe un figlio, Eucherio, e due figlie, Maria e Temanzia.
Queste ultime sposarono Onorio, in due periodi diversi.
Egli operò con Teodosio I a Costantinopoli.
Fu un diplomatico che operò anche presso lo scià dell'Impero Sassanide.
All'uccisione dell'imperatore d'Occidente Valentiniano II, nel 392,  Stilicone vinse Flavio Eugenio nella Battaglia del fiume Frigido (nell'attuale Slovenia), impedendogli di diventare imperatore d'Occidente, nel 394.
L'esercito di Stilicone ebbe nelle sue file dei foederati Goti.
I Goti erano un popolo germanico ed ariano.
Essi si divisero poi in Visigoti (Goti dell'Ovest) ed Ostrogoti (Goti dell'Est).
Quelli nelle file di Stilicone erano Visigoti e qui vi fu una figura che emerse, Alarico (370-410).
Il successo nella Battaglia del fiume Frigido impressionò notevolmente Teodosio che gli affidò il comando della difesa dell'impero.
Lo nominò anche tutore del figlio Onorio.
Stilicone affermò di essere stato nominato tutore di entrambi i figli di Teodosio, incrinando così i rapporti con la corte di Costantinopoli.
Quando Onorio divenne imperatore d'Occidente, Stilicone divenne il Magister Militum.
Qui accadde un fattaccio.
Alarico ruppe l'alleanza con l'impero e, con il suo esercito,  nel 395 saccheggiò  la Tracia, una provincia dell'Impero Romano d'Oriente.
Secondo le cronache, ad Alarico non andava giù il fatto di non essere stato messo a capo dell'esercito.
Pare, però, che egli fosse stato istigato dal prefetto dell'Impero Romano d'Oriente Flavio Rufino, per creare problemi a Stilicone e all'Impero Romano d'Occidente. 
Tra l'Impero Romano d'Occidente e quello d'Oriente ci fu una rivalità.
Stilicone marciò per fermare Alarico e mise insieme un esercito.
Tuttavia, istigato da Rufino, Arcadio fece tornare in Oriente le truppe che erano nell'armata di Stilicone ma che erano parte dell'Impero Romano d'Oriente.
In Oriente si temette che Stilicone prendesse il potere.
Nel 396, Stilicone tornò a Milano e poi partì per la frontiera del Reno.
Un anno dopo, egli affrontò di nuovo Alarico, questa volta in Peloponneso.
Consigliato da Eutropio, Arcadio gli ordinò di ritirarsi.
Questa intromissione di Stilicone in Oriente fece sì che il Senato di Costantinopoli lo dichiarasse nemico dell'Impero Romano d'Oriente.
Nel frattempo, l'Impero Romano d'Oriente nominò Alarico Magister Militum pro Illyricum e gli diede nuovi rifornimenti.
Oramai, i due imperi furono ai ferri corti.
In Africa del nord era scoppiata la rivolta del comes Gildone e non inviò più il grano a Roma.
Stilicone gli mandò contro Mescenzel, fratello di Gildone, e la rivolta fu sedata ma Mescenzel morì misteriosamente, forse assassinato dallo stesso Stilicone.
All'inizio del 401, Alarico varcò le Alpi Giulie ed iniziò a fare razzie in Italia.
Arrivò pure ad assediare Milano, la capitale dell'impero.
Solo nel 403, egli fu sconfitto da Stilicone, presso Verona.
Questa mossa, però, ebbe un costo.
Per difendere l'Italia, venne lasciata scoperta la frontiera del Reno.
Qui, il 31 dicembre 406, su pressione degli Unni, orde di barbari (Vandali, Alani e Svevi) varcarono il Reno ghiacciato presso Moguntiacum (Magonza, in Germania) e si insediarono nei territori imperiali, causando la morte di molte persone.
In quel contesto, un generale di nome Costantino venne dalla Britannia e si fece nominare imperatore ad Arles.
La notizia falsa di un decesso di Alarico ed il rischio di usurpazione del trono da parte di Costantino (Costantino III)  fecero in modo Stilicone non raggiungesse Alarico in Epiro per condurre una guerra civile contro l'Impero Romano d'Oriente per l'Illyricum orientale.
Stilicone mandò Saro, un generale di origine gota, in Gallia per porre fine all'usurpazione da parte di Costantino III, senza riuscirci.
Questo fece montare la rabbia di Alarico che iniziò a premere alla frontiera orientale dell'Italia, chiedendo il pagamento di 4.000 libbre d'oro per i "servizi resi" dall'esercito dei Goti.
Questa vicenda rese noto a tutti il fatto che vi fosse stato un accomodamento tra Stilicone e Alarico.
Stilicone cadde in disgrazia agli occhi del Senato.
Il senatore Lampadio disse che non vi era un'alleanza ma una schiavitù.
Secondo lo storico Zosimo, Stilicone volle inviare Alarico in Gallia contro Costantino III, con l'approvazione di Onorio.
Onorio decise di recarsi a Ravenna per vedere l'esercito ma Stilicone volle intimidirlo per fermarlo.
Onorio arrivò a Bologna e incontrò Stilicone.
I due ebbero una discussione molto accesa.
Onorio volle reclamare il trono di Costantinpoli, per la morte del fratello Arcadio.
Stilicone lo convinse a restare in Italia,  per la presenza in Gallia di Costantino III e quella di Alarico.
Stilicone si preparò a partire per Costantinopoli.
I cortigiani imperiali, però, lo odiavano.
Egli era pur sempre un barbaro e per di più professava credo ariano.
Uno dei cortigiani, un tale Olimpio, disse che egli stesse preparando il figlio Eucherio per il trono di Costantinopoli e che avesse pianificato l'assassinio di Rufino.
Era il 408.
Olimpio fece mettere contro Stilicone e l'imperatore Onorio.
Quest'ultimo mandò un ordine di arresto.
Stilicone si rifugiò in una chiesa di Ravenna ma il giorno successivo i soldati di Onorio giurarono di fronte al vescovo di non uccidere Stilicone e incarcerarlo.
Il giuramento non fu mantenuto.
Stilicone uscì dalla chiesa e lo stesso ufficiale che aveva dato il primo ordine, non mantenne la promessa.
Le truppe a lui fedeli, vollero sollevarsi per salvarlo ma egli, temendo per le sorti dell'impero, le fermò.
Il 22 agosto 408, Stilicone fu giustiziato.
In seguito, le famiglie romane attaccarono quelle di origine barbara, ingrossando l'esercito di Alarico che due anni dopo saccheggiò Roma.
Questa storia ha dei risvolti molto attuali.
Stilicone era un barbaro ma si sentiva romano e voleva difendere l'Impero Romano.
Oltretutto, faceva parte della famiglia imperiale romana.
Il potere però fu di fatto in mano ai barbari.
Per i Romani fu l'inizio della fine.
Forse, noi oggi dovremmo studiare di più questa storia, per fare sì che la cosa non si ripeta.
Cordiali saluti. 











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