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mercoledì 27 dicembre 2017

Papa Francesco, la nota di Niram Ferretti

Sul giornale "Caratteri Liberi", ho trovato questo articolo di Niram Ferretti che è intitolato "Le fole di papa Francesco e la platea festante".
Dell'articolo, riporto questo pezzo:


"Spira forte il vento delle parole comode, del Verbo che si incarna nello Spirito del Tempo e sussurra alle orecchie dei più come e cosa devono pensare per essere up to date, consoni a questa nostra epoca in cui bisogna abbassare il più possibile la soglia del pensiero critico, la fatica hegeliana del concetto, per poter vivere felici e contenti nel mondo che verrà.

Papa Francesco, il papa che giunge dai confini del mondo, bonaccione e telefonista, ma inflessibile contro chi non la pensi come lui, bollato dai suoi sodali, nella Chiesa e nei mass media, come “retrivo”, “curiale”, “integralista”, “passatista”, ecc. ci regala da tempo la sua edificante narrativa sui migranti innestati di peso nel Vangelo. Qualche tempo fa, durante una intervista concessa a Le Figaro, ci raccontò che Gesù era un rifugiato.
Si trattò di quando venne portato in Egitto, infante, dai genitori perché Erode se ne voleva sbarazzare.

Accostamento tirato per i capelli, buono per un siparietto da cabaret ma poco rispettoso del racconto evangelico, poiché, naturalmente, Gesù non fu mai un rifugiato ma un ebreo che si mosse in Giudea (questo il nome della regione all’Epoca, non Palestina, quest’ultima sarebbe subentrata 135 anni dopo la sua morte) e Galilea. Ma il pontefice dimesso e senza fronzoli ama gli accostamenti arditi, ammiccanti, perfetti per il plauso facile della platea ampia alla quale si rivolge quasi strizzando l’occhiolino e profferendo, “Sono in gamba eh? Questa non l’avevate pensata nemmeno voi”.

Ora ha rincarato la dose, durante la Messa della Vigilia di Natale, raccontandoci che Maria e Giuseppe altro non erano che analoghi agli immigrati attuali. D’altronde un Gesù rifugiato con genitori immigrati, suona bene. Secondo il pontefice quest’ultimi lasciarono “la loro casa, la loro gente, loro terra”. Antonio Socci, occhio sbottato Socci, che da cattolico costernato guarda a questo papa come a un apostata (e con lui molti altri), lo fulmina su Libero con assai buone ragioni, “Colpisce l’ignoranza, Qualcuno gli spieghi che Giuseppe stava portando la sua famiglia non in un Paese straniero per motivi economici, ma nel suo stesso Paese per il censimento, perché lui era originario di Betlemme. Quindi era a casa sua. E il versetto “non c’era posto per loro” si riferisce al fatto che nel caravanserraglio dove erano tutti non c’era un luogo appartato per partorire. Come si può distruggere così l’annuncio del Natale con un banale comizietto populista?”.


Questo articolo fa il paio con il mio appena scritto.
Con orgoglio, io sono un cattolico "passatista", "curiale",  "integralista", "reazionario" ed anche un po' "arrabbiato".
Visto che i termini che si usano per noi sono questi...mi comporto così.
Io voglio bene al Papa e proprio perché voglio bene al Papa non posso esimermi dall'essere franco nel criticare queste sue prese di posizione pro-immigrazione clandestina e pro-Palestina.
In primo luogo, la Sacra Famiglia non andò Betlemme per scappare da persecuzioni e guerre ma per un censimento.
In secondo luogo, la Sacra Famiglia fu costretta fuggire in Egitto per fuggire alle persecuzioni di Erode ma, alla morte di questi, tornò in patria e non chiese certo lo ius soli.
Inoltre, il nome "Palestina" comparve solo 135 anni dopo la morte (e resurrezione, visto che sono credente) di Gesù.
Al tempo di Gesù, non si sapeva neppure che cosa fosse la Palestina. 
Infatti, esistevano la Galilea, l'Idumea e la Giudea.
La Syria Palaestina fu creata dall'imperatore Adriano nel 135 AD, in chiave anti-giudaica.
Per questo, pur con l'affetto verso il Santo Padre, io non posso condividere le sue parole.
Se lo facessi, farei una violenza, al buonsenso, alla storia ed anche alla mia coscienza.
I vescovi spagnoli sono meno cristiani di quelli italiani?
Io non credo proprio.
Allora, piantiamola con la retorica!
Certe espressioni stanno facendo male alla Chiesa.
Qualcuno mi ha già detto che "non va più a messa per via delle uscite pro-migranti di Papa Francesco".
Non so se ciò sia una scusa per non andare a messa ma di certo non è un bel segnale.


2 commenti:

  1. un cattolico che non si sottomette a Pietro è un ex cattolico

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Il dogma dell'infallibilità papale vale solo quando il Papa parla di cose dogmatiche ed ex-cathedra.
      Quando il Papa parla di politica o esprime una sua opinione in un'intervista, il dogma in questione non vale.
      Inoltre, il Papa deve sacrificare le sue opinioni per il bene della Chiesa.

      Elimina

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