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Una voce libera per tutti. Sono Antonio Gabriele Fucilone e ho deciso di creare questo blog per essere fuori dal coro.

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Il mio libro, in collaborazione con Morris Sonnino

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domenica 9 settembre 2018

Solidarietà al professor Roberto Archi

Faccio mie le parole di codesta lettera messa su Facebook dalla professoressa Barbara Spadini, presidente dell'Associazione Culturale Pensiero e Tradizione di Mantova, con cui ho il piacere di collaborare nella redazione di articoli per la sua rivista "La Civetta":
"A nome dell'associazione Pensiero e Tradizione di Mantova, in ritardo ma sempre accanto in comuni battaglie, voglio riportare qui la lettera inviata ai quotidiani locali e non pubblicata a sostegno del preside Roberto Archi, stimato professore che molto ha dato a Mantova e provincia in termini di cultura e ottima pedagogia, riguardo ola vicenda apparsa su tutti i principali quotidiani nazionali riguardo la partecipazione di alcuni alunni della sua scuola al concorso "amor di Patria" bandito per la decima edizione quest'anno dall'associazione Volontari GF Bir el Gobi della Piccola Caprera di Ponti sul Mncio.
CARI SINISTRI, VOI MONTATE CASI, NOI LI SMONTIAMO.
(segue lettera)
Sig. Direttore,
la nostra associazione mantovana si schiera tutta a sostenere il prof. Roberto Archi, preside in pensione dal 31 agosto dell’IC MN 1 colpito (guarda caso proprio quel giorno!) dagli strali democratici delle solite associazioni sinistre (aggiungiamo anche un po’ sinistrate dall’esito delle ultime elezioni, che non confermano davvero la volontà dei cittadini di sostenerle), per la partecipazione di alcuni allievi della media (secondaria di I grado) Alberti al concorso definito “fascista” avente tema “Amor di Patria” bandito, giungendo nel 2018 alla decima edizione, dall’Associazione nazionale Bir el Gobi con sede alla Piccola Caprera di Ponti sul Mincio.
La Piccola Caprera è “oasi di italianità”, non “isola fascista”, così come l’amor di Patria, tema del concorso, non è valore di cui vergognarsi: il premio del concorso, simbolico, è una bandiera italiana, non un manganello o un fez.
Ci stupiamo molto che il solito mondo sinistro e sinistrato virgiliano, compatto come sempre nel sostenere l’odio ideologico verso valori di italianità, nazionalismo, identitarietà, non riconosca l’amor patrio come valore da trasmettere ai giovani, quei giovani che vanno alla Piccola Caprera a visitare il museo reggimentale dei Giovani Fascisti, quei giovani che da dieci anni e provenienti da scuole diverse partecipano al concorso suddetto, quei giovani che sono attratti dalla storia patria che poggia un ventennio intero sul fascismo, che ciò piaccia o non piaccia, un fascismo di cui si fece piazza pulita nel 1945 ma i cui ponti rimasti non sono crollati, a differenza dei ponti democratici, costruiti con poco calcestruzzo armato e forse con molte bustarelle.
Non piace il fascismo? Si scelgano altre politiche, altre strade sociali alternative: quelle magari del soccorso ai migranti economici che arrivano in massa nella nostra nazione e solo in questa, fatta di italiani non razzisti, ma buoni ed accoglienti, mentre il razzismo vero fa parte del resto dell’UE, che sbarra strade, porti e mari, blindando ogni accesso.
Chi è il razzista e fascista? Il concorso “amor di patria”? Perché inneggia a valori italici e italianisti e non globalisti?
Non piace il fascismo? Bene, si guardi alla storia della resistenza, allora, quella che ben delinea il professor Gianfranco Stella in due libri. Il primo si intitola “I grandi killer della liberazione”, il secondo in uscita in ottobre si intitolerà “ Compagno mitra”, entrambi descrivono le atrocità commesse a centinaia dai partigiani sul cui operato poggia la gloriosa costituzione italiana, e descrivono fatti, nomi e cognomi, con documenti alla mano, nero su bianco. Non piace il professor Stella? Leggiamo allora qualche libro di cui volentieri si danno qui autori e titoli: “Storia dei preti uccisi dai partigiani” di Roberto Beretta; “Il sangue dei vinti” di Giampaolo Pansa; i libri del professor Marco Pirina, di Giorgio Pisanò, di Pietro Cappellari, di Stefano Fabei, di Lodovico Galli , tutti storici quotati che però non lavorano e mai hanno lavorato per anpi o istituti della resistenza.
Non piacciono questi titoli e questi autori e questi fatti? Rivolgiamo l’attenzione, allora ai crimini dei liberatori, e focalizziamo l’attenzione su quanto fecero le truppe nord africane in Ciociaria, o in Sicilia: un nome, quello dell’avvocato Luciano Randazzo e un altro, quello dello storico Emiliano Ciotti che ha appena licenziato un libro sugli stupri permessi ed approvati da queste truppe, al comando del generale francese Alphonse Juin . Una denuncia è in corso settant’anni dopo : l’associazione “vittime delle marocchinate” ha depositato, nel giugno di quest’anno tramite lo studio legale dell’Avv. Luciano Randazzo, formale denuncia contro la Francia per le atrocità compiute dalle truppe coloniali francesi ai danni dei civili italiani durante l’ultima guerra. L’atto è stato presentato presso la Procure di Frosinone e Latina, presso la Procura Militare di Roma, il Comando Generale dei Carabinieri e l’Ambasciata di Francia. Furono trecentomila gli stuprati italiani, uomini, donne e bambini.
E’ questa la storia che piace? Perchè scritta dai vincitori e dai liberatori?
A noi no, piace l’oasi di italianità composta e stretta attorno alle ceneri dei volontari Giovani Fascisti di Bir el Gobi che morirono in guerra per difendere la loro Patria.
Fortunatamente, nonostante i predicozzi sinistri e sinistrati , non siamo tutti uguali.
In quanto alla condivisione dei valori espressi dalla costituzione, antifascisti e bla bla bla, si noti una buona volta che l’Italia è l’unica nazione al mondo che il 25 aprile festeggia una sconfitta e quei liberatori responsabili di bombardamenti aerei che costarono la vita a centinaia di migliaia di civili italiani.
Studiate la storia, ma senza i paraocchi, per favore, cari democratici. O la sconfitta elettorale vi ha fiaccato anche la memoria?
Ad maiora!
Associazione culturale Pensiero e Tradizione di Mantova
".

