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Una voce libera per tutti. Sono Antonio Gabriele Fucilone e ho deciso di creare questo blog per essere fuori dal coro.

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Il mio libro, in collaborazione con Morris Sonnino

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sabato 5 novembre 2011

SHARIA CATTO-COMUNISTA


Cari amici ed amiche.

Leggete questi articoli che mi sono stati riportati dall'amico Arild Kare Edvardsen su Facebook:


"Contraria all'omosessualità, coppia cristiana esclusa dall'affido di bambini

La discriminazione dei cristiani continua anche in Europa. L'alta Corte di giustizia d'Inghilterra e Galles ha infatti stabilito che a due coniugi, che nel passato avevano avuto in affido una quindicina di minori, deve essere vietato di continuare ad aprire le porte ad altri bambini. I due non avrebbero rispettato l'Equality Act del 2010, legge che punisce le discriminazioni in base al sesso. I coniugi avrebbero espresso pareri contrari all'omosessualità e per questo la Corte ha stabilito che i principi morali basati sulla fede della coppia sarebbero ostili per l'educazione dei bambini.

In questo modo, la carità viene impedita legalmente. I due avevano, infatti, accolto diversi bambini senza famiglie e anche con problemi psichici, ma nella sentenza della Corte si legge: «Noi viviamo in uno Stato secolare e non teocratico, pertanto il principio d'uguaglianza ha precedenza sulla libertà religiosa».

I coniugi hanno solo comunicato il loro rammarico. «Volevamo – hanno scritto – offrire amore e una casa a bambini che hanno bisogno. Ora siamo stati esclusi dall'affidamento per opinioni morali... per questo un bambino in difficoltà ha probabilmente perduto la possibilità di trovare una dimora sicura». Infine, hanno concluso che i loro «principi morali cristiani non sono dannosi. Essere cristiani non significa ostilità nei confronti delle leggi e non dovrebbe essere considerato un ostacolo alla crescita e all'educazione dei bambini». La coppia ha anche fatto notare la discriminazione al contrario che i cristiani inglesi continuano a subire dopo l'introduzione dell'Equality Act, norma che dovrebbe garantire trattamenti equi: si tutelano i gay e si condanna chi vive diversamente.

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Regno Unito: educazione sessuale anche all'asilo, rivolta dei genitori

Non c'è da meravigliarsi se il Parlamento Europeo fatica a difendere i diritti umani basilari e quelli dei cristiani, se nei suoi paesi la lesione di tali diritti è tollerata, se non addirittura perpetrata per legge.

Dopo i corsi sessuali obbligatori della Spagna di Zapatero, nel Regno Unito ben 16 Comuni hanno deciso di introdurre l'educazione sessuale anche all'asilo. I manuali sono osceni. A mo' di fumetto si vedono genitori che fanno sesso, con tanto di spiegazioni sulle posizioni possibili e su come avviene l'atto, con esplicita menzione di peni e vagine. La lesione del diritto di libertà educativa è tale che oltre all'Istituto cristiano inglese, sono gli stessi genitori a ribellarsi.

La maggioranza chiede di poter esentare dai corsi i figli se in disaccordo con gli insegnamenti impartiti. Il ministero dell'Istruzione si è, però, limitato a dire che «secondo la legge, le scuole devono assicurarsi che l'educazione sessuale sia appropriata all'età e alla maturità degli alunni». Comunque «spetta agli insegnanti usare della loro professionalità per decidere in merito».

Dello scorso 9 marzo, invece, la notizia della sentenza che ha condannato a 43 giorni di prigionia una mamma che nel 2006 si era rifiutata di pagare una multa da 2.340 euro per essersi rifiutata di far partecipare i propri figli a dei corsi sessuali contrari al proprio credo cristiano. Ora, gli avvocati della donna, membri di un istituto per la libertà religiosa, si sono appellati alla Corte europea per i diritti dell'uomo. Purtroppo però la Corte giudica sempre a partire dalle leggi statali e in Germania la scuola è obbligatoria, tanto che per lo stesso motivo una famiglia si è rifugiata in America con diritto d'asilo per persecuzione di una libertà fondamentale.

