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giovedì 7 novembre 2013

Il presidente Berlusconi e gli ebrei, altre due parole

Cari amici ed amiche.

Il presidente Berlusconi non voleva offendere gli ebrei.
L'Italia da lui governata era un'amica fidata di Israele e aveva sempre condannato senza sé e senza ma l'antisemitismo.
Una della ragioni per cui l'anno scorso il Popolo della Libertà aveva fatto cadere il governo presieduto da Mario Monti era stata proprio il fatto che quest'ultimo avesse riconosciuto all'Organizzazione delle Nazioni Unite lo Stato Palestinese.
Quindi, l'accusa di antisemitismo non riguarda il presidente Berlusconi. 
Inoltre va detta un'altra cosa.
Quando erano al potere, i nazisti non ricorrevano al terrorismo contro gli avversari politici e gli ebrei.
Essi usavano la legge e le istituzioni, facendo leggi contro le persone ed istituzionalizzando gli attacchi (come la "Kristallnacht"), fino ad arrivare a fare quello scempio che noi ricordiamo con il nome di Shoah.
In poche parole, le istituzioni stesse persero il ruolo di garanzia dei cittadini e vennero usate contro gli avversari politici, gli ebrei e chi era sgradito al regime.
La violenza divenne di Stato. 
Se pur con le dovute proporzioni e con tutto il rispetto per la vicenda della Shoah, il trattamento ricevuto dal presidente Berlusconi ha in comune il meccanismo.
Basti pensare ai continui processi che sono stati fatti contro di lui, molti dei quali sono finiti con un nulla di fatto, dopo un lungo calvario, come alla sentenza della Corte Cassazione nel processo Mediaset, di cui il giudice aveva parlato della sentenza ancora prima di depositarla, cosa che è stata irrituale.
Basti pensare all'attuale trattamento che gli stanno riservando in Senato, dal principio di retroattività della "Legge Severino" che è stato applicato contro di lui (e che la nostra Costituzione non riconosce) e al ricorso del voto palese per la sua decadenza, che il regolamento del Senato non riconosce.
Qui si stanno usando le istituzioni contro una persona.
Cordiali saluti.


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Il peggio della politica continua ad essere presente

Ringrazio un caro amico di questa foto.