Roncoferraro, due parole sull'Unione Mincio-Po e sull'ordinanza che vieta i botti

Cari amici ed amiche,

la criticata Unione Mincio-Po, in cui saranno uniti i Comuni di Roncoferraro, Sustinente, Serravalle Po e Ostiglia, non piace.

Essa non piace tanto nel merito quanto nel metodo.
Nel metodo, l'amministrazione comunale di Roncoferraro avrebbe dovuto informare in modo adeguati i cittadini, le forze di minoranza e persino il suo stesso partito, il Partito Democratico, come mostra l'articolo del quotidiano "La Gazzetta di Mantova" , la cui foto (che io ho riportato qui sopra) è stata messa sulla pagina del gruppo di Facebook "Sei di Roncoferraro se..." da un signore, che ringrazio.
In questo articolo su mostra il disappunto dello stesso Partito Democratico che è stato espresso dal suo segretario locale Folco Pellicelli (nella foto).
In secondo luogo, l'Unione Mincio-Po non convince nel merito.
Questa unione dovrebbe servire ad unificare dei servizi tra i Comuni di Roncoferraro, Sustinente, Serravalle Po ed Ostiglia.
Ora, da un punto di vista geopolitico, a mio modesto parere, questa unione non ha senso.
Di questi quattro Comuni, solo quello di Sustinente confina con quello di Roncoferraro.
L'amministrazione comunale voleva guardare verso sud?
Bene, essa avrebbe potuto fare sì che si estendesse ai Comuni di Bagnolo San Vito e Sustinente la convenzione dei servizi di vigilanza che c'è già con i Comuni di Castel d'Ario e Villimpenta.
Una cosa del genere avrebbe avuto più senso.
In secondo luogo, questa convenzione con i Comuni di Castel d'Ario e Villimpenta era stata rinnovata proprio quest'anno.
Quindi, fare entrare Roncoferraro nell'Unione Mincio-Po comporterebbe la fuoriuscita di quel Comune dalla convenzione con Castel d'Ario e Villimpenta.
Oltretutto, mi risulta che il Sindaco di Villimpenta Simone Zaghini abbia saputo di questa cosa dai giornali e non dall'amministrazione comunale di Roncoferraro.
La cosa è stata detta anche in Consiglio comunale.
Fare entrare Roncoferraro nell'Unione Mincio-Po significherebbe fare perdere a quel Comune certe strutture che erogano certi servizi, cominciando proprio dalla vigilanza.
Commento anche la vicenda dell'ordinanza con cui sono stati vietati i botti di Capodanno.
Io non sono d'accordo con questa ordinanza del Sindaco Federico Baruffaldi, ordinanza che parte dal 20 dicembre e finisce il 7 gennaio.
In primo luogo, bisogna distinguere i botti legali da quelli illegali.
Un conto è fare scoppiare un "pallone di Maradona", che è un petardo illegale e che , oltre al grande botto,  fa danni.
Ben altra cosa è fare scoppiare petardi piccoli, che non fanno grandi botti né danni, come le "miccette", i "miniciccioli", i "raudi" o le "fontane".
Questi ultimi petardi si vendono nei negozi.
Oltretutto, l'ordinanza è sbagliata nella tempistica.
Essa è stata emanata il 15 dicembre.
Ora, prima che l'ordinanza entrasse in vigore, i commercianti avevano già comprato ed esposto in vetrina petardi.
Un mio amico commerciante me ne ha parlato ieri.
Immaginate, quindi, il danno economico che avranno i commercianti e coloro che producono i botti.
Gli animalisti plaudono a questa ordinanza perché dicono che i botti spaventano gli animali.
Io, che non sono un animalista, rispondo a questi ultimi dicendo che chi ha il cane se lo deve tenere in casa propria e non può imporre ad altri il proprio pensiero.
Sia chiaro, non farei mai del male ad un cane o ad un gatto e a nessun altro animale.
Certo, io sono favorevole alla caccia, specialmente per ciò che concerne le nutrie, poiché fanno danni e sono vettori di malattie.
Però gli animali non possono essere equiparati alle persone.
Ridiamo una giusta dimensione ad ogni cosa.
Cordiali saluti.