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Una voce libera per tutti. Sono Antonio Gabriele Fucilone e ho deciso di creare questo blog per essere fuori dal coro.

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Il mio libro, in collaborazione con Morris Sonnino

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lunedì 14 novembre 2011

SINISTRA ITALIANA? E' INCOMPATIBILE CON IL CATTOLICESIMO!



Cari amici ed amiche.

Leggete questo articolo del sito "Pontifexroma.it" che è intitolato "Sinistra italiana incompatibile con la tradizione cattolica". Ringrazio l'amico Angelo Fazio che ha portato alla mia attenzione l'articolo.
In questo articolo, don Pierino Gelmini è stato intervistato da Bruno Volpe e ha affermato di essere rammaricato per il fatto che vi siano cattolici vadano a sinistra, con quell'insieme di ideologie che, per loro natura, sono contro il cattolicesimo.
In nome dell'odio (spesso becero) verso il presidente Berlusconi e verso il centro destra, certi cattolici hanno fatto un patto quasi faustiano.
La sinistra italiana è di estrazione comunista e si presenta sotto varie forme, da quella movimentista, libertaria e terzomondista di Nichi Vendola a quella dogmatica e stalinista di Ferrero e Cossutta, passando per quella pseudo-riformista del Partito Democratico.
Il comunismo, per sua natura, è incompatibile con il cattolicesimo.
In primo luogo, il cattolicesimo non ha mai predicato l'odio di classe.
Nel pensiero cattolico non conta che ci siano i ricchi e poveri.
Nel pensiero cattolico conta che ogni uomo viva la vita avendo Dio e ciò che egli rappresenta al centro della sua vita.
Quindi, se uno è ricco o povero non conta perché di fronte a Dio gli uomini sono eguali.
Nel pensiero cattolico chi ha un talento non lo deve nascondere perché Dio gliel'ha dato per renderlo capace di compiere il bene e ciò che è nel suo progetto.
Certo, l'uomo può anche non seguire Dio e non usare il talento per fare il bene, peccando.
Nel comunismo, invece, tutto questo è disconosciuto.
E' disconosciuto Dio com'è disconosciuta la facoltà che ogni uomo ha di emergere con il proprio talento perché chi emerge viene visto come "pericoloso" per la società ideale del comunismo.
Quindi, l'uomo non può usare il proprio talento nemmeno per compiere il bene e (di conseguenza) è costretto a peccare.
Il comunismo punta sempre alla rivoluzione.
La rivoluzione è, come tale, figlia della gnosi e la gnosi è il volto presentabile del satanismo.
Nella rivoluzione vi è la brama di potere di alcuni uomini senza ideali nobili che pur di diventare potenti sono disposti a danneggiare (se non ad uccidere) chi si frappone tra loro ed il loro obiettivo.
In nome della "modernità", ossia di tutto ciò che è contro il valore tradizionale, il comunista è disposto anche a seminare.
Mi viene in mente una frase di Domenico Giuliotti che mi è stata portata all'attenzione da Filippo Giorgianni che recita:

" Io sono un dichiarato, un aperto, un irriducibile nemico della civiltà moderna. Questa sozza baldracca turpiloquente, vestita d'oro e ripiena di vermi, dov'ha toccato ha appestato. Essa ha innalzato i meccanici al di sopra dei poeti, i BANCHIERI al di sopra dei santi, il diavolo al di sopra di Dio.".

Nel comunismo vi è la sintesi di tutto ciò. Vi sono la negazione di Dio, il concetto dell'uomo che può fare quello che vuole senza rispettare gli altri, la negazione di quei valori come la famiglia e la vita ed il moralismo.
Possiamo dire che forse, i famoso libro di Giuseppe Barbaglio, "I 33 pensieri di Lucifero", abbia la migliore espressione nel comunismo.
Il comunismo è ribellismo ed è anche brama di potere, arroganza, le due cose che mossero l'angelo ribelle Lucifero contro Dio.
Ringrazio l'amico Marco Stella che mi ha segnalato il succitato libro.
Il cattolico che si allea con il comunismo fa un patto con il diavolo.
Rimane cattolico solo formalmente ma di fatto rifiuta il cattolicesimo.
Ad esempio, da cattolico, ho il voltastomaco quando si parla della prigionia del cardinale ungherese Mindszenty o di quanto accadde in Ungheria il 4 novembre 1956.
Come può un cattolico che sta a sinistra provare la stessa sensazione, essendo alleato con chi in passato sostenne queste orrori?
Cito un passo libro di Fedor Dostevskij in cui il principe Myskin discusse con Ivan Petrovic sul cattolicesimo.
Petrovic disse che il cattolicesimo favorì l'ateismo.
Ora, questa affermazione è in parte vera e, forse, Dostoevskij potrebbe essere stato un buon profeta.
Infatti, proprio il cattolicesimo di sinistra favorisce l'ateismo poiché, al di fuori della pratica religiosa, il cattolico di sinistra non ha nulla.
Infatti, di fronte all'aborto, il cattolico di sinistra tace.
Di fronte all'eutanasia, fa la stessa cosa.
Di fronte al matrimonio gay, il cattolico di sinistra non protesta.
Questo può indurre l'uomo comune a domandarsi se serva o meno essere cattolici.
Di diverso dall'ateo, un cattolico di sinistra ha di diverso il fatto che vada in chiesa e che, anzi, si mostri spesso bigotto.
Ciò induce all'ateismo.
Bisogna fare capire alla gente che il cattolicesimo non sta a sinistra.
Gesù non è Che Guevara.
Cordiali saluti.