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Canada: I mennoniti minacciano di lasciare il Quebec se costretti a studiare Darwin

21/08/2007

”Tutti i genitori hanno deciso che lasceranno il Quebec per evitare le ripercussioni della decisione del ministro”, ha dichiarato oggi Patrick Andries, portavoce della comunità mennonita (protestanti anabattisti che rifiutano il progresso) del Quebec, in Canada. Pomo della discordia, che spingerebbe i mennoniti ad abbandonare la provincia francofona canadese, è la teoria evoluzionista di Darwin. Il ministro provinciale per l’Istruzione non ha infatti riconosciuto l’idoneità della scuola fondata dai mennoniti, perché non rispetta i criteri ministeriali. Da parte loro i mennoniti, in blocco, escludono di poter adottare i programmi delle altre scuole della Provincia. In Quebec diverse scuole religiose applicano il programma del ministero, aggiungendovi corsi di educazione religiosa e di lingua. Ma per la comunità mennonita non basta: il programma standard prevede lo studio di ”storie e personaggi che incarnano ruoli e sono testimoni di modelli di vita giudicati negativi dai mennoniti”, dice ancora Andries portando l’esempio del tabù dell’omosessualità e della teoria darwiniana che è, dice, ”totalmente contraria alla visione del mondo dei mennoniti”.

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condannato al carcere un pastore protestante per aver criticato il "matrimonio" omosessuale

17/07/04

Rinviato a giudizio, durante il dibattimento in aula il pastore ha ribadito che lo scopo del suo sermone era di illustrare la posizione della Bibbia sulla omosessualità, mentre il suo avvocato ha ricordato alla Corte i principi fondamentali della libertà di espressione e di professione religiosa. Nel corso del processo la pubblica accusa ha anche sfidato il pastore a ribadire di fronte ai giudici i suoi principi religiosi e le citazioni bibliche rese nella funzione religiosa.

Una testimonianza di fede a cui il pastore non si è sottratto, mettendo così a rischio la sua liberta personale.

(Corrispondenza romana). Il 29 giugno scorso, in Svezia, il pastore protestante Åke Green è stato condannato ad un mese di carcere per aver criticato il "matrimonio" omosessuale, in tal modo violando, secondo i giudici, la legge sulla "discriminazione". Nel luglio dello scorso anno, nel corso di in un sermone nella città di Borgholm, nell'isola di Öland, nel sud della Svezia, Green aveva definito contrario ai valori cristiani la legge sulle cd. "Unioni di fatto" omosessuali, argomentando la sua posizione con citazioni tratte dalla Bibbia.

Denunciato dalle organizzazioni di difesa dei "Diritti Civili", Green venne arrestato dalla polizia per "istigazione all'odio". Come riporta il quotidiano locale Kyrkans Tidning (11 gennaio 2004) il pubblico ministero Kjell Yngvesson ha giustificato la necessità dell'arresto con queste parole: "Ognuno può avere la religione che crede, ma questo è un attacco su tutti i fronti agli omosessuali. Citare passi biblici su questo argomento come egli (il pastore Green, n.d.r.) fa, vuol dire fare un incitamento all'odio".

Rinviato a giudizio, durante il dibattimento in aula il pastore ha ribadito che lo scopo del suo sermone era di illustrare la posizione della Bibbia sulla omosessualità, mentre il suo avvocato ha ricordato alla Corte i principi fondamentali della libertà di espressione e di professione religiosa. Nel corso del processo la pubblica accusa ha anche sfidato il pastore a ribadire di fronte ai giudici i suoi principi religiosi e le citazioni bibliche rese nella funzione religiosa.

Una testimonianza di fede a cui il pastore non si è sottratto, mettendo così a rischio la sua liberta personale. Infatti, secondo quanto riporta il sito internet della ILGA, che coordina a livello mondiale le organizzazioni omosessualiste, nel verdetto di condanna del religioso la Corte di Kalmar ha sancito che "il diritto dei gay di essere protetti contro le offese è più importante che il diritto del pastore Green di fare le sue offensive dichiarazioni in nome della religione". Il pastore ha osato criticare un "orientamento sessuale", quindi, secondo il giudice, "ha violato la legge di incitamento contro un gruppo etnico dato che è ovvio che lo scopo del sermone fosse di dar disdoro agli omosessuali intesi come gruppo".

