L'amica Irene Bertoglio, via Facebook, ha portato alla mia attenzione questa foto con questa didascalia:
"Noi usciremo fuori da questo decadimento solo attraverso un'immensa rettificazione morale, insegnando di nuovo agli uomini ad amare, a sacrificarsi, a vivere, a lottare e a morire per un Ideale superiore. In un secolo in cui si vive soltanto per sé, occorrerà che centinaia, migliaia di uomini non vivano più per se stessi ma per un ideale comune, disposti sin dall'inizio a sostenere per esso tutti i sacrifici, tutte le umiliazioni, tutti gli eroismi. Contano soltanto la fede, la fiducia ardente, l'assenza completa di egoismo e di individualismo, la tensione di tutto l'essere verso il "servizio" -per quanto ingrato possa essere, ovunque esso si svolga-, il servizio di una causa che va al di là dell'uomo, e che esige da lui tutto, senza promettergli nulla. Contano soltanto le qualità dell'anima, le sue vibrazioni, il dono totale, la volontà di tener alto al di sopra di tutto un Ideale, nel disinteresse più assoluto. Giunge l'ora in cui, per salvare il mondo, vi sarà bisogno del pugno di eroi e di Santi che faranno la riconquista.".
Questo testo è stato scritto da Léon Degrelle (1906-1994) ed è molto profondo.
Troppo spesso si vive per sé stessi.
Troppo spesso ci si dimentica degli amici e persino dei familiari.
Troppo spesso ci si dimentica anche di chi è in difficoltà.
Forse, questo determina i fenomeni che sono a noi noti, come il decadimento della politica e della società.
Da qui nascono la corruzione e le scelte sbagliate, come ad esempio l'aborto, l'eutanasia o il matrimonio gay.
Queste determina anche uno scadimento del linguaggio.
Per esempio, si bestemmia e si dicono cose cattive.
Inoltre, vi è la crisi di valori, come il matrimonio, la famiglia, la difesa della vita e persino l'amicizia tra persone.
Oggi, l'io prende il posto di Dio e, di conseguenza, del prossimo.
Noi dobbiamo rimettere Dio al centro e al posto dell'io.
Cordiali saluti.
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