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Il mio libro, in collaborazione con Morris Sonnino

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martedì 22 marzo 2022

Qualche domanda a Mark Zuckerberg e soci


Anche oggi, Facebook ha deciso di bloccarmi i post.

La settimana scorsa, l'account che avevo fatto il 6 gennaio scorso, dopo la disattivazione di quello precedente, mi è stato disabilitato.
Adesso, anche il nuovo account comincia ad avere problemi.
Mi è impedito di pubblicare post sulla mia bacheca e di commentare i post degli altri per un certo periodo di tempo.
A questo punto, farei qualche domanda al fondatore del noto social ed amministratore delegato del social network Mark Zuckerberg, come la farei ai suoi colleghi di altri social network.
Prima, però, riporto uno stralcio di un testo preso proprio dal Transparency Center di Facebook:

"Dal 2016 usiamo una strategia chiamata "rimuovere, ridurre, informare" per gestire i contenuti sulle tecnologie di Meta.
Ciò significa che rimuoviamo i contenuti pericolosi in violazione delle nostre normative, riduciamo la distribuzione dei contenuti problematici anche quando non sono in violazione rispetto alle nostre normative e informiamo gli utenti, fornendo loro dettagli aggiuntivi sul contesto in modo che possano decidere con maggiore facilità su cosa cliccare, che contenuti leggere e quali post condivider
e".

A questo punto, partono le domande:
  1. con quali criteri un contenuto pubblicato è ritenuto pericoloso?
  2. Quali sono gli standard della community?
  3. Chi sono i cosiddetti "fact checker"?
Vedete, io mi sto stancando veramente di questo atteggiamento di chi gestisce Facebook e non sono il solo a pensarla così.
Ora, invito tutti a guardare un video di Luca Donadel intitolato "Chi controlla i controllori?" e riguarda proprio i social-network.
Fino a qualche anno fa, i social network permettevano di pubblicare liberamente i post,  a patto che non fossero illegali.
Peccato che sui social network si vedano pubblicati post alquanto discutibili, come quelli di soggetti legati alla jihad o quelli che favoriscono l'immigrazione clandestina.
Donadel ne parla. 
Io non ho mai pubblicato cose del genere. 
Di sicuro, non sostengo la jihad, anche perché sono un cattolico praticante e al massimo posso sostenere i pellegrinaggi ed il Santo Rosario, e sono contro l'immigrazione clandestina. 
Inoltre, io posso pubblicare molti post su Twitter mentre Facebook mi crea problemi.
Dunque, non mi pare che ci sia uniformità negli standard.
Riguardo ai fact checker, che Facebook definisce indipendenti, Donadel parlò di quanto accadde negli USA.
Donadel parlò di fact checker "indipendenti di nome ma non di fatto".
Infatti, grazie a Donadel, si scoprì che molti di questi "fact checker indipendenti" tanto indipendenti non erano.
Dunque, come la mettiamo?
Zuckerberg e coloro che come lui gestiscono i social network dovrebbero ringraziare il fatto che qui in Italia non ci sia una legge come quella polacca. 
Apprezzo molto una legge simile a quella polacca, con la quale si sanzionano i social network che censurano i post pienamente leciti.
Con una legge come questa, ogni censura arbitraria di contenuti pienamente leciti sarebbe punita con una bella multa.
Come ho scritto prima, una legge come quella che ho citato esiste già in Polonia.
Perché non la si può fare qui in Italia?
La Polonia è un Paese dell'Unione Europea. 
Solo la legge può dire che un contenuto sia pericoloso o meno.
Per esempio, esiste il reato di diffamazione ed esistono reati inerenti al terrorismo.
Esiste anche il reato di apologia di fascismo. 
Quindi, esiste già la legge.
A chi gestisce i social network basterebbe solo collaborare con le autorità, basandosi solo sulla legge.
Io vorrei entrare nell'editoria e scrivo anche dei libri.
Il fatto che Facebook mi blocchi i post mi causa un danno.
Facebook e gli altri social network blocchino chi favorisce l'immigrazione clandestini e chi veramente diffonde i contenuti illeciti. 
Se lo facessero farebbero una grande cosa per tutti ed avrebbero l'apprezzamento di tutti. 



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Ringrazio l'amico Morris Sonnino di questa foto presa dalla pagina Facebook di Christian Ricchiuti, esponente di Fratelli d'Italia.