Cari amici ed amiche.
Vi ripropongo questo video di Nigel Farage.
Il discorso di questo europarlamentare britannico riflette quella che è una sensazione diffusa nel nostro Paese.
Purtroppo, qui in Italia c'è una grande confusione.
Il governo del presidente Berlusconi è stato destituito, senza essere stato sfiduciato dal Parlamento, perché lo spread tra Btp italiani e Bund tedeschi era salito.
Questa è un'anomalia.
Al suo posto è stato messo in piedi un governo presieduto dal professor Mario Monti. Nonostante ciò, lo spread rimane alto e la Borsa di Milano continua ad andare male.
Allora, la colpa non era del presidente Berlusconi.
In Parlamento, questo nuovo governo ha una maggioranza composita e fondata più sui veti incrociati.
Il rischio è che, di fronte a questa situazione e continuando a parlare di emergenze e di responsabilità, questo governo voglia fare da sé, puntando più sulle tasse che non sulle riforme strutturali.
Se qualcuno decidesse di farlo cadere, subito verrebbe attaccato da tutti gli altri ed accusato di volere distruggere l'Italia.
A ciò, si unisce questo "interventismo" del presidente della Repubblica che, oggettivamente, ha fatto delle affermazioni che (con il dovuto rispetto per il Capo dello Stato) non sono condivisibili.
L'ultima di queste riguarda la questione della cittadinanza agli immigrati.
Leggete questo articolo che è statp scritto da Mario Galardi su "Italia chiama Italia" e che è intitolato "Caro Napolitano, la cittadinanza italiana non si regala - di Mario Galardi".
Sono d'accordo con l'autore dell'articolo, quando afferma che lo ius soli è applicato da quei paesi di storia recente, come gli Stati Uniti, il Canada, l’Australia, il Brasile, nei quali la grande estensione territoriale e il basso rapporto di abitanti per chilometro quadrato rendevano desiderata ed esplicitamente richiesta una grande affluenza di immigrati. In tale situazione, era ovvio che si concedesse la cittadinanza ai nati nel territorio.
Anche se per tredici secoli è stata divisa, l'Italia ha una cultura ed una storia consolidate.
Inoltre, la sua estensione territoriale è irrisoria, se confrontata con quella dei grandi Paesi, come gli Stati Uniti.
Inoltre, le attribuzioni del presidente della Repubblica sono regolate dalla Costituzione, nei seguenti articoli:
"Art. 87.
Il Presidente della Repubblica è il capo dello Stato e rappresenta l'unità nazionale.
Può inviare messaggi alle Camere.
Indice le elezioni delle nuove Camere e ne fissa la prima riunione.
Autorizza la presentazione alle Camere dei disegni di legge di iniziativa del Governo.
Promulga le leggi ed emana i decreti aventi valore di legge e i regolamenti.
Indice il referendum popolare nei casi previsti dalla Costituzione.
Nomina, nei casi indicati dalla legge, i funzionari dello Stato.
Accredita e riceve i rappresentanti diplomatici, ratifica i trattati internazionali, previa, quando occorra, l'autorizzazione delle Camere.
Ha il comando delle Forze armate, presiede il Consiglio supremo di difesa costituito secondo la legge, dichiara lo stato di guerra deliberato dalle Camere.
Presiede il Consiglio superiore della magistratura.
Può concedere grazia e commutare le pene.
Conferisce le onorificenze della Repubblica.
Art. 88.
Il Presidente della Repubblica può, sentiti i loro Presidenti, sciogliere le Camere o anche una sola di esse.
Non può esercitare tale facoltà negli ultimi sei mesi del suo mandato, salvo che essi coincidano in tutto o in parte con gli ultimi sei mesi della legislatura.
Art. 89.
Nessun atto del Presidente della Repubblica è valido se non è controfirmato dai ministri proponenti, che ne assumono la responsabilità.
Gli atti che hanno valore legislativo e gli altri indicati dalla legge sono controfirmati anche dal Presidente del Consiglio dei Ministri.
Art. 90.
Il Presidente della Repubblica non è responsabile degli atti compiuti nell'esercizio delle sue funzioni, tranne che per alto tradimento o per attentato alla Costituzione.
In tali casi è messo in stato di accusa dal Parlamento in seduta comune, a maggioranza assoluta dei suoi membri.".
Quindi, c'è una grande confusione.
In questa grande confusione, cosa fanno i giornali?
I giornali fanno altra confusione.
Come si dice qui nel Mantovano, gli sta da la part del formenton, ossia stanno "dove c'è la polenta". Con questa espressione si vuole indicare chi sta con chi è al governo in questo momento.
Leggete questo articolo scritto sul suo blog da Giuseppe Sagliocco che è intitolato "Crisi: ma i giornalisti hanno capito quello che sta succedendo?" .
Mi sa che Farage abbia proprio ragione.
Cordiali saluti.
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