26 commenti:

  1. Quindi secondo te io che sono di sinistra nn posso essere cattolico... mente tu che sostieni berlusconi (a proposito ti comunico che da sabato sera nn è più presidente del consiglio quindi non chiamarlo più "presidente berlusconi" ma 2ex presidente berlusconi") il quale organizza festini hard nelle sue residenze, scambia il corpo della donna per dare favori ad imprenditori suoi amici ed ha avuto 5 figli con due mogli... tu invece puoi essere cattolico! bel modo di pensare gabriele!

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  2. Il cattolicesimo non ammette il moralismo.
    Leggiti alcuni passi della Bibbia.
    Io posso chiamare l'onorevole Silvio Berlusconi "presidente" come e quando mi pare.
    Infatti, è pur sempre il presidente del Popolo della Libertà, il mio partito!

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  3. Il cattolicesimo non ammette nemmeno che un uomo vada a prostitute... o sbaglio??

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  4. se apri un blog devi accettare anche i commenti di chi non la pensa come te: sei ridicolo

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  5. Pasquale, chi è senza peccato scagli la prima pietra!
    Magari tu non andrai con le prostitute ma peccherai in un altro modo.
    Non c'è solo la lussuria.
    Infatti, il peggiore dei sette peccati capitali è la superbia, il peccato da cui provengono gli altri.

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  6. Caro "anonimo" io rispetto le idee di tutti.
    Non tollero, però, la volgarità né l'ipocrisia!

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  7. non mi sembra di essere stato ne volgare ne ipocrita, ma solo di avere dissentito con le tue idee con un pacifico "sei ridicolo". se ciò ti ha offeso, ne prendo atto, ma non me ne scuso, perchè appunto non mi sembra di essere caduto in ciò che scrivi. quanto l'essere anonimo, se questo può recarti fastidio, purtroppo questo è un "diritto" (chiamiamolo così) che mi da il blog, di cui mi sono privilegiato.
    potevo scriverti paolo verdi, mario bianchi, claudio rossi, tanto credo che per te potesse cambiare poco.

    è un po che ti seguo, tanto per rendermi conto di come possa ragionare chi non la pensa come me. una sola cosa voglio chiederti: spiegami come fai da disoccupato (tempo fa mi sembra di avere letto una cosa simile nei tuoi blog, ora se lavori, NE SONO FELICISSIMO) ad avere sostenuto un governo come quello che è appena caduto sabato ? ma hai una minima idea di cosa possa contenere l'articolo 8 sostenuto dal ex ministro sacconi ?
    ciao, stammi bene e continua a scrivere, che mi serve per arricchirmi su come la gente possa avere le fette di salame sugli occhi. e non dire che questa mia ultima frase sia offensiva, anche perchè di salame nel mantovano (abitando pochi km da te) ce n'è parecchio. saluti. auguri per la tua attività di blogger

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  8. Io, quando commento sugli altri blogs, uso il mio nome ed il mio cognome.
    E' una questione di correttezza.
    Ognuno si deve assumere la responsabilità di quello che dice e di quello che scrive.
    Questa è la mia idea.
    Sulla volgarità, parlavo in generale.
    Io sostengo il centro destra perché è l'unica coalizione che veramente vuole fare qualcosa.
    Il centro sinistra sa solo contestare e non propone nulla di realmente utile per il Paese.
    Per esempio, quando Bersani era ministro (con l'ultimo Governo Prodi) aveva fatto la legge sulle liberalizzazioni.
    Peccato che questa legge abbia favorito le cooperative e tutto ciò che gravita intorno ad esse.
    Inoltre, il centro sinistra è per le politiche di assistenzialismo,che tanto male fecero al nostro Paese in passato.
    Il centro destra ha proposto qualcosa di diverso da tutto ciò.
    Riguardo al salame, le dico che è buona anche la soppressa veneta.

