Invece, quando si parla di pizza al trancio si parla di Roma.
Come riporta "Il Messaggero", la pizza al trancio nacque a Roma, intorno agli anni '50, quando qualche fornaio ebbe l'idea geniale di ampliare la gamma di prodotti da forno anche alla pizza.
Così, nacque la pizza al taglio o al trancio.
Essa divenne popolare perché fu più pratica della pizza normale.
Poteva essere mangiata come spuntino per strada.
La prima pizza di codesto tipo fu la Margherita.
Questa scelta fu studiata.
Per esempio, per dare un prodotto che non invecchiasse al banco subito dopo essere stato sfornato occorrevano adeguati accorgimenti tecnici: all’inizio si aggiungeva più strutto e olio all’impasto del pane, più avanti una saggia aggiunta di acqua.
In seguito, si dovettero adattare gli impasti alle esigenze di chi voleva consumare una pizza come street food.
Autentici pionieri del settore furono i fornai romani Angelo Iezzi e Corrado Di Marco.
Nel 1994, sempre a Roma, fu creata la prima scuola di pizza al trancio.
Da Roma, la pizza al trancio divenne nota nel mondo intero grazie ad un fornaio di nome Gabriele Bonci.
Insomma, la pizza al trancio rappresenta un pezzo della storia gastronomica di Roma e dell'Italia.
Forse, anziché comprare cibo etnico (come kebab) noi dovremmo rivalutare di più le nostre tradizioni.
Il cibo rappresenta la storia e la cultura di un popolo e noi Italiani (come popolo) non abbiamo nulla da invidiare ad altri in fatto di storia e di cultura.
Sia chiaro, nessuno vuole essere razzista o xenofobo ma noi non possiamo neppure permetterci di perdere le nostre tradizioni.
Il cibo fa parte di esse.
Morris Sonnino-Antonio Gabriele Fucilone
Nessun commento:
Posta un commento