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Una voce libera per tutti. Sono Antonio Gabriele Fucilone e ho deciso di creare questo blog per essere fuori dal coro.

Il mio libro sul Covid

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Il mio libro, in collaborazione con Morris Sonnino

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lunedì 7 marzo 2022

Vaccino, il problema c'è


Consiglio di leggere per intero un articolo scritto dal professor Paolo Gulisano su "La Nuova Bussola Quotidiana", il quale è intitolato "Vaccino e Dna, studio conferma: non erano bufale".
Io ne riporto questo stralcio:

"Il monitoraggio della sicurezza e dell'efficacia a lungo termine dei vaccini sono stati fin dall’avvento dei vaccini anti Covid una delle maggiori preoccupazioni della parte più attenta della comunità scientifica internazionale, quella che non ha assunto acriticamente e fideisticamente la vulgata televisiva sui vaccini “assolutamente sicuri ed efficaci”. In base a che prove? Ora che la morsa mediatica sulla popolazione si sta attenuando, avendo lasciato spazio alle vicende del conflitto russo-ucraino, è possibile portare all’attenzione dell’opinione pubblica qualche studio scientifico molto interessante, come quello prodotto dal Dipartimento di Scienze Cliniche dell’Università di Lund, Malmö, Svezia.

Si tratta di uno studio condotto sugli effetti del vaccino Comirnaty della Pfizer. Nel corso dell’ultimo anno abbiamo avuto valutazioni e indagini sul profilo di sicurezza di questo vaccino, che in molti Paesi, tra cui l’Italia, è stato il più utilizzato. Tali studi hanno evidenziato diversi effetti avversi verificatisi a breve distanza dall’inoculazione, come pericarditi, aritmie cardiache, trombosi venose profonde, embolie polmonari, infarti del miocardio, emorragie intracraniche e trombocitopenia.

Certamente, per comprendere meglio i meccanismi alla base degli effetti avversi correlati al vaccino, sono necessarie indagini cliniche e analisi cellulari e molecolari. Lo studio svedese da poco pubblicato riguarda i possibili effetti avversi del vaccino a mRNA non solo nel breve termine, ma anche a distanza di un periodo di tempo più lungo. Si occupa infatti della trascrizione inversa intracellulare del vaccino Pfizer in vitro nella linea cellulare del fegato umano.

Il lavoro dei ricercatori svedesi è nato a partire da studi recenti che hanno dimostrato che gli RNA SARS-CoV-2 possono essere trascritti e integrati nel genoma delle cellule umane. Ciò ha fatto sorgere la domanda se ciò possa verificarsi anche con i vaccini a mRNA. Nei dati di farmacocinetica forniti a suo tempo da Pfizer all'Agenzia europea per i farmaci (EMA), la biodistribuzione del vaccino era stata studiata nelle cavie animali mediante iniezione intramuscolare con marcatori radioattivi, ritrovati poi principalmente nel sito di iniezione e nel fegato.

I ricercatori svedesi hanno dunque studiato l'effetto del vaccino Pfizer sulla linea cellulare di fegato umano Huh7 in vitro. Le cellule Huh7 sono state esposte al vaccino e sono stati poi rilevati livelli elevati di esso nelle cellule epatiche, nonché cambiamenti nell'espressione genica di un elemento nucleare di tali cellule che è una trascrittasi inversa"
.

Il professor Gulisano è un esperto in materia.
Ora, io mi pongo questa domanda.
Nelle recenti analisi del sangue che ho fatto è risultato che uno dei parametri epatici delle transaminasi (P-ALT o GPT ) risulta fuori dal range.
Infatti, il range normale è tra le 5 e le 45 UI/L mentre dal mio referto emerge che queste transaminasi risultano a ben 56 UI/L.
A questo punto, mi domando se anche questa criticità possa essere dovuta al vaccino, assieme alla parestesia al piede sinistro e al dolore alla relativa gamba.
Comunque, l'articolo del professor Gulisano getta un'ombra sul vaccino usato per combattere il Covid e questo deve fare suonare un campanello d'allarme. 
L'articolo parla di una trascrittasi inversa.
La trascrittasi inversa è un enzima che è tipico anche di alcuni virus, come i famosi Retrovirus.
Tra i Retrovirus vi sono anche il virus HIV (l'agente eziologico dell'AIDS) e quelli oncogeni.
I virus oncogeni generano tumori. 
In pratica, l'RNA virale (che è il genoma del virus) entra nella cellula infettata, dal citoplasma va al nucleo e viene trascritto in un filamento di DNA virale che darà l'input per produrre nuovi virus.
Dunque, stando alla ricerca svedese, il vaccino ad mRNA funziona secondo lo stesso principio.
Sempre secondo lo studio riportato dal professor Gulisano, il problema c'è e può essere molto serio.
Infatti, le proteine spike virali prodotte con l'RNA del vaccino rischiano di creare grossi problemi.
Lo studio svedese riportato dall'articolo ci dice che tali proteine sono state trovate anche nelle cellule epatiche delle cavie sottoposte a sperimentazione del vaccino.
Questo rischia di rendere quelle cellule bersaglio dei linfociti T citotossici reattivi a quella proteina.
Di fatto, stando così le cose, il fegato di una persona vaccinata potrebbe essere colpito da una malattia autoimmune?
Questo studio ci dice che il vaccino ad mRNA (come il siero della Pfizer) possa integrarsi nel DNA umano ed influenzarne l'integrità.
Di conseguenza, si deve fare luce sulla questione.






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AstraZeneca ha ritirato il suo vaccino anti-Covid

Ringrazio l'amico Morris Sonnino di questo screemshot de "Il Corriere della Sera".