Su "Panorama" vi è l'articolo di Giorgio Mulè che è intitolato "Il Natale nero del furbetto".
Matteo Renzi, segretario del Partito Democratico, è diventato premier nel 2014 facendo cadere il suo predecessore Enrico Letta, senza avere ricevuto alcun mandato dal voto popolare, dopo la sua promessa in cui egli sarebbe andato al governo solo con regolari elezioni.
Tra l'altro, egli ha fatto cadere senza nemmeno sfiduciarlo in Parlamento ma sfiduciandolo nella direzione del Partito Democratico.
Renzi ha governato male e con una maggioranza che è stata un crocchio di transfughi.
Ha governato male, facendo leggi che non hanno portato alcun beneficio e riforme fallimentari.
Sul referendum per una riforma costituzionale pessima, con cui ha tentato di favorirsi, Renzi è stato sconfitto il 4 dicembre 2016.
Così si è dimesso.
Ora, il governo presieduto da Paolo Gentiloni ha portato avanti quanto Renzi ha proposto.
L'ha fatto sempre con il metodo del crocchio.
Pensiamo alla legge sul testamento biologico, approvata in Parlamento con il voto del Movimento 5 Stelle.
Però, Renzi è un perdente.
La sua azione di governo è stata fallimentare ed il suo partito ha perso consensi, poiché ha pensato alle cose che non interessano a noi italiani.
Pensiamo alla legge sullo ius soli, la legge che avrebbe fatto diventare italiani anche gli immigrati clandestini, che (grazie al cielo) è stata affossata in Senato, poiché sono mancati i numeri.
Questa è una bella notizia per l'Italia.
Tra casi imbarazzanti, come quello di Banca Etruria, che ha visto coinvolto il padre del suo ministro Maria Elena Boschi, leggi discutibili, tentativi di vendetta (come la richiesta della testa del governatore della Banca d'Italia Ignazio Visco) e gaffes varie, il bilancio di Renzi non può essere che negativo.
Ha iniziato in modo inglorioso, come traditore, e sta finendo in modo ancora più inglorioso, come fallito.
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