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Una voce libera per tutti. Sono Antonio Gabriele Fucilone e ho deciso di creare questo blog per essere fuori dal coro.

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Il mio libro, in collaborazione con Morris Sonnino

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lunedì 22 dicembre 2014

Il Natale di nostro Signore



Cari amici ed amiche,

le letture della messa del giorno del Natale del nostro Signore Gesù Cristo sono:


Dal libro del profeta Isaìa, capitolo 9, versetti 1-6.

Il popolo che camminava nelle tenebre
ha visto una grande luce;
su coloro che abitavano in terra tenebrosa
una luce rifulse.
Hai moltiplicato la gioia,
hai aumentato la letizia.
Gioiscono davanti a te
come si gioisce quando si miete
e come si esulta quando si divide la preda.
Perché tu hai spezzato il giogo che l’opprimeva,
la sbarra sulle sue spalle,
e il bastone del suo aguzzino,
come nel giorno di Màdian.
Perché ogni calzatura di soldato che marciava rimbombando
e ogni mantello intriso di sangue
saranno bruciati, dati in pasto al fuoco.
Perché un bambino è nato per noi,
ci è stato dato un figlio.
Sulle sue spalle è il potere
e il suo nome sarà:
Consigliere mirabile, Dio potente,
Padre per sempre, Principe della pace.
Grande sarà il suo potere
e la pace non avrà fine
sul trono di Davide e sul suo regno,
che egli viene a consolidare e rafforzare
con il diritto e la giustizia, ora e per sempre.
Questo farà lo zelo del Signore degli eserciti.

Parola di Dio.

Salmo responsoriale. Dal salmo 95.


Ritornello: Oggi è nato per noi il Salvatore.


Cantate al Signore un canto nuovo,
cantate al Signore, uomini di tutta la terra.
Cantate al Signore, benedite il suo nome.

Annunciate di giorno in giorno la sua salvezza.
In mezzo alle genti narrate la sua gloria,
a tutti i popoli dite le sue meraviglie.

Gioiscano i cieli, esulti la terra,
risuoni il mare e quanto racchiude;
sia in festa la campagna e quanto contiene,
acclamino tutti gli alberi della foresta.

Davanti al Signore che viene:
sì, egli viene a giudicare la terra;
giudicherà il mondo con giustizia
e nella sua fedeltà i popoli
.

Dalla lettera di san Paolo Apostolo a Tito, capitolo 2, versetti 11-14.
Figlio mio, è apparsa la grazia di Dio, che porta salvezza a tutti gli uomini e ci insegna a rinnegare l’empietà e i desideri mondani e a vivere in questo mondo con sobrietà, con giustizia e con pietà, nell’attesa della beata speranza e della manifestazione della gloria del nostro grande Dio e salvatore Gesù Cristo.
Egli ha dato se stesso per noi, per riscattarci da ogni iniquità e formare per sé un popolo puro che gli appartenga, pieno di zelo per le opere buone.

Parola di Dio.

+ Dal Vangelo secondo Luca, capitolo 2, versetti 1-4.
In quei giorni un decreto di Cesare Augusto ordinò che si facesse il censimento di tutta la terra. Questo primo censimento fu fatto quando Quirinio era governatore della Siria. Tutti andavano a farsi censire, ciascuno nella propria città.
Anche Giuseppe, dalla Galilea, dalla città di Nàzaret, salì in Giudea alla città di Davide chiamata Betlemme: egli apparteneva infatti alla casa e alla famiglia di Davide. Doveva farsi censire insieme a Maria, sua sposa, che era incinta.
Mentre si trovavano in quel luogo, si compirono per lei i giorni del parto. Diede alla luce il suo figlio primogenito, lo avvolse in fasce e lo pose in una mangiatoia, perché per loro non c’era posto nell’alloggio.
C’erano in quella regione alcuni pastori che, pernottando all’aperto, vegliavano tutta la notte facendo la guardia al loro gregge. Un angelo del Signore si presentò a loro e la gloria del Signore li avvolse di luce. Essi furono presi da grande timore, ma l’angelo disse loro: "Non temete: ecco, vi annuncio una grande gioia, che sarà di tutto il popolo: oggi, nella città di Davide, è nato per voi un Salvatore, che è Cristo Signore. Questo per voi il segno: troverete un bambino avvolto in fasce, adagiato in una mangiatoia".
E subito apparve con l’angelo una moltitudine dell’esercito celeste, che lodava Dio e diceva:
"Gloria a Dio nel più alto dei cieli
e sulla terra pace agli uomini, che egli ama".

Parola del Signore.

Con la messa della notte della Vigilia, inizia il Natale di nostro Signore. 
Immaginate quello che c'era al tempo della nascita di Gesù.
Mentre nella sperduta Betlemme nacque il Salvatore, Gesù Cristo, e ci fu una gran luce della speranza e la festa per l'arrivo di questa speranza, a Gerusalemme ci furono la tenebra ed il timore.
Erode, il re di Giuda (o meglio un re fantoccio al soldo dei Romani e di origine nabatea) temeva di perdere il proprio potere e così cerco di fare uccidere Gesù.
Oggi, noi siamo più come coloro che stettero a Gerusalemme, che non come quelli che stettero a Betlemme.
Anzi, noi siamo peggio di coloro che stettero a Gerusalemme.
Noi, infatti, abbiamo perso i nostri valori e (chiusi nel nostro egoismo) stiamo trascurando persino i valori più basilari.
Ci sono famiglie divise, in cui i parenti litigano tra di loro, anche per delle cose senza fondamento ma solo per lo stupido orgoglio.
C'è rabbia e c'è tristezza.
La nostra generazione è (forse) la più ribelle a Dio.
Si arriva anche a trascurare la difesa della vita e quella della famiglia. 
Gli uomini di oggi sono peggiori di Erode e della sua corte.
Ci dovremmo solo vergognare.
Siamo così istupiditi da noi stessi che non ci rendiamo conto che la Salvezza è dietro l'angolo e che ci fu portata da un bambino nato in una mangiatoia a Betlemme.
Forse, sarebbe meglio mettere da parte il superfluo e cercare di comprendere il vero senso del Natale.
Se così non facessimo, a che servirebbe festeggiare il Natale?
Tanto varrebbe non festeggiarlo più e farlo diventare un giorno come gli altri.
No! Per festeggiare il Natale bisogna comprendere il mistero di un Dio che si fece uomo e che con l'uomo condivise ogni cosa, meno che il peccato, e morì in croce e risorse per salvare noi.
Se noi non capiamo ciò e non cerchiamo di imitare nostro Signore è inutile mettere addobbi e lucette colorate e fare pranzi a base di tortellini e lasagne.
Cordiali saluti.





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