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  9. hai detto tante bellisime cose atte a sostenere la tua idea ma non hai risposto al nocciolo della questione: da lavoratore (me lo auguro) o da futuro lavoratore, lo sai che cosa è l'art. 8 ?

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  10. Lo Statuto dei lavoratori va cambiato.
    Anche per colpa di tale statuto, le aziende non riescono ad assumere.
    Inoltre, sull'articolo 8 della Manovra, va detto che esso non favorisce i licenziamenti a casaccio.
    Però, un'azienda in crisi deve pur sopravvivere.
    E' meglio, magari, licenziare una persona per salvarne cento.
    Infatti, se un'azienda fallisce, non si salva nessuno.
    Vanno a casa tutti.
    Certo, chi è stato licenziato per via della crisi va aiutato a ricollocarsi.

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  11. non ci siamo. vedo che ti perdi in tante belle parole, ma non arrivi al dunque. o fingi di non sapere o ignori, e se ignori, prima di esternare informati, potresti creare del terrorismo mediatico con informazioni non inerenti alla realtà. dimmi: in sostanza, cosa prevede l'articolo 8 emanato (o tentato di emanare perchè poi è successo quello che è successo) dall'ex ministro sacconi, ministro del tanto da te decantato governo berlusconi ? dimmelo in due parole. se non ci riesci, la tua campagna mediatica, il tuo blog, è solo aria fritta. con rispetto parlando, sempre.

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  12. Questa è la risposta:
    http://italiaemondo.blogspot.com/2011/11/dialettica-commento-allarticolo-sul.html.
    Cordiali saluti.

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  13. non riesco ad aprire il link che hai postato. problemi tecnici ? grazie della cortese attenzione.

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  14. aperto, evidentemente c'erano (avevo) problemi io

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  15. Visto che non è stata data ancora una risposta, provo a darla io nei termini che meglio mi riescono. L'art. 8 consente alle aziende di non riconoscere i contratti nazionali e di fare al proprio interno quello che pare loro, ovviamente a discapito dei diritti acquisiti negli anni dai lavoratori delle generazioni che ci hanno preceduto, e il buon Marchionne oggi, lunedi 21/11/2011, ci ha messo un'altra pezza verso tutto questo. Domanda per il sig. Fucilone: ma lei hai mai lavorato in una catena di montaggio ? Ah già lei è quello che dice che l'Italia è un paese retrogrado perchè prevale ancora il lavoro manuale su quello intellettuale. Ma vede, caro il mio sig. Fucilone, se non ci fosse il lavoro manuale, cosa servono tante teste che hanno tante idee se poi non c'è chi realizza queste idee sul campo ? Mano e testa devono andare di comune accordo.

    Tornando alla catena di montaggio cui le ho chiesto se ha mai lavorato: le pause che il buon Marchionne ha abolito con quel referendum da roulette russa ai lavoratori ("o come dico io o vado all'estero") non servono ai lavoratori per fumarsi una sigaretta o bersi un caffè. Servono per riposarsi gli arti da lavori continuativi e ripetitivi che portano nel tempo a delle disfunzioni muscolo/nervose. Lo sa questo ? Potrebbe dirmi che quei lavori si potrebbe far fare a delle macchine; bene, ottima idea. E quelle macchine chi le fa ?
    La aspetto in fabbrica, abbiamo tanto bisogno di Lei.

    Con simpatia, Gustavo. Gustavo e basta perchè non mi piace lasciare tracce di me sul web. Spero che ciò non l'infastidisca.

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  16. Il problema è che per troppo tempo i sindacati hanno avuto un potere di veto molto e forte.
    Ciò ha fatto sì che il Paese restasse indietro, mentre il resto del mondo cambiava con una velocità notevole.
    Negli USA, Marchionne ha proposto un piano analogo che è stato approvato e nessuno si è lamentato.
    Anzi, il sindacato è azionista dell'azienda stessa.
    Così potrà tutelare meglio i propri operai, garantendo sia l'efficienza dell'azienda e sia il diritto alla salute degli operai.
    Qui nessuno vuole fare male agli operai ma non si può continuare a mettere un veto su ogni cosa.
    Sul lavoro, è vero che noi siamo un Paese arretrato.
    Come lavoro, nel nostro Paese prevale ancora una visione ottocentesca.
    C'è ancora la concezione dell'operaio contro l'azienda mentre oggi bisogna ragionare in un altro modo.
    L'operaio è parte dell'azienda come lo è imprenditore che ne è il proprietario.
    Se l'imprenditore non ce la fa a mantenere tutti gli operai cosa dovrebbe fare?
    L'unica cosa che potrebbe fare è mandare a casa alcuni operai e metterli in cassa integrazione.
    Se non dovesse fare così, farebbe meglio a chiudere la sua azienda e a mandare a casa tutti i suoi dipendenti.
    Così, tanti posti di lavoro andrebbero in fumo.
    E' giusto mettersi nei panni degli operai ma è altrettanto giusto mettersi in quelli di un datore di lavoro.
    Cordialità.

