"Per provare a capire la Turchia di oggi, si deve andare indietro nel tempo.
Nel 1071, i Turchi Selgiuchidi sconfissero i Bizantini a Manzicerta.
Il capo di questo popolo islamizzato fu Alp Arslan (1030-1073).
Lo stesso imperatore bizantino Romano IV Diogene (1030-29 agosto 1072) fu preso. Riebbe la libertà solo dopo il pagamento di un forte riscatto.
I Turchi presero le terre dell'Anatolia dell'Impero Romano d'Oriente e crearono uno stato denominato Sultanato di Rūm.
Il nome "Rūm" significava "Roma".
Evidentemente, i sultani di quello Stato si sentirono emuli di Giulio Cesare e di Augusto.
Con la I Crociata (1095-1099) una larga parte delle terre prese dai Turchi in Anatolia tornarono all'Impero Romano d'Oriente mentre le terre che oggi coincidono più o meno con la Siria, il Libano, la Giordania ed Israele si crearono gli Stati crociati.
Anche il sultano Saladino (1137-4 marzo 1193) accarezzò più volte il sogno di emulare le gesta dei grandi capi romani.
Su Saladino fu fatta tanta letteratura.
Dante Alighieri (tra il 21 maggio ed il 21 giugno 1265-tra il 13 ed il 14 settembre 1321) lo mise nel Limbo, tra le anime nobili non battezzate.
Il Beato Gioacchino da Fiore (1130-30 marzo 1202) lo paragonò ad Erode e Nerone.
Tuttavia, il sultano che più di tutti si sentì emulo di Cesare e di Augusto fu l'ottomano Mehmet II (a noi noto come Maometto II, 29 marzo 1432-3 maggio 1481).
La dinastia ottomana divenne nota con il sultano Osman I (1258-1326) che creò un piccolo Stato in Asia Minore, nelle zone delle città di Brussa e Nicea.
Questo piccolo Stato fu il primo nucleo dell'Impero Ottomano.
Il 29 maggio 1453, il sultano Mehmet II prese la capitale dell'Impero Romano d'Oriente, Costantinopoli, la Seconda Roma.
La città fu ribattezzata con il nome di Istanbul ed eletta nuova capitale dell'Impero Ottomano al posto di Edirne, l'antica Adrianopoli.
L'ultimo imperatore bizantino, Costantino XI (o Costantino XII*) Paleologo (8 maggio 1405-29 maggio 1453) morì martire nello strenuo tentativo di difendere la città.
Mehmet II si sentì emulo di Cesare, tanto che egli nominò il Patriarca della Chiesa di Costantinopoli, come facevano a loro tempo gli imperatori bizantini.
Il Patriarca in questione fu Gennadio Scolario (1405-1473) il quale fu un anti-unionista, una figura ostile alla riunificazione tra la Chiesa ortodossa e quella cattolica che fu sancita con il Concilio di Ferrara-Firenze (1431-1444) ed implementata dall'ultimo imperatore bizantino.
Mehmet scelse come Patriarca quel presule per l'ostilità verso il cattolicesimo.
Il piano del sultano fu chiaro: dividere i cristiani per comandare, tecnica che in latino è meglio conosciuta con questa espressione: "divide et impera" e nota nel mondo dell'Antica Roma.
Papa Pio II (18 ottobre 1405-14 agosto 1464) fece circolare una lettera con cui invitò il sultano a convertirsi al Cristianesimo, in cambio del riconoscimento come nuovo Cesare ma il sultano rispose affermando che egli era già Cesare.
Nel 1459, il Papa convocò un concilio a Mantova per cacciare via i Turchi da Costantinopoli e rimettere sul trono un sovrano cristiano identificato nella figura di Tommaso Paleologo (1409-12 maggio 1465), despota di Morea.
Tommaso era il fratello del defunto imperatore Costantino XI.
L'altro fratello dell'imperatore, Demetrio (1407-1471) si era alleato con gli Ottomani, per la sua ostilità nei confronti dei cattolici.
Del concilio parla anche il volume terzo della "Cronaca Universale della città di Mantova" di Federigo Amadei.
Riporto questo stralcio:
"Ma egli è oramai tempo di dire alcuna cosa intorno al Concilio.
Essend'adunque allestita la grande sala nel palazzo in piazza San Pietro, si convocò per la prima volta in essa il Concilio nel giorno 18 giugno del corrente anno, ed ivi l'eloquente Francesco Filelfo, sommariamente caro al Duca di Milano, parlò in latino rappresentando a quel venerabile consesso la necessità di ritogliere Costantinopoli dalle mani degli infedeli. come pure Gerusalemme e molt'altri luoghi, e rimostrò con sode ragione la facilità dell'impresa, l'utile decoro del nome cristiano".
Purtroppo, il concilio non portò alla crociata promessa per liberare Costantinopoli, per via delle divisioni tra gli Stati europei.
Anzi, Mehmet II fu ingordo e (galvanizzato dalla vittoria di Costantinopoli) volle conquistare anche Roma, che ribattezzò con il nome turco di "Kizil Elma", ossia la "Mela Rossa", il frutto del potere assoluto che il musulmano voleva staccare dall'albero.
Tentò di farlo nel 1480, quando attaccò Otranto, massacrando la popolazione locale.