Esprimo la mia solidarietà al professor Roberto Archi (nella foto) che ha ricevuto attacchi che definirei indegni e vergognosi.
Ora, anche io ho partecipato al Concorso "Amor di Patria", con una mia poesia.
A dispetto della famiglia di mio padre, io non sono fascista (ma sono un conservatore-liberale, dichiaratamente filo-americano, amico del popolo ebraico e filo-israeliano) e ho partecipato a quel concorso come poeta.
Non ho potuto essere presente alla premiazione che c'è stata la settimana scorsa, perché sono stato impegnato con la "Festa dei Risotti", che è stata la festa di paese organizzata dal Comitato Manifestazioni Roncoferraro, di cui sono vice-segretario.
Io trovo veramente assurde e sconcertante queste accuse rivolte al professor Roberto Archi, che abita nel mio stesso paese (Roncoferraro, in Provincia di Mantova) e che stimo veramente.
Il professor Archi è una persona perbene. Posso garantire.
Da conservatore-liberale, quale sono, sono sempre stato dell'idea che in uno Stato democratico, civile e liberale ognuno abbia il sacrosanto diritto di pensarla come vuole, finché non fa male al prossimo o non crea problemi di ordine pubblico.
Ergo, se uno è fascista è affare suo.
Io non sostengo il fascismo (essendo contrario ad ogni statalismo) però non vado a dire ad un altro che simpatizza per quell'idea: "Piantala di cantare "Faccetta nera"!".
Se io attaccassi l'altro per la sua idea fascista, andrei contro il mio stesso principio.
Io posso condividere o meno un'idea ma non posso imporre il mio pensiero agli altri.
Ora, analizziamo la faccenda.
L'articolo in cui Archi è stato attaccato è del "Fatto Quotidiano", un giornale "rosso".
Logicamente, da un giornale del genere non ci si può aspettare altro che un articolo pieno di stupido livore come quello che è stato scritto.
Io sono pronto a scommettere che se in quel concorso si fosse esaltata la figura di Palmiro Togliatti o se si fosse fatto uno spot pro-Islam tutto questo casino (scusatemi il termine) non ci sarebbe stato.
Visto che si vuole tanto parlare di storia, anche io dico la mia.
Ricordo che il "tovarish" Togliatti non fece nulla per salvare gli italiani in Unione Sovietica.
Tra questi italiani vi fu anche un mio prozio, fratello di mia nonna materna.
Si chiamava Giacomo Campisi.
Questo mio prozio non era un fascista ma era un democristiano, come tutta la famiglia di mia nonna.
Insomma, Togliatti "vendette" gli italiani in Russia per farsi bello e figo di fronte a Stalin.
Scusate il termine ma avrò il diritto di essere un po' incazzato?
Inoltre, vogliamo parlare delle foibe?
I comunisti jugoslavi fecero un genocidio di italiani residenti in Istria, in Venezia Giulia e in Dalmazia.
Fecero ciò con la complicità dei comunisti italiani.
Vogliamo parlare anche del Beato Rolando Rivi?
Il giovane seminarista emiliano fu ucciso dai partigiani comunisti in odio verso la fede.
Gli assassini lo dissero chiaramente.
Possiamo anche parlare dei gulag sovietici.
Dunque, i comunisti farebbero bene a piantarla con le loro scemenze.
Essi parlano di "democrazia" ma non mi pare che vi sia mai stata la democrazia nei Paesi in cui il comunismo ha vinto.
Basti vedere anche il Venezuela di Chavez e Maduro o la Corea del Nord.
Sull'Islam, cosa si può dire?
Riguardo all'Islam, mi viene da dire che in molti dei Paesi in cui questa religione prevale non c'è libertà di culto.
Mi viene da dire anche che in larga parte della società islamica gli omosessuali rischino la vita, come anche quelli che dall'Islam passano al Ebraismo, al Cristianesimo o a qualsiasi altra religione.
Mi viene da dire anche che questi "antifascisti da operetta" mi fanno ridere.
Infatti, essi si scagliano contro un concorso ma non dicono nulla del fatto che in larga parte del mondo islamico si legga il "Mein Kampf" di Adolf Hitler.
Dunque, come la mettiamo?
Per alcuni, la cultura deve essere piegata all'ideologia. Questo è vergognoso.
Il Concorso "Amor di Patria" è un concorso come tanti altri.
Sarò ben felice di partecipare alla sua prossima edizione, con qualche altra mia poesia.
Rivolgendomi ai comunisti, dico che, se per questo dovrò essere arrestato, mi siano messe pure le manette.
Stenderò i miei polsi.
Con questo, non voglio riabilitare il fascismo ma voglio dire che trovo fastidiosa questa ipocrisia di chi si vuole legittimare agli occhi della storia cercando di tappare la bocca a chi non la pensa come lui.
Questa è la "democrazia" dei comunisti e della sinistra.






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Il peggio della politica continua ad essere presente

Ringrazio un caro amico di questa foto.