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Il mio libro, in collaborazione con Morris Sonnino

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venerdì 26 dicembre 2014

Quello che non si dice dei Palestinesi

Cari amici ed amiche,

leggete l'articolo del giornale "Tempi.it" che è intitolato "I cristiani fuggono da Betlemme. Vi diranno che è colpa di Israele ma a farli scappare sono (soprattutto) gli islamisti".
Dell'articolo è interessante la prima parte:

"Gerusalemme. C’è una sorta di muro dell’omertà che chi vuole descrivere la situazione dei cristiani in Palestina si trova di fronte. "Non esistono difficoltà di alcuna natura fra la comunità cristiana e quella musulmana, tutti si sentono, in primo luogo, palestinesi", ci dice il sindaco di Betlemme Vera Baboun, 49 anni, cristiana, che ha vinto le elezioni nel 2012 alla guida di un movimento politico appoggiato da Fatah. Nel suo ufficio appare una recente foto del sindaco in compagnia di papa Francesco e, poco fuori della sua porta, un bel presepe, mentre gli alberi di Natale sono presenti sia nel suo ufficio sia nell’atrio prospiciente. Più lontano, nel corridoio, è stata dipinta una gigantografia di Yasser Arafat.

Le parole del sindaco traducono l’esigenza di non discostarsi dalle posizioni dell’Autorità palestinese tipica dei politici locali. Secondo Baboun, infatti, le difficoltà e i problemi della città sarebbero rappresentati dall’espansione degli insediamenti ebraici e quindi, fondamentalmente, dall’“occupazione” israeliana. Ciò però non sembra spiegare in maniera convincente la diminuzione del numero dei cristiani nella città che ha dato i natali a Gesù. Nel 1948, a Betlemme, che conta circa 25 mila abitanti e si trova nella West Bank a meno di dieci chilometri da Gerusalemme, i cristiani rappresentavano l’85 per cento della popolazione, mentre adesso ammontano solo al 12 per cento.
Secondo Baboun, le ragioni di tale diminuzione vanno ricercate nell’emigrazione, dovuta al depresso contesto economico e alle migliori prospettive che si possono trovare altrove, oltre che alla minore natalità della popolazione cristiana rispetto a quella musulmana. Baboun però nega decisamente che ci siano problemi tra cristiani e musulmani, asserendo che la sola fonte di divisione del campo palestinese riguarda lo “scisma” di Hamas e la sua contrapposizione a Fatah.
".

A smentire il Sindaco di Betlemme Vera Baboun sono le parole di autorevoli cristiani di Israele come padre Gabriel Nadaf, prete ortodosso che è stato portavoce del Patriarca Greco in Israele e che oggi è attivo ad Haifa, Nazaret e Acco, l'antica San Giovanni d'Acri.
Padre Nadaf si sta spendendo per la difesa di Israele e suo figlio si è arruolato nelle Forze di Difesa Israeliane.
Il caso di padre Nadaf è uno dei tanti che dimostra che i cristiani arabi in Israele si stanno svegliando.
Il regime dell'Autorità Nazionale Palestinese sta creando un clima di omertà intorno alla vicenda dei cristiani nella West Bank e nella Striscia di Gaza.
Nel resto del territorio di Israele, invece, i cristiani sono la comunità araba più istruita , sono bene integrati e crescono di numero.
Addirittura, la percentuale dei cristiani arabi laureati in  Israele è superiore di quella dei musulmani e persino degli stessi ebrei, tenendo conto del fatto che i cristiani israeliani sono una minoranza sulla totalità della popolazione israeliana.
Questo significa che i cristiani di lingua araba in Israele sono ben rispettati ed integrati.
Al contrario, dalla West Bank e dalla Striscia di Gaza i cristiani scappano.
A Betlemme, nel 1947, i cristiani erano l'85%.
Nel 1995, Betlemme passò dalla giurisdizione israeliana a quella dell'Autorità Nazionale Palestinese.
Nel 1998, la popolazione cristiana nella città natale di Gesù era al 23%.
Oggi, i cristiani di Betlemme sono solo il 12%.
Se vera Baboun avesse avuto ragione, dal 1995 ad oggi i cristiani sarebbero aumentati.
Invece, essi calano.
Questo dimostra che questo crollo non avvenne durante il periodo in cui era presente l'autorità israeliana ma successivamente, dal 1995 ad oggi.
Intanto, nella zona di Betlemme vi sono  mass media privati che cercano di farci capire che lì vige un regime di omertà e riportano anche casi di stupri fatti da uomini musulmani ai danni di donne cristiane.
Un esempio di questi mass media è la "Mahd TV", una rete televisiva fondata dall'imprenditore Samir Qumsieh.
Perché l'Occidente non li ascolta?
Cordiali saluti.






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