In questo video, sul mio canale Youtube, io ho pronunciato le mie volontà in caso di malattia grave o di situazione che possa farmi male in modo molto grave a livello fisico.
Questo è il mio testamento biologico e dispongo che:
- In caso di malattia grave, si metta in atto ogni tipo di cura e di terapia, italiana, estera ed anche sperimentale, per salvare la mia vita, finché ci sarà speranza di fare ciò.
- In caso di malattia degenerativa, come il morbo di Alzheimer, si metta in atto ogni terapia (come sopra) e si implementi ogni trattamento atto a mantenere il più possibile ogni mia facoltà.
- In caso di incidente che mi possa provare di alcune facoltà (come quella motoria), si implementi ogni tecnologia atta a migliorare la mia qualità e (se sarà possibile) ogni terapia, anche sperimentale.
- In caso di malattia in stato terminale, io vorrò avere le cure palliative e compassionevoli.
Io rigetterò ogni forma di eutanasia.
Non rigetterò l'eutanasia solo perché sono cattolico ma anche perché essa fu regimi barbari, come il nazismo ed il comunismo, due ideologie che tanto male hanno fatto portato.
Io aborro, maledico e disprezzo ideologie simili, ideologie che sanno ancora oggi di morte e di miseria.
Il testamento biologico (che è stato approvato dal Senato) apre la strada all'eutanasia.
È simpatico che tu voglia decidere di te, ma non vuoi che altri possano fare come te.
RispondiEliminaE con arroganza addirittura esprimi le tue volontà, ciò che invece vorresti negare agli altri.
Sai che c'è? Dopo le unioni civili, è passata pure questa legge: un'altra picconata alla tua arroganza. Testamento biologico significa eutanasia passava, ora resta solo quella attiva.
Sei finito non hai più nulla da difendere. Nulla.
E ti do anche una bella notizia: le leggi su unioni civili e testamento biologico sono immodificabili, perché una loro abrogazione sarebbe incostituzionale (lo dicono tutti i giuristi per motivi che non sto qui a spiegarti). Insomma, hai davvero perso: che senso ha che continui a parlarne?
RispondiEliminaPoveretto!
RispondiEliminaTi dico solo una cosa: io posso criticare il nazismo tu no!
Infatti, anche Adolf Hitler presentava l'eutanasia come "atto di pietà".
Lo dice il "Mein Kampf". Scripta volant, verba manent.
Visto che si vuole presentare l'eutanasia come l'unica soluzione possibile.
La storia di casi di grande sofferenza come quello di San Giovanni Paolo II Papa e quello di Salvatore Crisafulli.
Essi hanno avuto grandi sofferenze ma hanno detto no all'eutanasia, anche attiva.
Contro la vostra "cultura della morte" bisogna diffondere la cultura della vita.
Hai voglia a parlare...ormai è fatta. Noto che hai il vizietto a chiamare nazisti coloro che non la pensano come te. Ecco, questa legge serve proprio per mettere a tacere gli arroganti come te che offendono le idee diverse.
RispondiEliminaDopo unioni civili e eutanasia passiva resta solo quella attiva: alla prossima! Hai perso. Hai voglia a ciarlare ahahah
E voi sareste dei "democratici"?
RispondiEliminaVoi non mettete a tacere nessuno!
Fin dove la legge me lo consente, io posso dire e fare quello che voglio.
Se non ti sta bene il mio pensiero, vai a visitare altri blog.
Anche io l'ho fatto, ma ho disposto che se finisco in coma irreversibile voglio mi sia staccata la spina.
RispondiEliminaÈ una buona legge: consente sia a lei che a me di veder rispettate le proprie idee e la propria volontà. Lo Stato e la morale collettiva se ne tiene fuori. Sono scelte troppo intime.
Sentiti saluti.
Il coma irreversibile è il coma di 4° grado.
RispondiEliminaEsistono quattro stadi di coma.
Il coma di 4° grado è il coma irreversibile ed è caratterizzato dall'encefalogramma piatto e dalla perdita di tutte le funzioni vegetative e della capacità di respirare autonomamente.
Inoltre, è caratterizzato anche da un calo di pressione e da ipotermia.
Il coma irreversibile è di fatto la morte cerebrale.
