La Val Bregaglia è divisa tra due Stati: l'Italia e la Svizzera.
Essa è divisa anche tra due regioni: la Lombardia ed il Canton Grigioni.
Ora, oltre ad essere divisa tra due Stati e tra due regioni, la Val Bregaglia è divisa anche tra due religioni.
La parte italiana è cattolica e quella svizzera (del Canton Grigioni) è protestante.
La cosa che le accomuna è la lingua italiana, che è parlata al di là e al di qua del confine.
Avevo citato questo caso già nel commentare la poesia intitolata "Littra dû ereticu di Razii".
La parte svizzera della Val Bregaglia è protestante, pur essendo a maggioranza italofona.
Ora, stando alle informazioni, pare che il protestantesimo sia arrivato in quelle zone da sud, dall'Italia.
Molti esuli italiani che abbracciarono la Riforma si trasferirono in quelle zone per trovare condizioni a loro migliori.
Il sito "Balsamo per la città" riporta ciò:
"Il "cristianesimo" giunse in Bregaglia da sud (4° secolo). Uno dei più importanti cattolici evangelizzatori fu Gaudenzio, vescovo di Vercelli, nell’Italia settentrionale. Più strano è il fatto che pure la Riforma entrò in Valle da sud. La conversione avvenne nella prima metà del 16° secolo ad opera di profughi italiani che erano passati alla nuova fede. Il contatto con la Riforma a nord delle Alpi (Coira, Zurigo e Ginevra) si stabili solo in un secondo momento. All’epoca della Riforma l’attuale Grigioni formava uno stato autonomo (Rezia) che comprendeva tre leghe: la Lega Caddea, la Lega delle dieci Giurisdizioni e la Lega Grigia. Dall’inizio del 16° secolo la Rezia dominava sulle terre soggette di Chiavenna, Bormio e Valtellina. Le grandi potenze dell’epoca, sia la Spagna e l’Austria che la Francia e Venezia, sollecitavano l’alleanza della Rezia per assicurarsi il passaggio sulle Alpi. Nel 16° secolo la crescente repressione dei moti riformatori in Italia spinse molti esuli verso la Repubblica retica. Il messaggio della Riforma trovò un’eco, sia nelle Valli meridionali come pure nei paesi soggetti; richiamò però, sempre maggiormente in causa anche le forze della Controriforma. Nel corso dei torbidi anni dei Grigioni (1618-1639) la Rezia dovette cedere temporaneamente alla Spagna il dominio sulle terre soggette; lo riconquistò con il Capitolato
di Milano (1639) a condizione che la pratica della confessione riformata vi restasse vietata. A partire dal 1540 furono sempre più numerosi i profughi che cercarono asilo a Chiavenna. Fra questi c’era Agostino Mainardo (1482-1536), il quale guidò per oltre due decenni la comunità riformata nella città. Il numero dei seguaci andò man mano aumentando e negli anni successivi le comunità, in città e nei dintorni, diventarono cinque. Nei primi decenni di Riforma quasi tutti i parroci delle comunità evangeliche di Bregaglia, provengono dall’Italia. A conferma citiamo qualche esempio: Tommaso Casella, già monaco carmelitano, da Genova; Guido Zonca da Verona e Giovanni Antonio Cortese (Gasacela); Bartolomeo Maturo, già frate dominicano, da Cremona; Giulio della Rovere da Milano; Pier Paolo Vergerio da Capodistria; Aurelio Scitarca dal Veneto e Luca Donato da Firenze (Vicosoprano); Lorenzo Martinengo e suo figlio Alberto dalla Dalmazia (Stampa); Girolamo Turriani da Cremona (Bondo); Giovanni Marra da Napoli (Castasegna); Lattanzio da Bergamo; Michelangelo Florio e Giovanni Marci da Siena (Soglio).".
Certamente, questo fu un caso di "protestantesimo autoctono italiano" e non di "protestantesimo importato dalla Germania, da Ginevra, da Zurigo o dall'Inghilterra".
Un caso eclatante fu quello del vescovo di Capodistria Pietro Paolo Vergerio (1496-4 ottobre 1565).
Egli fu vescovo cattolico ma poi abbracciò le idee protestanti e fu deposto e dichiarato eretico nel 1549.
Così, Vergerio si trasferì a Vicosoprano, nell'attuale Comune di Bregaglia, e predicò in quelle zone.
Un altro caso fu quello di Michelangelo Florio (1515-dopo il 1566) che potrebbe essere stato il vero autore delle opere di William Shakespeare.
Florio fu un frate francescano che abbracciò il protestantesimo e che si trasferì in Inghilterra ed operò come pastore.
Egli scrisse anche una traduzione del catechismo del vescovo anglicano di Winchester John Ponet (1514-1556), il vescovo che fu mandato dall'arcivescovo di Canterbury Thomas Cranmer (2 luglio 1489-21 marzo 1556) che nel 1551 fece deporre il vescovo Stephen Gardiner (1483-12 novembre 1555), il quale (nonostante nel 1534 avesse giurato nelle mani del re come capo della Chiesa inglese) non accettò la Riforma protestante sotto re Edoardo VI (1537-1553) e tornò all'obbedienza romana.
Per dovere di cronaca, ricordo che Cranmer soggiornò anche qui a Mantova.
Poi, si trasferì nel Grigioni e visse a Soglio, sempre nell'attuale Comune di Bregaglia.
Questo fu un caso di protestantesimo italiano che dimostrò quanto la Lombardia fosse stata zona di dottrine protestanti che minacciarono davvero la cattolicità italiana.
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Il peggio della politica continua ad essere presente
Ringrazio un caro amico di questa foto.
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