ribadisco il concetto: io contesto la decisione del Vaticano di riconoscere la Palestina.
Ieri, l'ANSA ha pubblicato un articolo intitolato "Abu Mazen da Papa, nuovi negoziati diretti di pace in MO".
Nell'articolo si invitano gli altri Stati a "seguire l'esempio del Vaticano".
Da cattolico, io invito a non seguire questa scelta. Anzi, è bene prendere le distanze da questa decisione.
Sia chiaro, io non delegittimo il Santo Padre.
Però, questa scelta di riconoscere la Palestina è stata un grave errore politico di cui si potrebbe pagare un prezzo alto.
Del resto, essere Papa non significa essere immuni da errori. L'infallibilità papale vale quando il Papa parla ex-cathedra, come capo della Chiesa cattolica, di cui io faccio parte, con onore.
La decisione di riconoscere lo Stato di Palestina è una decisione politica e presa come capo di uno Stato, lo Stato di Città del Vaticano. Quindi, è contestabile.
Del resto, la storia parla di Papi che furono ottimi uomini della Chiesa ma che furono anche dei politici discutibili.
Pensiamo a Papa Clemente VII (1478-1534) che per un pasticcio politico con il re di Svezia Gustavo I Eriksson Vasa (1496-1560) gestito non in modo impeccabile si giocò la Chiesa svedese, che nel 1527 passò al luteranesimo.
Certo, il re svedese fu discutibile sotto tanti punti di vista ma con un suo errore il Papa gli diede l'assist.
Quelli che vogliono la Palestina (uno Stato che nemmeno la storia legittima) non vogliono uno Stato costituito da West Bank (o Cisgiordania) e Striscia di Gaza ma vogliono la distruzione di Israele.
Abu Mazen, il presidente della sedicente Autorità Nazionale Palestinese, è ambiguo.
Da giovane, egli scrisse una tesi in cui negò la Shoah. L'articolo su "Focus on Israel" ne parla.
Quindi, è inaffidabile.
Hamas (che governa la Striscia di Gaza) vuole esplicitamente la distruzione di Israele. Leggete il suo statuto sul sito del CESNUR.
Hamas non vuole solo la distruzione di Israele ma di tutto ciò che non è islamico, cristiani compresi.
Questa decisione del Vaticano rischia di fare un danno anche ai cristiani che stanno in quella zona che noi chiamiamo Terra Santa ma che è retta da uno Stato pienamente che è chiamato Israele.
Israele è garanzia anche per i cristiani in quella zona.
Cordiali saluti.
Così facendo si mette pressione su Israele e non si aiuta la pace.
RispondiEliminaConcordo.
RispondiElimina