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Il mio libro, in collaborazione con Morris Sonnino

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mercoledì 31 dicembre 2014

Il cristiano non è un pacifista!



Cari amici ed amiche,

ci sono certi cristiani (anche preti e prelati) che parlano di pace e che citano la famosa Enciclica di San Giovanni XXIII "Pacem in Terris".
Ora, però, la "Pacem in Terris" non supera quanto scritto da San Tommaso d'Aquino (1225-1274)  nella sua "Summa Theologica".
Leggete queste parole parole del noto santo e dottore della Chiesa che sono state riportate dal sito "Homo Laicus".

"E’ vero che il Signore ha detto che di spada perisce chi di spada ferisce, ma, come già aveva scritto Agostino, “quegli aveva preso la spada senza che alcuna autorità gliene avesse concessa la facoltà”. Quindi la guerra è peccato quando la fanno persone non autorizzate. Infatti le persone private non hanno il potere di fare la guerra, potendo difendere il proprio diritto col ricorso al giudizio del loro superiore e non potendo raccogliere masse di soldati.

“E siccome la cura della cosa pubblica è riservata ai principi, spetta ad essi difendere lo stato della città, del regno o della provincia cui presiedono. E come lo difendono lecitamente con la spada contro i perturbatori interni, col punire i malfattori, secondo le parole dell'Apostolo: "Non porta la spada inutilmente: ché è ministro di Dio e vindice nell'ira divina per chi fa il male"; così spetta ad essi difendere lo stato dai nemici esterni con la spada di guerra. Ecco perché ai principi vien detto nei Salmi: "Salvate il poverello, e il mendico dalle mani dell'empio liberate". E S. Agostino scrive: "L'ordine naturale, indicato per la pace dei mortali, esige che risieda presso i principi l'autorità e la deliberazione di ricorrere alla guerra".”

La prima condizione della guerra giusta è che a farla siano i capi di Stato, ma non basta: la guerra deve avere una causa giusta.

Anche qui Tommaso cita Agostino: "Si sogliono definire giuste le guerre che vendicano delle ingiustizie: e cioè nel caso che si tratti di debellare un popolo, o una città, che hanno trascurato di punire le malefatte dei loro sudditi, o di rendere ciò che era stato tolto ingiustamente".

La guerra è giusta se ripara un’ingiustizia. Ma deve essere fatta con retta intenzione, con carità.

“Si richiede che l'intenzione di chi combatte sia retta: e cioè che si miri a promuovere il bene e ad evitare il male. Ecco perciò quanto scrive S. Agostino: "Presso i veri adoratori di Dio son pacifiche anche le guerre, le quali non si fanno per cupidigia o per crudeltà, ma per amore della pace, ossia per reprimere i malvagi e per soccorrere i buoni". Infatti può capitare che, pur essendo giusta la causa e legittima l'autorità di chi dichiara la guerra, tuttavia la guerra sia resa illecita da una cattiva intenzione. Dice perciò S. Agostino: "La brama di nuocere, la crudeltà nel vendicarsi, lo sdegno implacabile, la ferocia nel guerreggiare, la smania di sopraffare, e altre cose del genere sono giustamente riprovate nella guerra".”

Riassumendo: ci vuole un’autorità legittima, una giusta causa e la retta intenzione, lo spirito di carità, perché la guerra sia giusta.

Tommaso pensa alla guerra come un procedimento giudiziario teso a punire un colpevole e a riparare un torto. Ma, o gli Stati sono subordinati ad un ordine giuridico internazionale, superiore e dotato di forza, che si assuma la funzione fare la guerra giusta, in base al diritto internazionale, o la guerra diventa un procedimento giudiziario improprio, perché una parte in causa pretende di essere giudice ed esecutore di sentenza
.".

Ergo, non tutte le guerre sono sbagliate.
Quando un Paese è seriamente minacciato nella sua sicurezza, il suo governo ha il diritto di difendere esso ed coloro che in esso vivono, anche usando le armi.
Lo stesso discorso, oggi, può valere per il terrorismo.
Che poi la guerra sia sporca e porti morti è cosa vera.
Se essa si potesse evitare sarebbe meglio per tutti.
Però, bisogna guardare i fatti.
I fatti dicono che quando vi è una minaccia seria alla sicurezza di un Paese o di una serie di Paesi, pur dovendo essere tenuta per ultima, l'opzione dell'uso delle armi deve essere tenuta in considerazione.
Certo, una guerra non deve essere fatta per il saccheggio o per uccidere deliberatamente le persone, per il puro gusto di uccidere.
Una guerra deve essere fatta per mantenere la sicurezza del proprio popolo.
Inoltre, il pensatore cattolico Plinio Correa de Oliveira (1908-1995) scrisse che il rifiuto del militarismo è di per sé un rifiuto dell'autorità.
La Chiesa cattolica ha sempre insegnato a rispettare l'autorità e solo quando questa fa leggi ingiuste (come una legge che impone di recare danno a sé stessi o al prossimo) il cristiano deve disobbedire.
Quindi, il cristiano non è pacifista!
Cordiali saluti.



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