qui a Mantova vengono tanti turisti da Israele, i quali trovano strutture ricettive importanti.
Infatti, tra Mantova e l'Ebraismo ci sono forti legami.
Com'è noto, la comunità ebraica mantovana fu presente fin dall'anno Mille.
Su tutto il territorio mantovano vi erano sinagoghe e cimiteri ebraici.
Addirittura, secondo una certa tradizione, il corpo del santo patrono di Mantova, Sant'Anselmo II di Lucca (1040-1086) sarebbe stato mummificato da alcuni dotti ebrei, per conservarlo.
Ora, questi ebrei provenivano da Roma, dalla Germania e dalla Provenza.
Secondo le fonti storiche, il primo insediamento ebraico fu qui a Roncoferraro, in località Barbasso, ove si stabilirono anche i catari.
Nel Rinascimento, sotto la signoria dei Gonzaga, la comunità ebraica crebbe.
I Gonzaga incoraggiarono l'insediamento degli ebrei ed i banchieri di fede ebraica potevano fare le loro attività.
Durante il Rinascimento gli ebrei furono il 7% della popolazione mantovana e l'8% dell'attività culturale proveniva dalla comunità ebraica.
Oggi, purtroppo, quello che resta della comunità ebraica mantovana è una minima parte di quella che era la gloriosa comunità del passato.
La comunità mantovana, che storicamente aveva incluso sempre un numero di individui intorno ai 1.900, dagli anni quaranta del XIX secolo. subì un veloce calo demografico testimoniato dal censimento del 1858, 1.608 i componenti la comunità, diminuiti ulteriormente a 1.093 nel 1901.
Le cose peggiorarono con le Leggi Razziali fasciste del 1938 e con le persecuzioni naziste del 1943.
Oggi, pur restando una comunità storicamente importante, la comunità ebraica mantovana conta solo poche decine di persone.
Delle sei sinagoghe che operavano nel ghetto, oggi resta solo la Sinagoga Norsa-Torrazzo.
Essa fu fatta tra la fine del XIX e l'inizio del XX secolo, su modello della vecchia ed omonima sinagoga del XV secolo, e si trova in Via Govi.
Da fuori (come mostra la foto in alto) non sembra un edificio sontuoso.
Dentro, invece, è maestosa, pur non essendo grande, con i suoi stucchi.
In Via Bertani vi è la Casa del Rabbino e al di là del ponte di San Giorgio, andando verso San Giorgio di Mantova, vi è il cimitero ebraico.
Per omaggiare gli ebrei mantovani (e non solo) vi suggerisco questa ricetta, quella delle Belbeta.
Le Belbeta sono delle polpette fatte con carne kasher.
Esse furono un piatto degli ebrei di Tripoli, in Libia, ma sono diffuse anche in Israele.
Chiederò lumi al mio amico e socio Morris Sonnino, che in Israele ci va.
Questi sono gli ingredienti:
300 grammi di carne di vitello tritata (possibilmente macellata secondo i rituali kasher); olio extravergine di oliva; 3 spicchi d'aglio; mezzo cucchiaio di semi di finocchio; sale.
Questo è il procedimento:
Impastate insieme tutti gli ingredienti e formate delle palline della grandezza desiderata. Più saranno piccole più saranno graziose..
Portate ad ebollizione mezzo litro di acqua con un filo d'olio e fate cuocere le polpettine a fuoco lento finché l'acqua non sarà completamente assorbita.
Lasciare raffreddare e servite.
Si ringrazia della collaborazione il Comitato Manifestazioni Roncoferraro, che mi ha concesso di prendere in prestito la guida "Mangiare Mantovano...e non solo", guida che è stata redatta da "Reporter Mantova", da cui ho preso spunto.
Cordiali saluti.
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