Cari amici ed amiche.
A sette anni dalla sua morte, le parole di Oriana Fallaci sono ancora bene impresse nella nostra mente!
Leggete l'articolo scritto nel 2007 sul sito "Libertà e persona" dall'amica Irene Bertoglio che è intitolato "
Grazie Oriana. Dopo un anno dalla sua morte".
E' interessante è la parte che recita:
" Il motivo è lo stesso che ti ha portato a scrivere Un uomo: un libro su
un eroe che si batte da solo per la libertà e per la verità, senza
arrendersi mai.
Non vogliamo qui soffermarci su tutte quelle tematiche attuali che hai
sempre affrontato, costante e determinata, nei tuoi scritti – in quanto
sarebbe inutile sottolineare il nostro totale accordo- ma ci pare
opportuno ricordare un altro aspetto della tua persona, che unisce tutti
i diversi pensieri politici, e addirittura (non si scandalizzino,
signori) comunisti, pacifinti, no global, arcobalenisti,
pluriculturalisti…
e questo denominatore comune lo lasciamo spiegare a te: “E se la parola
Insciallah- destino- Insciallah avesse significato il trionfo della
Vita? Se fosse stata la Vita il destino di tutte le cose?”.
Intorno ad ogni tua riflessione possiamo cogliere la profondità e
l’acutezza che hai dimostrato di avere nei confronti delle domande
esistenziali.
Traspare nei tuoi libri questo forte desiderio di restare attaccata alla
Vita, parola curiosamente scritta con la maiuscola, ed accompagnata da
un leggero velo di malinconia. Tuttavia, hai capito che solo l’uomo
superficiale riesce ad essere indifferente ed apaticamente felice:
l’inquietudine spesso è il sentore di un’umanità viva, in continua
ricerca. Così hai espresso questo disagio interiore: “Vedi quant’è breve
la Vita! Troppo breve, troppo. Sia che tu sia fatto di parole anzi di
carta, sia che tu sia fatto di carne, dura quanto un fiore del deserto.
Uno di quei fiori che sbocciano al mattino per seccare al tramonto. Ho
letto che sono molto belli, i fiori del deserto. Forse sono belli
proprio perché durano lo spazio d’un giorno.".
I veri nemici dell'Occidente non sono tanto i fondamentalisti ma siamo noi stessi, o meglio quella parte della nostra società che, in nome del multiculturalismo, ha deciso di permettere ai fondamentalisti di islamici di dire la loro, ha deciso di togliere i simboli della nostra cultura, ha deciso di non dire pubblicamente di avere radici giudaico-cristiane e ha deciso di togliere Dio dalla vita pubblica degli uomini.
Per esempio, mi viene in mente la Costituzione europea, in cui non sono citate le radici giudaico-cristiane.
Mi vengono in mente quelle scuole in cui non si fanno cantare le canzoni di Natale per "non offendere chi non è cristiano".
Mi viene in mente il cimitero di Albinea, un Comune in Provincia di Reggio Emilia, in cui non ci sono i crocifissi.
Mi viene in mente anche Roncoferraro, il Comune in cui abito (in Provincia di Mantova), in cui davanti al cimitero hanno edificato un supermercato.
In questo contesto, i fondamentalisti islamici vanno a nozze.
Noi ci stiamo suicidando!
La nostra società deve cambiare.
Deve dire basta al relativismo.
Deve dire basta a questo laicismo e riappropriarsi di ciò che è suo.
Se non farà così, la nostra società morirà!
Cordiali saluti.
The Liberty Bell of Italy, una voce per chi difende la libertà...dalla politica alla cultura...come i nostri amici americani, i quali ebbero occasione di udire la celebre campana di Philadelphia nel 1776, quando fu letta la celeberrima Dichiarazione di Indipendenza. Questa è una voce per chi crede nei migliori valori della nostra cultura.
Il mio libro
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Il mio libro, in collaborazione con Morris Sonnino
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domenica 15 settembre 2013
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Il peggio della politica continua ad essere presente
Ringrazio un caro amico di questa foto.
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