leggete l'articolo de "Il Giornale" che è intitolato "Il salvataggio nascosto delle banche tedesche".
Dell'articolo è interessante la parte che recita:
""Se titoli sovrani di basso rating venissero acquistati dalla Bce, rischi di politica finanziaria verrebbero messi in comune dalla Banca centrale europea, aggirando governi e parlamenti".
Dietro alle parole del presidente della Bundesbank Jens Weidmann a Repubblica c'è molto di più di quello che dice. Da mesi, infatti, la recrudescenza degli attacchi della Germania a Paesi come l'Italia e la Francia ha portato lo scontro in seno a Bruxelles ai massimi livelli. La cancelliera Angela Merkel e il fidato ministro delle Finanze Wolfgang Schauble continuano a pestare duro contro il quantitative easing sostenuto dal governatore della Bce Mario Draghi. In realtà, al contrario di quanto vorrebbe farci credere la propaganda di Berlino, la Germania è stato ed è tutt'ora il Paese membro che più facilmente è riuscito e riesce tutt'ora ad aggirare governi e parlamenti per portare avanti i propri affari.
Qualche tempo fa il Wall Street Journal era riuscito a mettere le mani sui verbali segreti di una riunione al Fondo monetario internazionale. In quell'occasione si spiegava, con estremo candore, come il salvataggio della Grecia sia stato "concepito solo per salvare i creditori", cioè le banche tedesche. Perché tornare lì? Innanzitutto perché il governo di Atene è nuovamente entrato in una fase di forte incertezza politica ed economica: se i partiti non riusciranno a scegliere il successore di Karolos Papoulias nel corso di tre votazioni, infatti, il parlamento verrà sciolto e si andrà alle elezioni politiche anticipate, forse già il 25 gennaio. In secondo luogo, perché da un po' di tempo a questa parte il nemico principale della Merkel è diventato proprio l'Italia a cui viene ricordato (un giorno sì, e l'altro pure) che non fa abbastanza per tenere in ordine i conti pubblici. La crisi greca e il fallimento dell'Unione europea hanno le stesse radici.".
Praticamente, si vuole salvare la Germania a spese degli altri Paesi europei, Italia compresa.
Che la Germania sia il Paese che più di tutti riesce ad aggirare governi e parlamenti per portare avanti i propri affari è cosa vera.
Basti pensare a quello che accadde nel 2011 qui in Italia.
Un governo eletto democraticamente (quello del presidente Berlusconi e del centrodestra) è stato rimpiazzato con un altro governo (tecnico e di grosse koalition) presieduto da Mario Monti e non eletto, per il ricatto dello spread tra Btp e Bund tedeschi.
L'articolo del "Corriere della Sera" che è intitolato "La Merkel disse a Napolitano: "Berlusconi va tolto dalla guida del governo per salvare l'euro"" riporta una presunta telefonata di Angela Merkel al nostro Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano.
In questa presunta telefonata (che era stata riportata dal Wall Street Journal) Angela Merkel avrebbe fatto pressioni su Napolitano per fare cadere il governo del presidente Berlusconi.
Evidentemente, la Germania ha una "golden share" sull'Unione Europea.
Il problema è che la Germania sta fagocitando gli altri Stati europei, Italia compresa.
Basti pensare alle "Quote Latte", con cui i nostri allevatori sono stati penalizzati pesantemente, o alla questione della norma europea che avrebbe vietato l'uso delle oliere nei ristoranti e che è stata cassata per il veto della Germania.
Ricordo che l'Italia è Paese produttore di olio d'oliva e se le oliere fossero state sostituite dalle bottiglie l'olio servito nei ristoranti avrebbe avuto una tracciabilità e non ci sarebbero stati danni da parte della concorrenza di altri Paesi, come i Paesi africani, che vendono i loro oli a prezzo inferiore.
L'Italia deve porsi molti interrogativi su questa Unione Europea.
Cordiali saluti.
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