Riprendo questo stralcio di un articolo di Andrea Venanzoni su "Atlantico Quotidiano":
"Nonostante il passaggio degli anni, il mutamento, spesso radicale, del contesto sociale e culturale, la sinistra quando scende nell’agone elettorale ha una sola formidabile arma di coagulazione delle varie anime che la compongono e di superamento delle spesso lancinanti contraddizioni interne: l’allarme sull’arrivo delle destre, con la variante, già in moto, del ‘pericolo fascismo’.
È l’eterno ritorno dell’uguale, di una ipocrisia che al netto dei grandi dibattiti intellettuali, delle grida scomposte sul medioevo e sulla perdita dei diritti, sui progetti di costruzione di una società libera e della retorica sulla comunità di destino, rimane sempre e solo polarizzata contro, e mai a favore di qualcosa.
Da Conte al “Fronte Repubblicano”
Ultimo in ordine di tempo, un evocato ‘Fronte Repubblicano’ che dovrebbe contrapporsi, nel solco della agenda Draghi, già ‘catturata’ ad usum Delphini, alle scomposte e volgari strumentalizzazioni del populismo e del sovranismo che si avanzano sull’altro versante.
E mentre tanto sul fronte interno quanto su quello esterno, inizia già a muoversi la macchina del fango chiamata a macinare le ossa di Fratelli d’Italia e Lega estraendo dal magico cassetto delle redazioni la consueta tiritera sull’oscurantismo, sul filoputinismo, sul fascismo e via dicendo, dal punto di vista della organizzazione politico-partitica si adombra la necessità di sostituire il “campo largo”, ormai bruciacchiato, con un soggetto diverso e accattivante.
Archiviato così (per ora) il fortissimo punto di riferimento dei progressisti, quel Giuseppe Conte che fino a pochi mesi fa il Pd indicava come unico, imprescindibile nome da sostenere, le migliori menti del progressismo italico sono tornate, gira e rigira, al punto di partenza: al mitologico Fronte Repubblicano, che nella mitografia barricadera di una sinistra polarizzante richiama alla memoria le epiche pagine di Francia e Spagna, quando la contrapposizione con il fascismo fu storica e reale, e non oleografica, strumentale e onirica come oggi.
A dire il vero, sono decenni che il Fronte Repubblicano agita i sonni degli inquieti strateghi della sinistra italiana: perché, vanno bene le proposte, va bene immaginare un progetto complessivo di società e modellare un qualche disegno economico, ma alla fine ciò che conta è sabotare e impedire la vittoria della destra".
C'è odore di ammucchiata.
L'ho accennato anche oggi su "Italia chiama Italia", si sta creando un polo di centro con Azione, Italia Viva, Più Europa, Insieme per l'Italia ed i transfughi del centrodestra, come Renato Brunetta, Maria Stella Gelmini, Mara Carfagna ed altri.
Magari, mettiamoci anche Clemente Mastella.
Questo polo porta avanti l'agenda Draghi.
Il centrosinistra non ha uno straccio di programma e così potrebbe benissimo sposare l'agenda Draghi ed attirare a sé il succitato centro.
Se tutto ciò si avverasse, avremmo un fronte eterogeneo che metterebbe insieme Brunetta e Speranza.
Partiti come Italia Viva ed Azione diventerebbero dei gatekeeper, dei partiti che drenerebbero voti al centrodestra.
Gli elettori moderati del centrodestra, i quali prima votavano Forza Italia, potrebbero votare Italia Viva o Azione.
Deve essere ricordato che i grandi sondaggi dicono che molti imprenditori del Nord voterebbero il Partito Democratico.
Essi sarebbero molto arrabbiati con Lega e Forza Italia per il fatto che questi due partiti siano usciti dalla maggioranza ed abbiano lasciato Draghi.
Questo sarebbe il "Fronte Repubblicano", una grandissima ammucchiata che nascerebbe per non fare vincere il centrodestra.
Una cosa del genere si vide già nel 2006, quando si formò l'Unione, la coalizione centrosinistra capeggiata da Romano Prodi che mise insieme Clemente Mastella, Paola Binetti, Domenico Fisichella, Massimo D'Alema, Emma Bonino, Antonio Di Pietro, Vladimir Luxuria e Marco Rizzo.
Fu una vera accozzaglia.
Basti pensare che in quella coalizione vi siano stati un ex-esponente di Alleanza Nazionale come Domenico Fisichella ed un comunista come Marco Rizzo.
Tuttavia, quell'accozzaglia vinse alla Camera dei Deputati con uno scarto di circa 24.755 voti.
Al Senato prevalse il centrodestra (la Casa delle Libertà) con il 50,21% dei voti, contro il 48,96% preso dall'Unione.
Tuttavia, l'Unione ebbe tre senatori in più, per effetto del voto degli italiani all'estero.
Infatti, dei sei senatori eletti all'estero quattro furono dell'Unione, uno (un tal senatore italo-argentino di nome Luigi Pallaro) fu indipendente ma appoggiò il centrosinistra ed uno fu di Forza Italia.
Così, l'Unione ebbe dalla sua 159 senatori contro i 156 del centrodestra.
Tuttavia, il Governo presieduto da Prodi implose nel 2008.
Ricordo molto bene quelle elezioni.
Dunque, il timore è che si possa ripetere la stessa storia: allearsi contro qualcuno e non per portare avanti progetti utili al Paese.
Il problema è che questo "Fronte Repubblicano" porterà avanti quelle politiche di cui il ministro della Salute Roberto Speranza (nella foto) è stato esecutore.
Questo è inquietante.
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