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Il mio libro, in collaborazione con Morris Sonnino

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venerdì 18 ottobre 2019

La Turchia è un problema

Questa è la nota di Niram Ferretti su Facebook:
"IL DEAL CON IL GRANDE LEADER
La farsa, se non fosse un dramma, continua. Dopo avere dato il via libero all'offensiva turca nel nordest della Siria, abbandonando gli alleati curdi, provocando lo sfollamento di 150 mila persone, lasciando diecimila jihadisti dell'ISIS precedentemente sotto la custodia curda nelle mani della Turchia, ora giunge una tregua di cinque giorni concessa "dal grande leader Erdogan" (così definito dallo stesso Trump).

Il cessate il fuoco viene propagandato come uno strepitoso successo diplomatico americano, mentre è solo una raffazzonata marcia indietro e una capitolazione dopo l'enorme clamore e le prese di distanza rilevanti anche in campo repubblicano, seguiti alla decisione di permettere al "grande leader Erdogan" di attaccare i curdi.

Sulla natura dell'accordo si è espresso chiaramente il ministro degli Esteri turco, Mevlut Cavusoglu.

"Gli Stati Uniti hanno accettato la necessità di una zona di sicurezza che protegga gli interessi turchi. E abbiamo ottenuto un pieno accordo che l'armata turca controllerà la zona. Non si tratta di un cessate il fuoco, un cessate il fuco può essere ottenuto solo da due parti legittime".

I curdi dovranno consegnare l'artiglieria pesante e distruggere tutte le loro fortificazioni.

In altre parole l'accordo fatto con il "il grande leader Erdogan" Trump concede alla Turchia esattamente quello che si proponeva di ottenere con la sua operazione militare.

Dopo che le forze curde saranno rimosse completamente dalla zona di sicurezza la Turchia si è impegnata in un cessate il fuoco permanente ma non è sotto alcun obbligo di ritirare le proprie truppe.

In più, "al grande leader Erdogan" verranno tolte le sanzioni imposte e quelle minacciate dagli dopo l'inizio dell'operazione.

Ovviamente nessuno si sogna minimamente di mettere in discussione la presenza turca all'interno della NATO e presto il "grande leader" turco verrà ricevuto alla Casa Bianca.

Insomma questo è il "deal" clamoroso che Trump è riuscito a portare a casa.

Sicuramente un successo straordinario"
.

La Turchia rappresenta un grosso problema.
Ora, il presidente USA Donald Trump ha certamente commesso un errore a spostare le truppe dal confine turco-siriano.
Forse, si è fidato troppo della Turchia.
Che la Turchia del dittatore Recep Tayyip Erdoğan rappresenti un problema è vero.
Dal 1952, la Turchia è parte della NATO.
La Turchia che aderì alla NATO fu la Turchia di Atatürk, una Turchia laica.
La Turchia di oggi è una Turchia islamista. 
Qui sta la differenza.
La Turchia è cambiata in senso nazionalistico ed islamista.
Basti pensare a come vengono trattati i cristiani in Turchia.
Nonostante una parvenza di laicità, vari mass media turchi parlano di "pericolo cristiano".
In pratica, i cristiani turchi sono trattati come furono trattati gli ebrei nella Germania della prima parte del XX secolo.
Si parla di "proselitismo cristiano". 
In realtà, stando ai dati del Ministero dell'Interno, dal 1999 al 2001, solo 344 musulmani scelsero di farsi cristiani su una popolazione di oltre 70 milioni di cittadini. 
Neppure gli ebrei se la passano bene. 
Dunque, Erdoğan vuole imporre il suo Paese come potenza islamica sul Medio Oriente.
Egli vuole espandere la  influenza del suo Paese sulla sulla Siria.
La Turchia attuale non è la Turchia di Atatürk.
La NATO è ostaggio della Turchia
Infatti, l'espulsione di Ankara significherebbe una grossa perdita di forze per la NATO.
Dunque, il "sultano 2.0" sta tenendo in ostaggio tutti.
I Curdi (che combattono contro l'Isis) stanno pagando un prezzo altissimo di ciò.



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Ringrazio l'amico Morris Sonnino di questo screemshot de "Il Corriere della Sera".