C'è qualcosa di peggio delle fake news

Su "Atlantico Quotidiano" vi è un articolo di Armando Simon che è intitolato "Dimenticate le fake news, i blackout informativi sono ancor più pericolosi".

Ne riporto questo stralcio:

"Molto è stato scritto e detto sulle “fake news”, notizie deliberatamente distorte o vere e proprie bugie al servizio di una particolare ideologia. Ma quasi nulla è stato detto o scritto sul “blackout di notizie”, ovvero lo sforzo coordinato e deliberato per escludere dalle notizie determinati eventi e opinioni che contraddicono l’ideologia dominante. Le bugie sono lì, visibili, il blackout informativo è molto peggio, è censura ovviamente, o meglio autocensura. Se si verifica un evento importante ma il giornalista collettivo decide di non coprirlo, allora è come se non si fosse verificato. L’evento è relegato nell’oblio. Gli esempi sono molteplici, su tutti il caso del laptop di Hunter Biden".

La storia del laptop del figlio dell'attuale presidente americano è uno dei tanti esempi di blackout informativo.

Quel caso potrebbe essere la chiave dell'attuale situazione dovuta al conflitto russo-ucraino.

Si potrebbe anche parlare della questione dei vaccini.

Sembra che esprimere un'opinione critica riguardo ai vaccini anti-Covid sia come bestemmiare in chiesa.

Anzi, si tratta di un vero e proprio tabù.

Però, le criticità ci sono.

Lo stato della nostra informazione è veramente pessimo.

Oramai, la nostra informazione è diventata uno strumento di propaganda e tutto ciò che va contro un certo tipo di sistema deve essere omesso o dichiarato fake news.

Anche i social network come Facebook ed arrivano a limitare o a disattivare gli account di chi si esprime diversamente rispetto ad un certo tipo di pensiero.

Questo è veramente pericoloso.