Quel Padre Nostro che divide...

Su "Panorama" vi è un articolo intitolato ""Padre nostro" che dividi i vescovi".
L'articolo è di Orazio La Rocca.
Vi riporto questo stralcio di esso:

"La verità è che sul Padre Nostro i vescovi italiani si sono spaccati, a causa della dura contrapposizione tra tre "partiti": un primo, tradizionalista, che non vuol correggere nulla; un secondo favorevole a cambiare il testo in "aiutaci, Padre, a non farci cadere in tentazione", sponsor tra gli altri il vescovo Bruno Forte, noto biblista vicino a Papa Francesco e al Papa emerito Benedetto XVI; e un terzo che punta a "non abbandonarci alla tentazione", suggerito, sembra, dal cardinale Giuseppe Betori, arcivescovo di Firenze, ex-segretario Generale della CEI, biblista di lungo corso. "Ma sarebbe un errore chiedere a Dio di non abbandonarci, perché un Padre non abbandona mai i suoi figli", la critica di Forte e di altri vescovi". Da qui lo stallo".

Papa Francesco vuole modificare la preghiera del "Padre Nostro", cambiando la formula che recita: "Non indurci in tentazione" in: "Aiutaci, Padre, a non farci cadere in tentazione".
Questo, però, sta scatenando una vertenza interna alla Chiesa, poiché larghi settori di essa non la approvano.
In realtà, la situazione del "Padre Nostro" altro non è che l'ennesimo pretesto per manifestare lo scontro che c'è dentro la Chiesa.
Infatti, una vertenza simile si sarebbe potuta risolvere consultando le versioni più antiche della preghiera in questione.
Ciò non è un buon segno.
Oramai, è chiaro che i problemi siano altri e ben più gravi.
Basti pensare a temi pregnanti come quello dell'immigrazione e quello dell'omosessualità.