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Il mio libro, in collaborazione con Morris Sonnino

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domenica 6 ottobre 2019

La dittatura del "politicamente corretto"

Ringrazio l'amico Riccardo Di Giuseppe che mi ha segnalato l'articolo de "Il Timone" che è intitolato "Il dizionario dei luoghi comuni, manuale contro il politicamente corretto"
Ne riporto questo stralcio:

"In tempi di dittatura del politicamente corretto, per poter parlare senza subire censure o ostracismi bisogna utilizzare quei codici di linguaggio indispensabili per farsi accettare in tutti i consessi. «Quando c’è l’amore c’è tutto» … «veramente, quella era la salute», rispondeva Massimo Troisi in Ricomincio da Tre alla sua fidanzata infedele, che cercava di farsi perdonare la scappatella. Ecco, questo è un luogo comune, un’espressione balsamica e apriscatole, facile da usare, senza scadenza e per nulla urticante come invece una bella verità da spiattellare in faccia. Eh sì, perché tra il dire che la fidanzata di Paolo “è brutta come i debiti” e che “è un tipo” passa tutta la differenza che sta tra l’essere veri e l’essere accomodanti".

Prima di iniziare il mio commento, faccio gli auguri di felice compleanno all'amico Riccardo e gli auguro ogni bene che merita. 
Il "politicamente corretto" è un pensiero che sta ammorbando la nostra società in ogni suo settore, Chiesa compresa.
Io lo so bene, dato che mi sono visto chiudere un profilo Facebook per avere pubblicato una foto raffigurante Benito Mussolini, senza avere fatto la benché minima apologia di fascismo.
Secondo un certo pensiero, che sta diventando un "pensiero unico", dire o scrivere certe cose espone a stigmi di vario tipo.
Per esempio, dirsi contro l'immigrazione clandestina espone al rischio di essere bollati come "razzisti".
Dirsi contro i matrimoni tra persone dello stesso sesso espone al rischio di essere bollati come "omofobi".
Questi stigmi vengono imposti come un marchio di infamia, a prescindere che si sia razzisti o omofobi nel vero senso del termine. 
Per esempio, una persona che è contraria ai matrimoni tra persone dello stesso sesso non è necessariamente omofoba.
Portando avanti l'esempio, io sono contrario ai matrimoni tra persone delle stesso sesso per via della questione delle adozioni, la quale apre la strada a pratiche molto discutibili, come quella dell'utero in affitto.
Però, io sono contro ogni azione ostile agli omosessuali ed anzi rivendico anche i loro diritti individuali di persone, come per chiunque altro.
Purtroppo, per certa narrativa, dirsi contro i matrimoni tra persone dello stesso sesso rischia di fare bollare la persona che afferma ciò come "omofoba".
Lo stesso discorso si può fare per chi si dice contro l'immigrazione clandestina.
Chi si dice contro l'immigrazione clandestina rischia di essere bollata come "razzista".
Però, spesso e volentieri, l'accusatore non riesce a spiegare il motivo di codesta accusa. 
Allora, chi è accusato di "razzismo" deve spiegare che in nessun Paese normale si accettano immigrati irregolari.
Insomma, stiamo tornando ad una sorta di "nuovo giacobinismo". 
Purtroppo, la nostra società rischia di morire di "politicamente corretto" perché questo atteggiamento la porta ad eliminare anche i suoi simboli, pur di apparire "accomodante".
Questo è il male perché con la nostra società muore anche la nostra libertà.
I nostri figli saranno meno liberi e noi saremo colpevoli di ciò, se non cambiamo rotta ora. 



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