leggete l'articolo de "Il Giornale" che è intitolato "Via libera al ddl Anticorruzione. Renzi: "Pronti a mettere la fiducia"".
Il premier Matteo Renzi ha presentato il suo decreto anti-corruzione.
A me sembra che il suo sia più un tentativo di ridare "la verginità perduta" al suo partito, che è coinvolto nella triste vicenda di "Mafia Capitale" che non una seria volontà di lottare contro la corruzione.
Per esempio, tra la misure vi è anche la confisca dei beni agli eredi della persona corrotta.
Ora, se una persona corrotta mi lasciasse dei beni in eredità, io (che che con la vicenda della persona da cui avrei ereditato i beni non c'entrerei nulla) dovrei accettare la confisca da parte dello Stato?
Io non accetterei proprio una cosa del genere.
Anzi, alla faccia del bullo fiorentino (precisamente di Rignano sull'Arno) e catto-comunista, metterei in vendita tutti i beni ereditati e manderei all'estero (magari in qualche "paradiso fiscale" ) tutti i proventi.
La corruzione non si combatte così. Quello di Renzi mi sembra più un tentativo di salvare la faccia al suo partito, che ha perso molti dei consensi che aveva, e (magari) di attirarsi il consenso del Movimento 5 Stelle, un movimento giustizialista.
Bisogna anche riformare seriamente le istituzioni, a cominciare dal taglio della burocrazia, che con i suoi meccanismi perversi (come i lunghissimi tempi di attesa) favorisce la corruzione.
A Renzi vorrei ricordare la verginità non si può recuperare.
Cordiali saluti.
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