Quello che ho scritto qualche settimana fa su "Italia chiama Italia" si è avverato: il ministro degli Esteri e fondatore di Insieme per l'Italia Luigi Di Maio si è apparentato con il Centro Democratico di Bruno Tabacci. Qui nel Mantovano Tabacci è noto.
Come si dice da queste parti, in dialetto, Tabacci l'è dla basa!
Mantovano di Quistello, del Basso Mantovano, democristiano di vecchia data ed ex-presidente della Regione Lombardia, Tabacci è uno dei politici più inclini al trasformismo.
Il partito di Tabacci, il Centro Democratico, è alleato del Partito Democratico, quel partito che qualche anno fa Di Maio chiamò "Partito di Bibbiano".
La carriera politica di Di Maio ha preso una piega veramente inaspettata ed ingloriosa.
Cresciuto nel Movimento 5 Stelle e divenuto vice-presidente della Camera dei Deputati, ministro dello Sviluppo Economico e ministro degli Affari Esteri senza alcun merito, Di Maio era quello che si diceva contrario ai trasformismi.
Oggi, egli si è apparentato con uno dei politici più inclini al trasformismo.
Inoltre, si è alleato con quel "Partito di Bibbiano" contro il quale in passato disse peste e corna.
Oltre a ciò, il centrosinistra (di cui il Centro Democratico è parte) ha deciso di candidare Di Maio in un collegio sicuro, quello di Modena, non molto lontano dalla Quistello di Tabacci.
Modena è una delle zone più di sinistra.
Di Maio ha capito molto bene una cosa: qui in Italia si fa politica per professione.
Se fosse rimasto nel Movimento 5 Stelle sarebbe stato costretto a tornare alla sua vita di sempre, per via della regola dei due mandati.
Così, è uscito dal Movimento 5 Stelle, ha fondato un suo partito, si è alleato con un vecchio volpone come Tabacci e così potrà continuare a fare politica.
Come si dice, ci ho visto lungo.
Questo è quanto.
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