Furono solo la morte del sultano (avvenuta il 3 maggio 1481) e l'arrivo dell'esercito cristiano mandato dal re di Napoli Ferdinando I d'Aragona (2 giugno 1424-25 maggio 1494) ad impedire il compimento di questo piano.
Il sultano si fece costruire il mausoleo al posto della basilica dei Santi Apostoli di Costantinopoli, che inizialmente fu affidata al Patriarca, dato che la basilica di Hagia Sophia fu convertita in moschea nel 1453, dopo che i giannizzeri (i soldati di fanteria dell'Impero Ottomano) entrarono in essa abbattendone le porte a colpi di ascia, sgozzarono i preti che dicevano messa, le donne e gli anziani in preghiera e stuprarono i bambini sugli altari.
Egli fece demolire la basilica dei Santi Apostoli, ove riposavano anche le spoglie di grandi imperatori romani e bizantini, come Costantino I (27 febbraio 274-22 maggio 337).
Il segnale fu chiaro: Mehmet si propose come "nuovo Augusto" o come "nuovo Costantino", ovviamente per gli islamici.
Anche i successori di Mehmet II ebbero queste aspirazioni "romane".
Basti pensare, per esempio, al sultano Solimano I (detto Solimano il Magnifico, 6 novembre 1494-6 settembre 1566) che portò l'Impero Ottomano all'apogeo.
Nel 1526, ci fu la battaglia di Mohács, in Ungheria, ove l'esercito ottomano sconfisse quello cristiano.
In quegli anni, la cristianità fu sconvolta dall'avvento del protestantesimo e la minaccia turca si fece veramente pesante.
Nel 1529, i Turchi assediarono Vienna per la prima volta.
L'Impero Ottomano si espanse anche nell'Africa del Nord, nella Persia e nella Penisola Arabica.
Durante il regno del suo successore Selim II (28 maggio 1524-12 dicembre 1574) la minaccia ottomana tornò presente per l'Europa.
A causa di una fatwa del muftì di Istanbul, l'impero si impegnò a conquistare le terre che furono del califfato arabo, comprese la Spagna e la Sicilia.
Nel 1570, i Turchi attaccarono Cipro, che era sotto il dominio veneziano.
Nel 1571, essi conquistarono anche Famagosta, l'ultimo baluardo veneziano nell'isola ed il governatore Marcantonio Bragadin (21 aprile 1523-17 agosto 1571) fu scuoiato vivo.
Solo la vittoria cristiana nella battaglia di Lepanto (1571) impedì ai Turchi di portare avanti il loro progetto.
Nel 1683, i Turchi minacciarono ancora Vienna.
I cristiani riuscirono a vincerli nella battaglia di Kahlenberg, che ci fu tra l'11 ed il 12 settembre di quell'anno.
Forse, non c'è da sorprendersi di certe mire dell'attuale presidente turco Recep Tayyip Erdogan.
L'attuale Turchia, che non è più la repubblica nata per mano di Atatürk (19 maggio 1881-10 novembre 1938).
La repubblica di Atatürk era laica.
Invece, Erdogan ha islamizzato nuovamente la Turchia ed oggi si propone come una sorta di erede dei suoi "Cesari".
L'Europa deve stare attenta.
Invece di cercare di portare a sé la Turchia, dovrebbe guardarsi bene da essa.
Infatti, la Turchia ha una forte crescita demografica e forti comunità di origine turca sono presenti in Stati europei come la Germania.
Se riuscisse ad entrare nell'Unione Europea, la Turchia potrebbe di fatto dettare le regole in essa.
Bisogna stare attenti.
Antonio Gabriele Fucilone".
Ho ritenuto corretto pubblicare questo articolo anche su questo mio blog perché oggi si deve capire ciò che è veramente la Turchia.
Il dittatore turco Recep Tayyip Erdoğan non sta facendo altro che fare ciò (prima di lui) che i sultani ottomani facevano.
Questo è il dato di fatto.
La Turchia di oggi non è più la repubblica turca fondata da Atatürk nel 1923.
Ataturk aveva l'idea di costruire uno Stato laico, pur con la maggioranza della popolazione che professava fede islamica.
Erdoğan, invece, ha una politica diversa.
La sua politica è decisamente neottomana.
Non a caso, egli è chiamato il "sultano".
La politica di Erdoğan è aggressiva.
Egli si sente (de jure e de facto) l'erede dei Cesari, come si sentivano eredi dei Cesari e degli Augusti i sultani del vecchio Impero Ottomano.
Il sogno di Erdoğan è quello di creare una sorta di "Grande Turchia", se non (addirittura) un "Impero Ottomano 2.0".
Questa "nuova versione" dell'Impero Ottomano mette insieme tre fattori: il cesarismo dell'uomo forte, il nazionalismo turco e l'islamismo.
Non a caso, Erdoğan vuole riaprire al culto islamico la basilica di Hagia Sophia di Istanbul.
Questo può sembrare un semplice fatto spirituale ma non è così.
Infatti, si tratta di un atto simbolico.
Riaprendo al culto islamico quell'edificio, dopo che Atatürk lo trasformò in museo nel 1935, Erdoğan vuole dare un segnale inequivocabile: la Turchia vuole ridiventare Impero Ottomano.
Io temo che prossimamente si possano vedere fatti molto gravi perché il dittatore turco ha di fatto gettato la maschera.
L'Europa non ha capito ciò ed oggi ne sta pagando le conseguenze.
Nessun commento:
Posta un commento