Infatti, si presume che la cessazione permanente dell'attività elettrica cerebrale segni la fine della coscienza: coloro che sostengono che la sola neocorteccia del cervello sia la responsabile della coscienza ipotizzano che si dovrebbe considerare la sola attività elettrica di quest'ultima per stabilire la morte. Questo non è valido nella maggior parte dei Paesi, tra i quali l'Italia, dove oltre all'assenza dell'attività elettrica, sono necessari l'assenza dei riflessi del tronco e dell'attività respiratoria spontanea (Decreto ministeriale 11 aprile 2008).
Ergo, una persona in queste condizioni è da dichiararsi clinicamente morta.
Se lei si trovasse in quelle condizioni, sarebbe già morta.
Quindi, non c'è nulla di strano nello staccare la spina a chi è già morto.
Una persona senza più attività cerebrale e neurologica e quindi non in più grado di respirare autonomamente è già morta.
Si informi meglio.
Ovvio che non mi riferivo a questo stadio, ma a quelli successivi.
RispondiEliminaHo disposto il rifiuto di cure perché per me quella non sarebbe vita. Grazie a quella legge sia le mie volontà che le sue saranno rispettate. Del resto, in condizioni di coma niente esiste scientificamente per fronteggiare la situazione se non mantenere lo status quo.
Forse, non ci siamo capiti.
RispondiEliminaIl coma irreversibile è già di fatto una morte cerebrale, con encefalogramma piatto.
In quel caso, ogni cura è inutile ed il biotestamento non serve.
Mi scusi ho scritto male: intendevo gli stadi 'precedenti'.
RispondiEliminaApprofitto per augurarle buon Natale.
Negli stadi "precedenti" al coma irreversibile ci sono ancora delle possibilità di salvarsi.
RispondiEliminaBuon Natale anche a lei.
Io mi riferisco al coma irreversibile, tipo quello della Englaro. È a quello e solo a quello cui ho fatto riferimento nel mio testamento biologico.
RispondiEliminaEluana Englaro era in stato vegetativo. Era uscita dal coma e comunque le erano stati tolti l'acqua ed il cibo. In nessuna parte del mondo civile, il cibo e l'acqua sono considerati terapie.
RispondiEliminaTra l'altro, c'è stato un caso simile a quello di Eluana Englaro, in cui la persona ha ripreso le facoltà.
Questo ne è l'articolo: http://m.famigliacristiana.it/articolo/eutanasia-il-teologo-la-storia-di-giustina-dimostra-che-eluana-non-doveva-morire.htm
Ma io in quella situazione non vorrei né acqua né cibo. Terapia o non terapia io non voglio finire la mia vita a stare per anni in stato vegetativo. Ora le mie volontà saranno rispettate. Del resto non faccio del male a nessuno e nessuno decide per me. Sono io che decido per me. Lei la pensa diversamente e ciò viene rispettato, non a caso ha disposto il tuo testamento biologico il quale di sicuro verrà rispettato. Le nostre idee, diverse, avranno finalmente pari dignità: a casa sua ognuno decide per sé, tenendo fuori lo Stato. È un principio liberale che oggi è legge ed entrambi ne usufruiamo.
RispondiEliminaSperiamo però che ciò non accada mai!
Ho disposto così perché sono terrorizzata all'idea di finire la mia vita come la povera Englaro, dove nulla poteva farsi. E se un caso di risveglio c'è stato esso è appunto un'eccezione, improbabilissimo. E proprio per questa assoluta improbabilità non voglio ad essa affidarmi. Ciò l'ho scritto chiaro e tondo: se probabilità ci sono non voglio morire, ma se sono bassissime allora sì. Per me (e ribadisco per me) lo stato vegetativo non è vita, vivere per me significa 'vivere'. Per lei no, e le sue idee vanno rispettate. Come le mie. Entrambi dobbiamo ringraziare questa legge: ci tutela entrambi.
RispondiEliminaArrivederci.
In nessuna parte del mondo (civile) il cibo e l'acqua sono considerati terapie.
RispondiEliminaErgo, dare cibo ed acqua non è accanimento terapeutico.
Il medico può fare obiezione di coscienza.
Oltretutto, morire di fame e di sete non ha nulla di dignitoso.