Cari amici ed amiche
Pur rispettandone l'autorità, non sono d'accordo con il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, in merito a quanto da egli esposto riguardo alla cittadinanza da dare agli immigrati.
Il presidente della Repubblica, infatti, ha affermato di essere favorevole al riconoscimento della cittadinanza ai figli degli immigrati.
Non sono d'accordo con il presidente.
In primo luogo, c'è già una normativa che tratta la materia e, a mio modesto parere, va bene così com'è.
Tra l'altro, vi sono Paesi in cui la normativa è assai più restrittiva della nostra. Cito, ad esempio, la Repubblica di San Marino.
Inoltre, essere cittadino di un Paese non significa solo avere il diritto di voto in esso o conoscere la lingua del suo popolo.
Ad esempio, anche un inglese che viene qui in Italia per lavoro può conoscere la nostra lingua ma ciò non fa di lui un cittadino italiano.
Essere cittadino di un Paese significa avere anche la cultura ben radicata dentro di sé.
Non mi risulta che molti immigrati e loro figli abbiano questo forte radicamento culturale nel nostro Paese.
Ad esempio, ci sono famiglie di immigrati che non sono integrate nella nostra società.
Il caso di Hina Saleem, la ragazza pakistana che fu uccisa dal padre perché voleva vestire all'occidentale, lo dimostra.
Inoltre, ricordo che gli attentati che colpirono Londra il 07 luglio 2005 furono causati da figli di pakistani che però avevano la cittadinanza britannica.
Essere cittadino di un Paese non significa vivere in esso ma viverlo in prima persona, dentro di sé.
Mi risulta che molti immigrati e loro discendenti non conoscano molto la storia e la cultura del nostro Paese.
In secondo luogo, bisogna pensare anche ai nostri connazionali che risiedono all'estero.
Forse non si sa che molti dei nostri connazionali residenti all'estero e loro discendenti rischiano di perdere la cittadinanza del nostro Paese, se non l'hanno già persa.
Perché nessuno pensa a loro?
Bisogna tenere conto anche del fatto che anche gli italiani all'estero portino ricchezza al nostro Paese.
Io credo si debba riflettere su questo.
Se io fossi un parlamentare e se mi presentassero un provvedimento con cui si modifica l'acquiszione della cittadinanza italiana, io voterei contro senza se e senza ma.
Non darei il voto favorevole ad una simile proposta nemmeno si mi puntassero una pistola.
Inoltre, credo che ci siano anche dei provvedimenti più urgenti, come le misure anti-crisi.
Tra l'altro, il governo Monti è nato solo per portare avanti i provvedimenti economici ed il Popolo della Libertà gli ha accordato la fiducia solo su ciò che riguarda quanto proposto dal presidente Berlusconi nella lettera che egli ha inviato all'Unione Europea.
Mi sembra, invece, che qui si stia andando fuori da questo perimetro.In tal caso, il PdL si faccia sentire.
Cordiali saluti.
Guarda che se tu vai all'estero, e tuo figlio nasce all'estero, ha tutto il diritto di prendere la cittadinanza nel paese in cui è nato... stessa cosa deve avvenire in Italia!
RispondiEliminaE poi sull'urgenza dei provvedimenti... è vero il governo deve occuparsi delle misure anti-crisi senza pensare ad altre cose meno urgenti... però non dicevi la stessa cosa quando per 3 anni c'è stata una forte crisi, negata a destra e a manca da berlusconi, ed in parlamento invece si discuteva di legittimo impedimento, lodo alfano, intercettazioni, processo breve... IPOCRITA!
Non difendere ciò che è indifendible!
RispondiEliminaC'è già una normativa che regola il diritto di cittadinanza e va bene così com'è.
Questo è un governo tecnico ed è stato messo lì solo per attuare le misure anti-crisi.