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lunedì 13 agosto 2018

Re Enrico VIII volle distruggere il ricordo di re Artù?

Ringrazio l'amico e collaboratore Angelo Fazio di queste parole estratte dal testo "Camelot, la patria della cavalleria":
"La più antica testimonianza su Artù è contenuta nell'Historia Brit(t)onum, scritta tra l'VIII e il IX secolo dal monaco gallese Nennio. In quest’opera Artù viene presentato come comandante militare delle truppe dei Britanni; si narra, inoltre, di alcuni suoi successi conseguiti contro i Sassoni, che ne faranno la figura di eroe entrata nel mito. L'ultimo successo si sarebbe svolto intorno al 516 presso un non identificato monte Badon, in cui Artù avrebbe ucciso, da solo, novecentoquaranta uomini. Tuttavia Angli e Sassoni hanno avuto la meglio, gettando le basi della moderna Inghilterra e relegando la cultura celtica in posizione del tutto marginale. L’Artù storico, quindi, non è un re, ma un comandante militare (dux bellorum) . La tradizione orale, poi, amplifica le sue imprese e contribuisce a formare un vasto corpus di leggende".

Il peggiore nemico di re Artù fu un suo successore, re Enrico VIII Tudor (28 giugno 1491-28 gennaio 1547).
Infatti, re Enrico VIII fu colui che fece sopprimere l'abbazia di Glastonbury, il luogo in cui fu sepolto re Artù.
La soppressione avvenne avvenne nel 1539.
In quell'occasione fu condannato a morte l'ultimo abate Richard Whiting.
Ora, per capire meglio le cose, bisogna entrare nella dinamica dei fatti.
Il 3 novembre 1534, re Enrico VIII ruppe i rapporti con la Santa Sede, facendosi nominare Capo Supremo della Chiesa inglese dal Parlamento.
Il re fece questo perché non accettò il rifiuto da parte della Curia romana della sua richiesta di annullamento del suo matrimonio con Caterina d'Aragona, per potersi risposare con Anna Bolena.
Tuttavia, dietro di lui ci furono due personaggi chiave che lo spinsero a fare ciò.
I due personaggi furono il segretario principale Thomas Cromwell (1485-28 luglio 1540) e l'arcivescovo di Canterbury Thomas Cranmer (2 luglio 1489-21 marzo 1556).
Questi erano filo-protestanti e spinsero per la rottura con Roma.
Ora, focalizziamoci su Cromwell.
Prima di entrare negli ambienti della corte reale, Cromwell lavorò qui in Italia, per la famiglia fiorentina dei Frescobaldi, per fare dello spionaggio ad Anversa.
Poi, egli lavorò per due arcivescovi di York, il cardinale Reginald Bainbridge ed suo successore, il cardinale Thomas Wolsey (marzo 1471-29 novembre 1530).
Nel 1515, Wolsey divenne Lord Cancelliere e Cromwell lo seguì.
Nel 1529, il cardinale cadde in disgrazia presso il re, per non essere riuscito ad annullare il suo matrimonio.
Accusato di praemunire (lesa maestà) il cardinale fu destituito e dapprima mandato a York e poi arrestato per essere processato.
Durante il viaggio da York a Londra, il cardinale si sentì male e morì a Leicester.
Cromwell gli sopravvisse e si trovò ad avere a che fare con il nuovo Lord Cancelliere, Thomas More (San Tommaso Moro, 7 febbraio 1478-6 luglio 1535).
Quest'ultimo non volle impegnarsi nell'annullamento del matrimonio del re.
Il re affidò a Cromwell la materia.
Cromwell era un avvocato e (nonostante fosse un laico) conosceva bene la materia della Sacra Rota.
Il 22 agosto 1532, morì l'arcivescovo di Canterbury, William Warham.
Nel 1533, su raccomandazione del re e (forse) dello stesso Cromwell, Papa Clemente VII autorizzò la consacrazione ad arcivescovo di Canterbury di Cranmer.
La prime cose che questi fece furono annullare il matrimonio tra il re e Caterina d'Aragona e celebrare le nuove nozze con Anna Bolena.
La Curia romana cassò la sentenza di Cranmer e scomunicò il re, Cromwell e lo stesso arcivescovo.
Il 3 novembre 1534, il re fece votare al Parlamento l'Atto di Supremazia con cui ruppe i rapporti con Roma.
In verità, delle avvisaglie di ciò ci furono nel 1532, quando il Parlamento votò l'Atto di Sottomissione del Clero.
Questo portò alle dimissioni di Thomas More dalla carica di Lord Cancelliere.
Comunque, con la rottura con Roma, Cromwell si adoperò a fare entrare la Riforma protestante (con Cranmer) in Inghilterra e a sopprimere i monasteri.
Già negli anni '20, con il cardinale Wolsey, Cromwell si adoperò a sopprimere ben trenta monasteri per finanziare la Wolsey's Grammar School di Ipswich ed il Cardinal's College di Oxford.
Dopo lo Scisma anglicano, però, Cromwell si adoperò per distruggere i monasteri per finanziare le guerre che il re voleva fare e per fare sì che il monarca potesse dare terre e titoli alla nuova nobiltà Tudor che avrebbe accettato così la Riforma, la quale era avversata dalla maggioranza dei monaci ed era guardata con sospetto anche dallo stesso monarca, il quale (proprio nel 1539) fece votare dal Parlamento i Sei Articoli, con cui confermò i dogmi cattolici nella Chiesa d'Inghilterra, annullando i precedenti passi verso il protestantesimo. 
Oltre a ciò, Cromwell volle imporre un vero e proprio totalitarismo di re Enrico VIII.
Dunque, il ricordo di re Artù, che era legato alla vecchia tradizione celtica, avrebbe potuto essere visto come qualcosa che avrebbe disturbato il nuovo regime.
In poche parole, re Artù potrebbe essere stato visto come il simbolo di ciò che re Enrico VIII, Thomas Cromwell e gli altri combattevano.
Del resto, ancora oggi i simboli sono potenti.
Forse, questo potrebbe avere spinto il re a procedere con la distruzione dell'abbazia di Glastonbury.
Oltretutto, anche il fratello maggiore del re si chiamava Arturo (Arthur) e se non fosse morto il 2 aprile 1502 questi sarebbe salito al trono al posto suo.
Tuttavia, i personaggi in questione non riuscirono nel loro intento.










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