Ringrazio l'amico Morris Sonnino dello screenshot della Repubblica.Monsignor Gian Carlo Perego, arcivescovo di Ferrara-Comacchio e presidente della Fondazione Migrantes, si è schierato con lo ius scholae.
Che la Conferenza Episcopale Italiana guardi con favore all'immigrazione è vero.
Queste cose, alla lunga, rischiano di uccidere la Chiesa cattolica in Italia.
I vescovi dovrebbero pensare al culto e alla fede e non a fare politica.
Ora, ci si è arrabbiati tanto con monsignor Giuseppe Zenti, vescovo di Verona, quando ha invitato a non votare chi sostiene le teorie LGBT.
Però, in quel caso il vescovo si è espresso su una posizione della Chiesa, la cui dottrina è contraria alle teorie LGBT.
Al contrario, l'espressione di monsignor Perego è puramente politica.
La questione dell'immigrazione e della cittadinanza è una cosa seria.
Infatti, lo ius scholae così com'è stato proposto è errato.
In primis, non esiste in nessun Paese che un ragazzino straniero diventi cittadino mentre i suoi genitori rimangono con la cittadinanza d'origine.
In secundis, il percorso scolastico obbligatorio in Italia è di dieci anni mentre lo ius scholae proposto dal Partito Democratico prevede che un ragazzino diventi cittadino italiano dopo cinque anni di scuola.
Appare chiaro che questa sia una forzatura.
Dunque, monsignor Perego avrebbe fatto bene a non esprimersi.
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