Riprendo questo articolo da me scritto su "La Civetta", la rivista dell'Associazione Culturale "Pensiero e Tradizione" di Mantova, con la quale collaboro.
Chi desidera una copia telematica (in formato PDF) di tale rivista contatti la professoressa Barbara Spadini, presidente dell'associazione e direttrice della rivista, la quale è menzionata anche sull'altro mio blog, "Il Gran Candeliere di Antonio Gabriele Fucilone".
Quando dico che l'attuale presidente americano Joe Biden rappresenti un caso di analfabetismo funzionale non lo dico per offendere la persona di Biden ma per constatare un dato di fatto.
Come ho scritto anche nell'articolo, l'UNESCO definisce (dal 1984) l'analfabetismo funzionale come "la condizione di una persona incapace di comprendere, valutare, usare e farsi coinvolgere da testi scritti per intervenire attivamente nella società, per raggiungere i propri obiettivi e per sviluppare le proprie conoscenze e potenzialità".
Se l’alfabetizzazione è basilarmente intesa come l'acquisizione di abilità cognitive e spesso definita in termini di scolarizzazione, ma è divisibile in "competenze, applicazioni, apprendimento e capacità d'analisi" in una complessità sfuggente per cui una definizione esaustiva non è raggiunta, si introduce il concetto di alfabetizzazione funzionale (o anche letteratismo, dall'inglese literacy) per rappresentare quel livello più elevato di alfabetizzazione più orientato alla pratica (nel lavoro, ecc.) e all'uso continuativo dell'abilità di lettura e scrittura. L'obiettivo principale di tali competenze non è il raggiungimento di un dato strumentale (il saper leggere e scrivere), ma l'utilizzo di tale capacità per partecipare attivamente ed efficacemente a tutte quelle attività che richiedono un certo livello di conoscenza della comunicazione verbale.
Ora, tutti i "lapsus" e gli errori di Biden dimostrano la condizione di analfabetismo funzionale nella quale versa quest'ultimo.
Basti pensare a quando egli ha confuso il popolo ucraino con quello siriano.
Il problema è che una persona in codeste condizioni è il capo della maggiore potenza mondiale.
L'aggravante sta proprio in questo fatto.
Una cosa detta da me (che sono un semplice cittadino) ha un certo peso.
Invece, una cosa detta da una persona come Biden, che è il presidente degli Stati d'America, ha un peso maggiore.
Se io dicessi: "Putin è un assassino", la cosa passerebbe in cavalleria.
La mia opinione conta fino ad un certo punto.
Non sono un capo di Stato o di governo.
Se a dire la stessa frase fosse Biden l'effetto sarebbe certamente maggiore.
L'analfabetismo funzionale sta anche nel non capire che le parole hanno un peso.
Biden ha detto troppe parole che si sono dimostrate fuori posto e queste parole rischiano di essere veramente incendiarie.
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