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Una voce libera per tutti. Sono Antonio Gabriele Fucilone e ho deciso di creare questo blog per essere fuori dal coro.

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Il mio libro, in collaborazione con Morris Sonnino

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sabato 16 luglio 2022

Vi sarebbe un ricatto di Draghi?




Su "Atlantico Quotidiano" vi è un articolo di Musso che è intitolato "Draghi tenta la fuga per la seconda volta: in alternativa, i pieni poteri".
Ne riporto questo stralcio:

"La crisi di governo è stata assai ben inquadrata da Federico Punzi: Sua Competenza ha “fin dall’inizio inteso questa esperienza di governo come un’anticamera, un dazio da pagare prima di salire con tutti gli onori al Colle”, mentre invece era una trappola giacché “al Quirinale il piano era dall’inizio la riconferma di Mattarella, e la sua chiamata a Chigi un modo elegante per mettere fuori gioco un titolato pretendente”. Cioè, il nostro aveva già tentato la fuga da Chigi.

Visto che quel primo tentativo di fuga era andato male, continua Punzi, Sua Competenza ne sta tentando un secondo: “coglierebbe al volo l’occasione di una fuoriuscita dei 5 Stelle per sfilarsi anche lui”.

Infatti, egli oggi usa esattamente le stesse parole che usava l’altra volta che ha tentato la fuga: martedì egli “ha rivendicato che tutti gli obiettivi del Pnrr sono centrati … ricordiamo che già mesi fa, poco prima dell’apertura delle votazioni per il Quirinale, fu lo stesso Draghi ad affermare in conferenza stampa di ritenere compiuta la missione assegnatagli”.

E però, pure stavolta i suoi carcerieri cercano di impedirgli la fuga. Conclude Punzi: “ha provato ad andarsene, ma accettando di essere rimandato davanti alle Camere per la verifica, di fatto ha concesso ai suoi carcerieri, Mattarella e Pd, altri cinque giorni, che questi useranno per inchiodarlo alla croce che dovrà portare fino a fine legislatura”.
Differenze fra i due tentativi di fuga

I due tentativi di fuga sono diversi fra loro, per quanto riguarda la crisi energetico-ucraina: perché allora Biden ed i suoi alleati erano persuasi di poter vincere la Russia con le sanzioni e le armi a Kiev, mentre oggi tale esito è tutto meno che scontato.

E sono diversi fra loro, per quanto riguarda la crisi del Btp: perché allora Bce aveva annunciato che avrebbe smesso di comprare titoli di Stato, mentre oggi ha smesso per davvero e, anzi, sta per aumentare i tassi ufficiali di interesse.

Se, fin dal primo tentativo, la situazione appariva a Sua Competenza abbastanza compromessa da spingerlo a puntare tutte le proprie carte su una fuga al Quirinale … figurarsi oggidì che le cose si son fatte molto più gravi.

E non è tutto, perché presto potrebbero farsi ancora più gravi: giovedì 21 luglio, il giorno dopo il previsto reddere rationem al Parlamento italiano, Bce si riunirà e dovrebbe scoprire le carte sul fantasmagorico scudo anti-spread salva-Btp
".

A questo si può capire che vi sia qualcosa di inquietante.
Il premier Mario Draghi, "Sua Competenza", potrebbe essere disposto a restare a Palazzo Chigi, per evitare quelle elezioni che i partiti della maggioranza che sostiene il suo Governo non vogliono ma in cambio questi ultimi dovranno lasciargli pieni poteri.
Ciò ha tutto l'aspetto di un ricatto.
Ergo, Draghi potrebbe chiedere pieni poteri e in cambio i deputati ed i senatori dei partiti che lo sostengono (Articolo 1, Partito Democratico, Movimento 5 Stelle, Insieme per l'Italia, Forza Italia, Lega ed altri, come i centristi di Italia Viva, Centro Democratico e simili) se ne starebbero buoni fino al 2023 e continuerebbero a guadagnare i loro soldini. 
Sorprende il Partito Democratico.
Quando a parlare di "pieni poteri" fu il leader della Lega Matteo Salvini, il Partito Democratico fece il  caos più totale.
Adesso, Draghi potrebbe chiedere i pieni poteri ed il Partito Democratico tace.
Questo è opportunismo politico.
Alla fine Draghi resterà a Palazzo Chigi ed i partiti della sua maggioranza gli faranno fare ciò che egli vorrà fare?
Se tutto ciò trovasse conferma, ci sarebbe veramente il rischio di una deriva dittatoriale.
Le istituzioni democratiche della Repubblica d'Italia sarebbero umiliate.
Tutto ciò avverrebbe per colpa della pusillanimità dei partiti che sostengono questo Governo.
Infatti, i partiti della maggioranza stanno insieme solo perché hanno paura di andare a votare.
Nessuno è mai morto a causa voto.
Si dice che qui in Italia non si voti perché vi è il Covid.
Queste sono tutte baggianate.
In altri Paesi si è votato regolarmente, Covid o non Covid.
In realtà, i partiti della maggioranza hanno paura del confronto con i cittadini perché sanno di non aver operato per il bene del Paese.
Purtroppo, vi è un altro problema.
Il dissenso è frammentato.
Da una parte vi è Fratelli d'Italia e dall'altra vi sono Italexit, L'Alternativa c'è ed altri movimenti extra-parlamentari.
Questi movimenti e partiti non possono andare d'accordo tra loro.
Per esempio, i comunisti di Marco Rizzo non possono certo andare d'accordo con Fratelli d'Italia.
Del resto, per uno come me Marco Rizzo non sarebbe votabile, in quanto comunista.
Certo, si deve riconoscere la serietà e la coerenza di Rizzo.
Io sono il primo a riconoscere ciò. 
Rizzo merita rispetto ma per uno come me egli sarebbe invotabile.
Sono cresciuto con i principi dell'anticomunismo.
D'altro canto, per una persona come me non sarebbe votabile neppure CasaPound.
Infatti, sono un conservatore-liberale.
Non sono uno che vota di pancia.
Voto con la testa e con il cuore e la mia testa ed il mio cuore sono sono di formazione e cultura conservatrice-liberale.
Del resto, alle assemblee d'istituto della scuola superiore da me frequentata facevo spesso e volentieri delle vere e proprie battaglie contro i comunisti.
Lo stesso discorso, alla rovescia, potrebbe essere fatto per il comunista che voterebbe senza dubbio il Partito Comunista Italiano di Rizzo o L'Alternativa c'è e non partiti come Fratelli d'Italia, Ancora Italia o Italexit.
Dunque, il dissenso non è univoco.
Non ci sono le condizioni per fare convergere le forze di opposizione (parlamentari ed extra-parlamentari) in un'unica direzione. 
Quindi, vi è un rischio veramente grosso di una deriva autoritaria.
Mancando un'opposizione forte e con un potere di fatto non più contendibile, noi rischiamo veramente di non essere più una democrazia.
Se poi ci togliessero anche il voto, saremmo veramente nella palta fino al collo. 
Se si votasse e tanta gente scegliesse di astenersi saremmo nei guai lo stesso.
Infatti, vi sarebbe il rischio di vedere nuovamente gli stessi personaggi al governo.
Forse, la nostra democrazia è veramente in grave crisi ma la gente non si è ancora accorta di ciò. 
Quando se ne accorgerà potrebbe essere tardi. 




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Ringrazio l'amico Morris Sonnino di questo screemshot de "Il Corriere della Sera".