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Una voce libera per tutti. Sono Antonio Gabriele Fucilone e ho deciso di creare questo blog per essere fuori dal coro.

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Il mio libro, in collaborazione con Morris Sonnino

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venerdì 15 dicembre 2017

Il denaro non è lo sterco del diavolo



Questo è il mio nuovo video nel mio canale Youtube.
Ora, il denaro non è né sterco del diavolo né oggetto da usare come idolo.
Il denaro è solo uno strumento. Non è né buono né cattivo.
Se esso viene usato per fare del bene è una cosa buona e in caso contrario non lo è.
Il denaro deve essere guardato con un certo distacco ma pur sempre come una cosa che serve.
Per questo, io trovo ipocrita dire che "il denaro è lo sterco del diavolo".
L'ha detto anche Papa Francesco.
Ora, non mi va di fare polemiche contro il Papa però voglio ricordare che con il denaro si possono fare opere di carità e si possono aprire aziende con cui creare lavoro.
Per questo, serve equilibrio nei giudizi.


8 commenti:

  1. Marica Lucci-catechista16 dicembre 2017 alle ore 05:05

    Il Papa si riferiva all'"uso" del denaro, che diventa sterco in una società che lo ha come suo unico fine e come metro di legittimità delle condotte in sostituzione della morale cristiana.
    È in auge una strumentalizzazione di ogni parola di Francesco, anche di quelle chiarissime.

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  2. Mi pare logico che il denaro non debba essere posto come fine.
    Quanto a Papa Francesco, io non lo contesto dogmaticamente ma politicamente.
    Penso, ad esempio, a certe sue prese di posizione sul Medio Oriente.

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  3. Marica Lucci-catechista17 dicembre 2017 alle ore 03:54

    In questo caso il Papa ha detto una cosa ovvia e condivisibile. Non capisco dunque il richiamo alla critica politica. Cosa ha detto di politicamente non condivisibile? Nulla. E allora mi pare che le sue parole siano state strumentalizzate. Infatti, se ha detto una cosa giusta, perché richiamare in chiave critica le sue parole?
    Le ricordo che la società di oggi è tutta spinta ai consumi e al profitto e non è un caso che vengano anche avallate, in nome del 'business first', scelte di politica internazionale decisamente in contrasto formale coi valori cristiani (si pensi alle ormai indiscutibili alleanze con le dittature islamiche traboccanti di petrolio, comprese quelle che violano i diritti dei cristiani e a cui diamo, sempre per denaro, anche armi in termini di miliardi di euro).
    Il denaro è importante, il profitto è importante, ma nella nostra società è diventato fine. E Francesco fa bene a denunciarlo, dato che egli non ha criticato il denaro, ma l'uso divinitorio che ormai se ne fa. Esso è tutto (e ripeto tutto) in questa società, facendo passare in subordine ogni etica, innanzitutto quella cristiana.

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  4. Marica Lucci-catechista17 dicembre 2017 alle ore 03:59

    La teoria del business first, pone il business al primo posto. E se lo si pone al primo posto, significa che la morale cristiana passa al secondo. Il business è contemplato dalla morale cristiana perché è espressione di libertà, ma va contemperato con gli altri valori etici. Se dunque diventa 'first', il denaro diventa sterco. Mi sembra ovvio e scontato e non a caso lo dice Francesco. In altre occasioni può aver detto cose non condivisibili, ma qui siamo nelle ovvietà.
    Basta attacchi strumentali al Santo Padre: essere cristiani è difficile e non barattabile.

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  5. Marica Lucci-catechista17 dicembre 2017 alle ore 04:00

    Questo lo dico sempre ai 'miei' bambini. Sempre.

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  6. Queste sono le parole di un vescovo inglese vissuto tra il XIII ed il XIV secolo:

    "Vi sarebbe una grande mancanza in molti Paesi se i mercanti non portassero ciò che abbonda in un luogo in un altro dove queste stesse cose mancano. Perciò possono a buon diritto ricevere il prezzo del loro lavoro".

    Il vescovo in questione fu Thomas Cobham, vescovo di Worcester, morto nel 1327.
    Io penso che fare business non sia peccato.
    Anzi, penso che il business possa essere un modo per una persona per potere esprimere il suo talento e la sua capacità.
    Inoltre, attraverso il business si fanno quelle cose di cui parlano le parole del vescovo Cobham.
    Visto che lei è catechista, si ricordi della parabola dei talenti.
    Semmai, il business non deve essere visto come una cosa più importante dei valori fondanti, come Dio, la vita, la famiglia e gli affetti.
    Questo è il punto.
    Come Vicario di Cristo, il Papa non ha fatto nulla di contestabile ed io non lo contesto.
    Semmai, egli è contestabile politicamente, per certe scelte.
    Pensiamo al riconoscimento della Palestina.
    Attenzione: quando il Papa non parla ex-cathedra (come capo di Santa Romana Chiesa) ed agisce come capo di Stato può essere contestato anche da noi cattolici.
    Lo stesso diritto canonico lo dice.
    Questo è il canone 749, comma 1: "Il Sommo Pontefice, in forza del suo ufficio, gode dell'infallibilità nel magistero quando, come Pastore e Dottore supremo di tutti i fedeli, che ha il compito di confermare i suoi fratelli nella fede, con atto definitivo proclama da tenersi una dottrina sulla fede o sui costumi".
    Ergo, quando ha riconosciuto la Palestina, Papa Francesco non ha agito come Pastore e Dottore di Santa Romana Chiesa ma come capo di Stato Vaticano.

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  7. Marica Lucci-catechista18 dicembre 2017 alle ore 06:54

    Non ho detto che il business è peccato. Se legge bene il mio post vedrà che non l'ho detto. Ho detto invece che se il business diventa 'first' allora la morale cristiana passa in secondo piano. Ed è esattamente ciò che è accaduto nella società odierna che ha divinizzato denaro e consumi. È sufficiente porre mente a ciò che è ormai diventato il natale: un'orgia consumistica. Ed è sufficiente porre a monte alle scelte internazionali di allearsi con le persecutorie dittature islamiche traboccanti di petrolio.
    Per il resto, ancora non capisco cosa c'entrino le generali critiche a Francesco in un contesto in cui ha detto una cosa giusta perché ovvia. Chiamasi strumentalizzazione, infatti lei gli ha messo in bocca parole che egli non ha proferito: il papa, checché ne dica lei, ha criticato l'uso del denaro e non il denaro. Perché stravolgerne le parole?

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  8. Immagino che lei abbia un'automobile.
    Con che cosa va la sua macchina?
    Immagino che lei usi oggetti di plastica.
    Con che cosa si fa la plastica?
    Rispondo io: con il petrolio!
    Io non ho mai attaccato il Papa.
    Ho solo posto l'accento sul fatto che noi tutti abbiamo bisogno del mercato, senza idolatrarlo.

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Ringrazio un caro amico di questa foto.