Questa è la prima sentenza che punisce in Svezia un giudizio critico verso una pratica sessuale, considerandolo alla stregua di un atto di incitamento all'odio razziale. La minaccia alla libertà di opinione e di religione non è certo limitata alla sola penisola scandinava.

Analoghe politiche illiberali sono già applicate in Canada, mentre in numerosi Stati dell'Unione Europea, come la Francia, stanno per essere varati progetti di legge secondo i dettami elencati in un "Manifesto" per una strategia contro l'omofobia, pubblicato sul quotidiano "gauchiste" "Liberation" il 3 dicembre 1999 e firmato da 26 organizzazioni di sinistra, teso a definire una "vera strategia repressiva e preventiva" contro ogni critica dell'omosessualità, qualificata come "incitazione all'odio e alla discriminazione".

L'omofobia è il delitto di chi privilegia la famiglia tradizionale rispetto alle "unioni di fatto" omosessuali, rifiutando di riconoscere ad esse la dignità di matrimonio. Omofobo è, quindi, colui che "discrimina" o esprime il suo dissenso verso la pratica, e la teoria, omosessuale. Il primo "omofobo" sarebbe evidentemente Giovanni Paolo II che nelle sue allocuzioni non manca mai di riaffermare il primato del modello cristiano della famiglia.

E' appellandosi al crimine di omofobia che, per esempio, le organizzazioni omosessualiste italiane hanno denunciato in sede penale, nel giugno dello scorso anno, il "Lexicon Familiare" appena edito a cura del Pontificio Consiglio per la Famiglia.

Se il Pontefice, e con lui i fedeli cattolici, non vengono però oggi incriminati è perché, con la caduta del Governo D'Alema, è stato accantonato il progetto di legge n. 6582, presentato il 23 novembre 1999, primo firmatario proprio l'allora Presidente del Consiglio Massimo D'Alema insieme al Ministro per le Pari Opportunità Laura Balbo, affiancato dal testo unificato del 1 luglio 1999 riguardante le "Disposizioni per la prevenzione e la repressione delle discriminazioni motivate dall'orientamento sessuale".

Questi disegni di legge prevedevano sanzioni penali non solo per chiunque esprimesse pubblicamente critiche su una qualunque perversione sessuale, ma anche per chi partecipasse ad "associazioni, movimenti o gruppi, o presta assistenza alle loro attività" ritenute "incitamento alla discriminazione per motivi di orientamento sessuale", che deve essere punito "per il solo fatto della partecipazione all'assistenza, con la reclusione da sei mesi a quattro anni" (art. 2 del Testo Unico).

Il progetto di legge è stato momentaneamente accantonato. Non, invece, il relativismo morale, filosofia di vita ormai ufficiale della Sinistra , che inizia, come in Svezia, a mostrare apertamente il suo volto totalitario e radicalmente anticristiano.".


Ora, faccio delle considerazioni.
Ringrazio l'amico Arild per il materiale che mi ha inoltrato.
In nome del "politicamente corretto" e della "non discriminazione" si stravolgono le Sacre Scritture.
Ad esempio, cosa dice la Bibbia sugli omosessuali?
Leggete il libro del Levitico.
Con questo non voglio incitare all'omofobia ma voglio fare capire che non si può fare una "religione cristiana di comodo".
Purtroppo, spesso e volentieri, chi vuole cercare di riproporre la religiosità secondo la forma tradizionale e secondo il dogma, viene accusato di fondamentalismo o insultato ed accusato di essere retogrado, peggio ancora, un "neo-nazista".
Forse, certi pastori dovrebbero ristudiare quello che disse Gesù.
Gesù disse che non sarebbe venuto per abolire la Legge ma per completarla.
Certi pastori, invece, hanno di fatto abolito la Legge.
Essi si dicono tolleranti ma chi li contesta viene da questi accusato ingiustamente di crimini orrendi.
E' questo il vero fondamentalismo, il fondamentalismo della gnosi anticristiana, una gnosi che distrugge la giusta dottrina, semplicemente stravolgendola.
Rileggete l'articolo dell'amico Filippo Giorgianni su "Papalepapale.com".
Cordiali saluti.




3 commenti:

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Il peggio della politica continua ad essere presente

Ringrazio un caro amico di questa foto.