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venerdì 29 dicembre 2017

Un esempio di laicità: San Tommaso Becket

Oggi, vi è la festa di San Tommaso Becket (in inglese, Thomas Becket, 21 dicembre 1118-29 dicembre 1170).

Egli fu Lord Cancelliere del Regno di Inghilterra dal 1154 ed arcivescovo di Canterbury dal 1162 alla morte.
La sua morte avvenne per mano di sicari che lo uccisero nella cattedrale di Canterbury.
Questi sicari agirono in nome del re Enrico II Plantageneto (5 marzo 1133-6 luglio 1189).
Il re, infatti, volle fare ingerenza nella Chiesa.
Nel 1166, il re promosse l'Assise di Clarendon.
Questa assise fu una riforma della giustizia che portò tante migliorie (come l'abolizione dell'ordalia) ma che nel contempo metteva in discussione anche la libertà della Chiesa.
Così, l'arcivescovo ed il sovrano entrarono in conflitto.
La molto citata, ma probabilmente apocrifa frase di Enrico II riecheggia nei secoli: "Chi mi libererà da questi preti turbolenti?" Anche se i violenti attacchi di Enrico contro Becket nel corso degli anni sono ben documentati, questa volta quattro dei suoi cavalieri presero il re alla lettera (in quanto egli avrebbe voluto ciò, anche se in seguito negò) e si recarono immediatamente in Inghilterra, dove assassinarono Becket nella Cattedrale di Canterbury, durante gli uffici divini, il 29 dicembre 1170.
Ora, per assurdo, San Tommaso Becket è da guardare come esempio di laicità ancora oggi.
Infatti, la non laicità non è solo lo Stato schiacciato dalla Chiesa ma anche la condizione inversa.
Forse, non fu un caso il fatto che un altro re Enrico, re Enrico VIII Tudor (28 giugno 1491-28 gennaio 1547, avesse fatto distruggere la tomba del santo nel 1539, che era nella cattedrale di Canterbury, nell'ambito della politica di dissoluzione dei monasteri che stava portando avanti.
Il santo in questione poteva diventare un simbolo della resistenza cattolica inglese, che all'epoca fu molto forte.
Oggi, dove vi era la tomba del santo vi è un cero acceso.

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