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  17. Io non ho mai lavorato in una catena di montaggio ma ho amici che lavorano in quelle condizioni.
    Ciò, però, non toglie il fatto che il nostro sia un Paese arretrato.

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  18. Mi sembra che il sig. Marchionne sia stato preso a calci nel sedere in Germania, e, ma qui non sono bene informato, per cui potrei cadere in errore, anche in Usa non è che faccia faville. Quel che so, è che in Usa produce marchio Fiat per il mercato americano (500), e per il mercato italiano (fuoristrada e Lancia Thema ), mentre non avviene il contrario, ovvero la produzione italiana NON viene esportata in Usa. Come la mettiamo ? Qui, siccome non riesce a vendere, riduce le spese di produzione a discapito della salute e dei diritti dei lavoratori. Mi permetta un esclamazione volgare ma molto significativa. Come diceva mio nonno, è facile fare il culattone col culo degli altri.

    Si chiede e chiede ai suoi lettori cosa possa fare l'imprenditore che non ce la fa ? Io le giro la domanda. Ma quando l'imprenditore "ce la faceva, ovvero in tempi di vacche grasse, questi pensava agli interessi dei suoi operai o pensava solo al proprio. Giusto pensare che un operaio è parte dell'azienda e che quindi deve sentirsi parte integrante dell'azienda e lavorare per il suo bene, ma ancora una volta le giro la domanda: l'operaio, per l'azienda è ancora un patrimonio da conservare o è solo un numero di cui libersarse con la scusa della crisi per poi magari sostituirlo con nuova manod'opera al ribasso o addirittura in nero. Quante sono state in questi anni le aziende sane, ripeto SANE, che hanno usufruito degli ammortizzatori sociali, leggi messa in cassa integrazione (a spese di tutta la comunità) dei propri dipendenti, per poi richiamarli a lavorare in nero, nelle migliori delle ipotesi, oppure essere sostituiti con manodopera al ribasso ?

    A conferma di quanto sopra le invio un copia/incolla preso da facebook. Non è opera del sottoscritto, lo si può trovare navigando nei vari gruppi. Legga, e poi mi dica cosa ne pensa. E a conferma di quanto le dicevo nel mio primo post al riguardo l'articolo 8 e a quanto continuava a ribattere l'utente "Anonimo", credo proprio che in questo Paese per quel che riguarda il mondo del lavoro, stiamo veramente tornando indietro, consentendo al padrone di fare all'interno delle proprie aziende quello che vogliono, calpestando i diritti che i nostri padri e i nostri nonni hanno ottenuto con decenni di trattative.

    Gentili saluti a lei e ai suoi lettori e grazie dello spazio concessomi. Gustavo. A seguire il copia incolla di cui dicevo.

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  19. Sentite un po’ questa.
    Una persona di mia conoscenza, lavora in un esercizio pubblico. Il titolare a seguito di una grave malattia ha dovuto cedere l'attività. Chi è subentrato, visto che ha mantenuto la stessa tipologia di attività, per legge, è stato tenuto a farsi carico anche dei dipendenti della vecchia gestione, e così è stato, e fin qui niente di male.
    Dopo un paio di settimane questi “signori” hanno iniziato a martellare il mio conoscente con affermazioni del tipo “dobbiamo rivedere il tuo contratto......dobbiamo fare il punto della situazione......il tuo contratto è TROPPO ONEROSO E A NOI NON ERA STATO DETTO" e così via fin che ci si è seduti a un tavolo: padrone, moglie del padrone, consulente del lavoro loro, la persona da me conosciuta e un’altra persona invitata dal mio conoscente .
    Proposta loro:
    avendo fatto degli investimenti nella nuova attività (rinnovamento della struttura in cui operiamo) e sostenuto spese, non riusciamo a pagarti i contributi, quindi:
    a) ti licenzi, prendi la disoccupazione e continui a venire a lavorare in nero con un contratto a chiamata, così ci guadagni anche due volte: disoccupazione più le ore che farai che comunque si avvicineranno (se non oltre) alle ore attuali che tu fai; oppure,
    b) ti riduciamo le tue attuali 34 ore settimanali a 18 e le rimanenti per raggiungere le 34 o anche più le vieni a fare in nero, sempre a chiamata.
    A questo scandalo, la persona di mia conoscenza ha risposto:
    siccome il minimo salariale per poter "galleggiare" a livello contributivo, sono 24 ore, ovvero se ne fai di meno, lavoro un anno e ricevi contributi per sei mesi io posso rispondere alla vostra richiesta riducendomi le ore di lavoro da 34 settimanali a 24, e tutto in regola, senza nessuna ora in nero.
    Il loro consulente solo a questo punto ha confermato che quanto detto dal mio conoscente corrispondeva al vero....Ma brutto faccia da merda, e mentre chi ti paga proponeva di lavorare in nero te ne stavi zitto...... sei peggio di loro... bastardo.
    Dopo questo incontro sono seguiti 15 giorni di mobbing e dispetti vari finchè il rapporto è andato sempre più incrinandosi il mio conoscente è riuscito a portare a casa una soluzione che lui definisce "la meno peggio", ovvero 1 anno di cassa integrazione a zero ore, cui seguirà purtroppo il licenziamento, cui seguirà 8 mesi di disoccupazione.
    Questa è la storia. E naturalmente l'ultimo giorno di lavoro è stato dato del disonesto al mio conoscente perché con la soluzione trovata andava a truffare lo Stato......LUI!!!!!!!!
    Voglio mettervi a conoscenza che anche un avvocato e un finanziere, tutte e due interpellati in modo informale hanno così risposto: reato di lavoro in nero non è stato commesso perché il mio conoscente in effetti non ha lavorato in nero, e riguardo la semplice proposta di lavoro in nero vale sempre la parola del mio conoscente contro la loro, anche se il mio conoscente era accompagnato.
    Cavolo, ma che dobbiamo fare per denunciare il lavoro nero ? attendere il morto nei cantieri edili oppure il morto in campagna, come è successo lo scorso anno a chi lavorava 15 ore al giorno in agosto sotto il sole a 40 gradi ?

    Morale: chi ruba una mela va dentro e chi ruba miliardi può continuare a farlo... Attualmente il mio conoscente si trova in cassa integrazione, se non troverà un’occupazione si troverà tra 20 mesi disoccupato, e chi è causa di tutto ciò NON TIRERA’ FUORI UN EURO.

    Questo è tutto, e grazie del tempo che avete dedicato a leggere queste righe.

    PS: se vi riconoscete nei fatti raccontati in queste righe NON è per puro caso: è perchè queste storie sono all'ordine quotiano anche in altre realtà.

    Chi conosce i nomi, i luoghi e le situazioni di quanto raccontato sopra, è invitato a non divulgarli, in quanto quanto scritto sopra NON E' DOCUMENTABILE e agire in modo diverso potrebbe portare a denuncie per calunnia.

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  20. sopratutto fare il lavoratore onesto è difficile, quando ci sono degli imprenditori disonesti come l'esempio riportato sopra. te ne sei lavato le mani rispondento con sei parole in croce a comportamenti di imprenditori figli di quel signore che continui a osannare su queste pagine. vergognati. tanti bla bla bla e quando ti devi confrontare con la realtà del mondo del lavoro rispondi con sei parole. vergognati.

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  21. Io non mi devo vergognare di nulla, cafone!
    Poi ti lamenti del fatto che io ti censuri!
    Questa volta non ti ho censurato per mettere in mostra la tua arroganza.
    Sei solo pieno di livore.
    Nel mio articolo non ho parlato delle industrie del presidente Berlusconi che, tra l'altro, danno da mangiare a parecchie famiglie.
    Vergognati!

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  22. io ti ho detto di vergognarti e tu hai il diritto di dirmi che non ti devi vergognarti di niente. e fin quì sono d'accordo con te.
    darmi del cafone, mi sembra offensivo. evidentemente quando sei messo alle strette e non sai argomentare risposte perdi le staffe. per chi legge, è giusto che sappia che io non mi sono MAI lamentato del fatto che mi censuri, infatti non mi hai mai censurato. questo dobbiamo dare atto al gestore del blog

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  23. E' il problema dell'anonimato!
    Dietro l'anonimato può nascondersi chiunque, anche qualche altro commentatore che usa certi toni.

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Ringrazio l'amico Morris Sonnino di questo screemshot de "Il Corriere della Sera".